Mondiali di calcio Qatar 2022 e diritti Lgbt negati: cosa sappiamo?

Redazione:

I Mondiali di calcio 2022 organizzati in Qatar non stanno emergendo per questioni puramente sportive, ma per le notizie relative alle discriminazioni nei confronti di diverse categorie di persone, come donne, persone LGBTQIA+ e lavoratori migranti.

In particolare, per quanto riguarda la comunità LGBT, hanno destato scalpore le recenti dichiarazioni dell’ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar, Khalid Salman, 60 anni, ex calciatore, rilasciate alla televisione tedesca Zdf: “Essere gay è haram ed è una malattia mentale. Molte cose entreranno nel Paese, parliamo di gay. Tutti accetteranno che vengano qui ma dovranno accettare le nostre regole”. Già, ma quali sono le regole?

Cosa c’è da sapere sui Mondiali di calcio di Qatar 2022 (a livello sportivo)?

Da domenica 20 novembre 2022 inizieranno i Mondiali di calcio di Qatar 2022, un’edizione in cui lo sport è l’argomento secondario visto che questo Paese viene accusato da più parti di non garantire diritti umani a svariate categorie di persone, in particolare migranti, omosessuali, bisessuali, transgender e donne.

Dunque, ancor prima del calcio d’inizio, la 22esima edizione dei Mondiali organizzata dalla FIFA si preannuncia un campo di battaglia per la tutela e la difesa dei diritti umani. A livello sportivo comunque, il Qatar è il primo paese arabo (oltre a essere il paese ospitante più piccolo e meno popoloso con soli 3 milioni di abitanti) a ospitare questa manifestazione internazionale, la prima organizzata a ridosso dell’inverno.

Le Nazionali di calcio qualificate sono ben 32, composte da 13 europee, 8 americane, 5 asiatiche, 5 africane e 1 oceanica. Per il Qatar si tratta del primo Mondiale, mentre restano fuori compagini come l’Italia (che non è riuscita a qualificarsi agli spareggi) e la Russia (squalificata da tutte le competizione a seguito dell’invasione dell’Ucraina).

Leggi anche: Cosa succede in Iran?

mondiali calcio qatar 2022
By XiXinXing da Envato Elements

Quali sono i diritti LGBT in Qatar?

Attualmente l’omosessualità in Qatar è un crimine, come disciplinato dall’articolo 296.3 del codice penale, che punisce atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso. Viene addirittura previsto il carcere per chi “guidi, induca o tenti un maschio, in qualsiasi modo, a compiere atti di sodomia o di depravazione. L’articolo 296.4 invece punisce chi “induca o tenti un uomo o una donna, in qualsiasi modo, a compiere atti contrari alla morale o illegali”.

Come se non bastasse, l’articolo 285 criminalizza i rapporti extraconiugali, ivi comprese le relazioni omosessuali, con 7 anni di reclusione. Inoltre c’è una normativa che spesso viene richiamata in questo contesto, la legge n. 17 del 2022 sulla protezione della comunità, che avalla la detenzione provvisoria senza accusa e senza processo per una durata di 6 mesi nel caso in cui ci siano “ragioni fondate per ritenere che l’imputato possa aver commesso un reato”, come la “violazione della moralità pubblica”.

A definire meglio il quadro specifico della situazione sono Amnesty International e Human Rights Watch, che hanno anche portato a galla alcune storie su come il Qatar contrasti la comunità Lgbt.

Ad esempio, poco prima dell’inizio dei mondiali, nell’ottobre 2022 le organizzazioni internazionali dedicate ai diritti umani hanno segnalato arresti di persone Lgbtqia+ in luoghi pubblici da parte delle forze di sicurezza “sulla base della loro espressione di genere, controllando i contenuti dei loro telefoni”. Inoltre le persone transgender sono state obbligate a seguire “terapie per la conversione come condizione per la loro scarcerazione” presso un centro di “assistenza sanitaria comportamentale” sponsorizzato dal governo.

HRW ha documentato arresti e maltrattamenti arbitrari avvenuti nel settembre 2022 da parte delle forze del Dipartimento per la sicurezza preventiva del Qatar nei confronti di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender. In particolare, l’organizzazione ha raccolto 6 storie di persone che hanno subìto percosse gravi e ripetute e 5 casi di molestie sessuali durante la custodia della polizia tra il 2019 e il 2022.

