Al World Sport Tourism Show, la fiera per lo sport e il turismo accessibile, che si è tenuta a Malpensa Fiere a fine settembre, il presidente di ASI Nazionale Claudio Barbaro spiega come l’Ente da lui presieduto sia impegnato nel rendere le attività sportive per i disabili qualcosa di realmente accessibile a tutti anche al di fuori delle attività agonistiche del CIP e delle sue federazioni.
“Noi dell’ASI – spiega Claudio Barbaro -abbiamo approfittato della prima mostra che si è svolta in Italia sullo sport e turismo accessibile, abbiamo immediatamente aderito a questa forma innovativa di presentare lo sport perchè crediamo che il connubio con il turismo possa essere qualcosa che per entrambe le materie di accrescere la propria visibilità e la propria capacità di penetrazione”.
“Lo sport da sempre è anche turismo e viceversa quindi quando abbiamo saputo che qui a Malpensa Fiere si stava per dar vita a questa prima edizione del World Sport Tourism abbiamo immediatamente dato il nostro consenso, il nostro patrocinio e anche il nostro piccolo contributo a livello organizzativo con alcune attività dell’ASI”.
“La disabilità è in Italia essenzialmente qualcosa che vive di competizione sportiva perchè è difficile poter parlare di attività dei disabili sotto il profilo amatoriale, è difficile non collegarla a quelle che sono le attività sportive istituzionali”.
“In linea di massima un Ente di Promozione sportiva ha una visuale ristretta – sostiene Claudio Barbaro – perchè per facilità di comprensione, per un fatto culturale, per un fatto organizzativo il disabile di per se è portato a fare sport con le federazioni che sono riconosciute come tali dal CIP e che organizzano manifestazioni sportive ufficiali legate al mondo della competizione”.
“Io credo che da questo punto di vista bisognerebbe svincolare da questi aspetti burocratici e tipicamente competitivi della figura del diversamente abile e credo che il miglior modo che ha per potersi integrare rispetto alle difficoltà che già vive quotidianamente è quello di fare attività sportiva nel modo più estemporaneo possibile. Costringere un diversamente abile a fare attività sportiva unicamente nei circuiti ufficiali mi sembra che possa essere una limitazione”.
“Noi ci proviamo però è evidente che per fare questo…ecco…parli del diavolo e spuntano le corna…perchè è arrivato il presidente Pancalli, stavo parlando del fatto, Presidente, che vorremmo rendere più estemporanea possibile l’attività per i diversamente abili, al di fuori di qualsiasi forma burocratica. Se il Presidente mi onorerà della sua collaborazione l’ASI è disposta a dare del suo – conclude Claudio Barbaro – per rendere il più fruibile possibile la promozione sportiva per il mondo dei diversamente abili”.
Ultima modifica: 17/02/2020