La mindfulness è una pratica millenaria che può aiutare gli studenti a sviluppare importanti competenze per la gestione dello stress
Nella società contemporanea, caratterizzata da ritmi frenetici e crescenti livelli di stress, è diventato essenziale per educatori, genitori e professionisti della salute mentale considerare l’integrazione della mindfulness nelle scuole. La mindfulness è una pratica millenaria che può aiutare gli studenti a sviluppare importanti competenze per la gestione dello stress.
La mindfulness è una pratica basata sulla consapevolezza che ha radici nelle antiche tradizioni buddhiste, ma che oggi è stata adattata per essere accessibile a persone di tutte le culture e convinzioni religiose. In termini semplici, la mindfulness implica il focalizzarsi consapevolmente sul momento presente, senza giudizio. Significa essere presenti in ciò che stiamo facendo e osservare i nostri pensieri, emozioni e sensazioni senza cercare di cambiarli o giudicarli.
Questo approccio, originariamente concepito per il raggiungimento della saggezza e della liberazione spirituale, è stato adattato e reso accessibile a persone di ogni estrazione culturale e credo religioso. Oggi, la mindfulness è ampiamente riconosciuta per i suoi benefici sulla salute mentale e il benessere generale.
In un mondo in cui la frenesia della vita quotidiana sembra dominare, la mindfulness offre un rifugio, un’opportunità di riconnettersi con il presente. L’essenza di questa pratica sta nel concentrarsi in modo consapevole sul momento presente, senza emettere giudizi. In altre parole, significa essere completamente immersi in ciò che stiamo facendo, sia che si tratti di respirare, camminare, mangiare o semplicemente osservare i pensieri, le emozioni e le sensazioni che emergono senza cercare di cambiarli o giudicarli.
La storia della mindfulness è ricca e complessa, con radici che affondano nelle antiche tradizioni spirituali e filosofiche dell’Asia. La mindfulness è diventata una pratica diffusa nel mondo occidentale negli ultimi decenni, ma ha una storia che si estende per secoli. Ecco una panoramica della sua evoluzione storica.
La mindfulness, chiamata “sati” in pali e “smṛti” in sanscrito, ha le sue radici nelle antiche tradizioni buddiste. È stata insegnata da Siddhartha Gautama, il Buddha, come parte del suo insegnamento sulla Via degli Otto Nobili Sentieri, circa 2500 anni fa. La mindfulness era un elemento chiave nella pratica buddista per raggiungere l’illuminazione e il nirvana.
Nel corso dei secoli, la mindfulness è stata sviluppata e praticata in varie forme all’interno delle diverse scuole buddiste, tra cui il Buddhismo Theravada, il Buddhismo Zen e il Buddhismo Tibetano. In ognuna di queste tradizioni, la mindfulness è stata insegnata come mezzo per raggiungere la consapevolezza, la saggezza e la liberazione dal ciclo del dolore.
La mindfulness ha guadagnato ulteriore visibilità negli anni Settanta grazie a figure come Jon Kabat-Zinn, un medico americano che ha sviluppato il programma MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction) presso la University of Massachusetts Medical School. Questo programma ha reso la mindfulness una pratica basata sulla scienza ed è stato uno dei primi a introdurre la mindfulness in un contesto terapeutico.
Uno dei principali obiettivi della mindfulness è portare la mente al presente, allontanandola da preoccupazioni passate o ansie per il futuro. Questo stato di presenza mentale può avere effetti positivi sulla gestione dello stress, sull’aumento della concentrazione e sulla promozione della stabilità emotiva. La pratica della mindfulness include esercizi come la meditazione, la respirazione consapevole e la scansione del corpo, che aiutano a sviluppare questa abilità di consapevolezza.
Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato i benefici della mindfulness per la salute mentale, la riduzione dell’ansia e della depressione, nonché per la gestione del dolore cronico e dei disturbi del sonno. Non è quindi sorprendente che la mindfulness sia diventata una componente fondamentale di molte terapie psicologiche e programmi di benessere.
