L’Italia del nuoto paralimpico si è nuovamente confermata la squadra più forte del mondo, riuscendo addirittura a migliorare quanto fatto ai Mondiali di Londra 2019 e alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.
In occasione dei Mondiali di Madeira 2022 (12-18 giugno, Portogallo), la compagine azzurra ha conquistato il primo posto nel medagliere, grazie alle 64 medaglie complessive (27 ori, 24 argenti e 13 bronzi). Un vero e proprio record rispetto alla precedente rassegna mondiale andata in scena nel Regno Unito, quando vennero conquistate 50 medaglie (20 ori, 18 argenti e 12 bronzi).
Nuoto paralimpico, Italia da sogno: “Mondiale indimenticabile”
I Mondiali di Madeira 2022 non solo confermano una Nazionale in grado di essere sempre al top della propria condizione, ma anche di lanciare nell’astro dell’Olimpo nuove promesse sportive.
Tra glorie ormai consolidate e gioventù in forte crescita, la squadra di nuoto paralimpico dimostra di aver trovato un equilibrio solido perfetto, capace di restare in alto nelle competizioni cambiando anche gli attori in gara.
Un merito da elogiare e applaudire con forza e ammirazione, visti gli incredibili e costanti risultati che questa Italia ci dona ogni anno. A colpire in maniera impressionante ci sono alcuni risultati, tra cui l’oro e il record del mondo di Simone Barlaam nei 50 stile libero S9 e il primo oro di Angela Procida conquistato nella finale dei 200 stile libero S2.
“Abbiamo vinto tutto ed abbiamo vinto tutti – ha affermato il Presidente della FINP Roberto Valori -. stato un Mondiale perfetto, incredibile, indimenticabile, stellare. Grazie di cuore a tutti”. Gli fa eco il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli: “Che spettacolo ragazze e ragazzi, siete straordinari! Anche questa volta vi siete superati, confermando il primo posto ai Mondiali ma con più medaglie vinte”.
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Un ingranaggio che funziona: l’Italia del nuoto paralimpico
Siamo di fronte a nuove e incredibili pagine di storia sportiva: l’Italia è stata in grado di esaltarsi e convincere pienamente il pubblico riguardo le proprie abilità. La conferma (l’ennesima) attesa è giunta (ancora una volta), a dimostrazione di un percorso che sembra restia a voler subire una flessione.
Una dinamica che, in un modo o nell’altro, era già stata ampiamente argomentata dal Presidente della Federazione del Nuoto Paralimpico Italiana (FINP) Roberto Valori, il quale in una nostra intervista pubblicata poco prima degli scorsi Giochi Paralimpici, aveva sottolineato il segreto di questa squadra: “La nostra è veramente una Nazionale forte, il segreto è che siamo una grande famiglia. Anche perché non ci sono grandissimi interessi politici, quindi c’è il gusto del poter perseverare e perseguire obiettivi sportivi importanti, e ci stiamo riuscendo”.
Successivamente alla conquista di Tokyo 2020, anche il commissario tecnico della Nazionale Riccardo Vernole aveva commentato con grande entusiasmo i risultati sopraggiunti fino a quel momento. In una nostra intervista video infatti, il ct aveva ammesso che l’obiettivo generale “è mantenere questo standard qualitativo. Da un lato dobbiamo migliorarci ancora dal punto di vista atletico e della preparazione, così a Tokyo cercheremo tempi migliori rispetto quelli di Londra. Dall’altro, far classificare atleti che abbiamo ancora nei box”.
Dichiarazioni importanti, a cui sono seguiti risultati incredibili: la Nazionale di nuoto paralimpico è una certezza nel firmamento sportivo internazionale, su cui bisogna investire sempre di più.
Breve storia del nuoto paralimpico
Il nuoto paralimpico ha una storia immensa, in quanto è una delle prime discipline sportive apparse alle Paralimpiadi di Roma 1960. Come in tante altre pratiche, anche il nuoto prevede delle categorie basate sul sesso, l’età e il grado di disabilità. In particolare, quest’ultima voce si può articolare in categorie da 1 a 10 per le persone con disabilità fisica (1 è la tipologia più grave); da 11 a 13 riguardano le persone con disabilità visiva, mentre la categoria 14 le persone con disabilità mentali.