Possiamo dirlo con assoluta tranquillità: stiamo vivendo negli anni d’oro del nuoto paralimpico italiano. Già prima della pandemia, le atlete e gli atleti azzurri avevano dimostrato di avere tutte le carte in regole per essere una macchina da guerra, grazie alla conquista dei Campionati del Mondo di Londra.
E nemmeno lo stop forzato dell’universo sportivo causa Covid ha bloccato gli ingranaggi di un progetto che punta a togliersi nuove soddisfazioni in vista delle Paralimpiadi di Tokyo 2020. A dimostrazione di ciò, la vittoria del medagliere Open agli Europei di Funchal (Portogallo).
“Ci stiamo ancora leccando i baffi dai risultati – ci dice al telefono l’entusiasta Presidente FINP (Federazione Italiana Nuoto Parlimpico) Roberto Valori -. Adesso smetteremo e produrremo altro cibo. È dura mantenere alto il livello”.
Il nuoto paralimpico ha conquistato 80 medaglie agli Europei: un altro incredibile traguardo.
“Un traguardo che parte da lontano, da ben 10 anni. Da una parte la FINP ha iniziato a lavorare con i giovani, dall’altra con la nascita del CIP è stata data dignità a tutto il movimento, e in qualche maniera tutte le Federazioni ne hanno beneficiato. Così ci troviamo sulla corrente, abbiamo avuto la possibilità di trovare parecchie persone su cui lavorare. Non è stato un miracolo, ma un sacrificio enorme di tutti questi anni.
Un grandissimo lavoro è stato fatto dai tecnici, sono molto in gamba. Siamo riusciti a formare una Nazionale molto forte, anche se nel 2020 abbiamo avuto delle difficoltà: gli atleti di interesse nazionale hanno continuano ad allenarsi con sacrificio, sebbene alcuni impianti erano stati chiusi. L’impegno della FINP per mantenere alto il livello in questo periodo di pandemia è stato pazzesco.”
In questo momento viene da pensare che l’Italia sia la squadra da battere.
“L’Italia è la squadra da battere, ma dobbiamo dire con onestà sportiva che agli Europei sono stati sviluppati due calendari: uno Open, che ha visto anche la partecipazione di nazionalità extra-europee, dove noi siamo arrivati primi; nel medagliere europeo invece ha vinto l’Ucraina. Questo per dire che ci sono nazionalità molto forti: Italia e Ucraina sono le squadre da battere, tuttavia noi arriviamo a Tokyo 2020 come Campioni del Mondo sulla carta.”
Adesso Tokyo 2020, con tutti i rumors di una possibile cancellazione. Nel caso in cui i Giochi dovessero procedere come speriamo, l’Italia del nuoto paralimpico quali obiettivi si pone? Vuole chiudere un ciclo e vincere anche in Giappone?
“Sugli obiettivi si pronuncerà il CT poco prima della partenza, perché la trasferta paralimpica non è gestita dalla Federazione ma dal CIP. È ovvio che tra i 29 nuotatori, che sono quelli che abbiamo guadagnato come slot per Tokyo 2020, c’è chi ha già vinto i Campionati del Mondo. Oltretutto, nessuno di loro è uscito dagli Europei senza medaglia. Ora non voglio dire che partiranno gli stessi, ma ci tengo a sottolineare che sono numeri importanti: chi andrà alle prossime Paralimpiadi, sarà sicuramente competitivo.
Non dico altro perché, in quanto ex-nuotatore, sono scaramantico. Sicuramente si chiude un ciclo paralimpico. Tra l’altro questa è la prima volta che da qui nei prossimi 3 anni abbiamo diverse manifestazioni paralimpiche importanti: Tokyo 2020, Pechino 2022 e Parigi 2024. È tutto molto ravvicinato, sebbene stiamo già lavorando per Los Angeles 2028.”
Insomma, il nuoto paralimpico italiano guarda lontano.
“Sì, altrimenti non riesci a portare a casa risultati. La nostra è veramente una Nazionale forte, il segreto è che siamo una grande famiglia. Anche perché non ci sono grandissimi interessi politici, quindi c’è il gusto del poter perseverare e perseguire obiettivi sportivi importanti, e ci stiamo riuscendo: abbiamo uno staff eccezionale, abbiamo un commissario tecnico, Riccardo Vernole, tra i più forti nel mondo e poi un grande lavoro lo fanno i tecnici delle società dove i ragazzi si allenano giornalmente.”
Leggi anche: Ambra Sabatini, record e Paralimpiadi: l’intervista prima di Dubai