È stata scoperta la molecola della paura che innesca i meccanismi di angoscia e di terrore nel nostro cervello. In Italia sono quasi 10 milioni le persone che soffrono di patologie legate alla “paura”, come i disturbi d’ansia o i disturbi post-traumatici da stress. Grazie a questa scoperta, quindi, sarà possibile sviluppare trattamenti ad hoc pensati proprio per intervenire sugli stati d’ansia, sulle diverse forme di fobie e sugli attacchi di panico.
Il team di ricercatori americani a cui si deve la scoperta della molecola della paura ha pubblicato la notizia sulla rivista scientifica Nature. Nell’articolo, si legge come, grazie ad una sperimentazione condotta sui topi, la paura sia generata all’interno dei circuiti neuronali e memorizzata in una specifica regione del cervello, l’amigdala centrale. Il meccanismo che innesca la paura è attivato da una mutazione della molecola “BDNF” (Fattore Neutrofico Cerebrale), una proteina che contribuisce alla sopravvivenza dei neuroni già esistenti e allo sviluppo e alla differenziazione di quelli nuovi e che si trova in aeree del cervello fondamentali per l’apprendimento, la memoria e il pensiero. Questa molecola connette all’amigdala il PTV, nucleo paraventricolare dell’ipotalamo, una regione del cervello estremamente sensibile alle sollecitazioni e che, proprio per questo motivo, riesce a controllare l’amigdala, dove il ricordo dell’attimo di terrore vissuto viene registrato.
Le BDNF sono dei messaggeri chimici non nuovi agli scienziati americani e neanche a quelli italiani. Già negli anni Cinquanta, infatti, Rita Levi Montalcini ipotizzò che i neuroni responsabili delle emozioni come la paura, lo spavento e il terrore si trovassero proprio nell’ipotalamo; in seguito scoprì la prima molecola BDNF che nel 1986 le permise di vincere il premio Nobel.