Le testimonianze raccolte da HRW in Qatar sono di sei persone LGBT, tra cui quattro donne transgender, una donna bisessuale e un uomo gay. Tutte le vittime hanno confermato che sono state detenute nella prigione sotterranea di Al Dafneh, a Doha, dove hanno subìto moleste verbali (tra cui estorsione forzate di confessioni) e abusi fisici (schiaffi e pugni fino a farli sanguinare, tanto che una donna ha anche perso conoscenza) dagli agenti del Dipartimento di sicurezza preventiva.

Inoltre le 6 persone hanno confermato che sono state costrette a firmare un foglio in cui dichiaravano di cessare “l’attività immorale”, oltre a esser state costrette a far acquisire agli agenti schermate di foto e chat private dei loro smartphone, compresi i contatti di altre persone LGBT.

In un’intervista al The Guardian, il dottor Nasser Mohamed, personalità molto vicina ai qatarini gay, ha confermato questa discriminazione. “Molti non si conoscono, ed è più sicuro in questo modo perché quando le forze dell’ordine trovano una persona, cercano attivamente di trovare l’intera rete. Ma alcune delle persone che sono state catturate e maltrattate fisicamente sono state poi reclutate come agenti”. “Ora – ha poi aggiunto – ci sono agenti nella comunità gay a cui è stata promessa la sicurezza dalla tortura fisica in cambio del lavoro per il dipartimento di sicurezza preventiva e dell’aiuto a trovare gruppi di persone LGBTQ+”.

Una donna transgender ha dichiarato di essere stata arrestata in pubblico perché truccata: “Mi hanno dato delle salviette per le mani e mi hanno fatto togliere il trucco dal viso. Hanno usato le salviette macchiate di trucco come prova contro di me e mi hanno scattato una foto con le salviette in mano. Mi hanno anche rasato i capelli”.

E ancora, una donna bisessuale ha affermato di essere stata picchiata “fino a farmi perdere conoscenza diverse volte. Un agente mi ha portato con gli occhi bendati in macchina in un altro posto che sembrava una casa privata dall’interno e mi ha costretto a guardare le persone trattenute che venivano picchiate come tattica intimidatoria”.

Secondo la ricercatrice sui diritti LGBT di Human Rights Watch Rasha Younes, “le forze di sicurezza detengono e abusano delle persone LGBT semplicemente per quello che sono, apparentemente fiduciose che gli abusi delle forze di sicurezza non verranno denunciati e non controllati. Le autorità del Qatar devono porre fine all’impunità per la violenza contro le persone LGBT. Il mondo sta guardando”.

Leggi anche: In Iran le persone disabili vengono discriminate o tutelate?

diritti lgbt qatar
By CarlosBarquero da Envato Elements

Quali sono le regole LGBT imposte dal Qatar per il Mondiale?

Secondo Mohamed, in Qatar i fan gay stranieri non dovrebbero essere perseguitati durante i Mondiali di calcio. Lo stesso Comitato supremo per la consegna e l’eredità del Qatar ha promesso che non ci saranno di discriminazioni: “Tutti sono i benvenuti in Qatar, ma siamo un paese conservatore e qualsiasi manifestazione pubblica di affetto, indipendentemente dall’orientamento, è disapprovata. Chiediamo semplicemente alle persone di rispettare la nostra cultura”.

Oggetto di dibattito è stata anche la bandiera LGBT. Nel 2020 il Qatar aveva assicurato che avrebbe accolto la possibilità di sventolare la bandiera arcobaleno durante le partite dei Mondiali, salvo poi non confermare questa linea, addirittura vietandola. Al fine di aggirare questa norma, l’associazione francese Stop Homophobie e Pantone hanno realizzato una versione bianca della bandiera contenente i codici dei colori.

Già un anno fa però alcune parole del direttore esecutivo del comitato organizzatore della kermesse, Nasser al Khater, avevano fatto molto discutere: “I gay sono benvenuti in Qatar ma devono evitare effusioni in pubblico. È l’unica indicazione da rispettare. […] Gli omosessuali possono venire in Qatar come qualsiasi altro tifoso e possono comportarsi come qualsiasi altra persona. Quel che dico, semplicemente, è che dal punto di vista della percezione dell’affettività in pubblico, la nostra è una società conservatrice”.

Leggi anche: Polemiche per le mascotte delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

ARTICOLI CORRELATI

Resta aggiornato

Riceverai nella tua e-mail tutti gli aggiornamenti sul mondo di Ability Channel.

 

Carrozzine per disabili: tutto quello che c’è da sapere

Contenuto sponsorizzato
 

Autonomia e Libertà sinonimi di viaggio

Contenuto sponsorizzato