In un mondo sempre più frenetico, la pratica della mindfulness offre un prezioso antidoto per coloro che cercano un modo per affrontare lo stress e vivere una vita più equilibrata e consapevole. Con il suo radicamento nelle tradizioni antiche e la sua adattabilità alla modernità, la mindfulness continua a guadagnare terreno come una pratica che può beneficiare tutti, indipendentemente dalla loro cultura o credo.
Leggi anche: Combattere l’ansia: sintomatologia, diagnosi e farmaci da prendere
La mindfulness è una pratica che offre numerosi benefici per la salute mentale e il benessere psicofisico. Questo approccio, sempre più popolare, favorisce il rilassamento profondo, riduce lo stress e migliora la concentrazione. Grazie alla mindfulness, puoi sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue emozioni e dei tuoi pensieri, contribuendo così a una gestione più efficace dello stress quotidiano.
Inoltre, la mindfulness può migliorare la qualità del sonno, aiutandoti a combattere l’insonnia e a ottenere un riposo più rigenerante. Questo può portare a un aumento dei livelli di energia e vitalità durante il giorno. La pratica regolare della mindfulness può anche promuovere un senso generale di benessere e aumentare la resilienza emotiva, aiutandoti a affrontare le sfide della vita con maggiore equilibrio e serenità.
Infine, la mindfulness è stata associata a una migliore gestione del dolore cronico. Attraverso la focalizzazione sul presente e la consapevolezza del proprio corpo, è possibile ridurre la percezione del dolore e migliorare la qualità della vita per coloro che soffrono di condizioni dolorose a lungo termine. In generale, la mindfulness si sta affermando come una pratica efficace per promuovere il benessere psicofisico e migliorare la qualità della vita.
Jon Kabat-Zinn concepisce il programma Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR). L’obiettivo principale di questo programma è promuovere il rilassamento fisico ed emotivo attraverso l’adozione di approcci “indiretti” o “centrali” di mindfulness. Tale approccio mira ad aumentare il benessere individuale, a gestire lo stress in modo più efficace e a favorire il corretto funzionamento delle risorse naturali di guarigione del corpo.
In contrasto ideale con le pratiche “dirette” o “periferiche” come il rilassamento muscolare progressivo o il training autogeno, Kabat-Zinn pubblica nel 1990 il suo primo libro, “Vivere momento per momento”. In questo libro, propone l’utilizzo della mindfulness come uno strumento per affrontare lo stress, l’ansia e i dolori fisici e cronici.
Il Mindfulness Based Stress Reduction, inizialmente sviluppato come un trattamento per pazienti con dolori cronici o malattie terminali, ha dimostrato successo nell’applicazione a una varietà di disturbi fisici e psicologici. Il programma richiede la partecipazione a 8 incontri settimanali, con una durata complessiva di 2 mesi, focalizzati su esperienze pratiche e attività di gruppo.
Dopo la MBSR si è arrivati alla Mindfulness Based Cognitive Therapy, uno dei protocolli terapeutici più studiati e diffusi. Diffusa grazie a Segal, Williams e Teasdale, rappresenta un esempio degli avanzamenti nelle terapie psicologiche di terza generazione. In contrasto con il passato, questa terapia non cerca principalmente di alterare direttamente il contenuto irrazionale dei pensieri depressivi o la valenza emotiva negativa dei fenomeni. Invece, si concentra su promuovere nell’individuo un atteggiamento di osservazione comprensiva, incoraggiando la consapevole e non reattiva osservazione dei pensieri ed emozioni negative al fine di favorirne la naturale trasformazione nel tempo.
Anche la MBCT è progettata per essere svolta in gruppo al fine di favorire la condivisione tra i partecipanti, consentendo loro di condividere pensieri, emozioni e difficoltà. A differenza della MBRS, la MBCT è specificamente ideata per i pazienti affetti da depressione maggiore e comprende anche momenti di educazione psicologica. Questa terapia mira a prevenire le ricadute depressive.
Leggi anche: Ansia da lavoro: che cos’è, come riconoscerla e come affrontarla
Dialectical Behavior Therapy (DBT): DBT è un trattamento che integra la mindfulness con strategie di regolazione emotiva. È stato sviluppato per il trattamento dei disturbi di personalità borderline e di altre condizioni in cui le emozioni intense sono un problema principale.
Mindful Self-Compassion (MSC): Questo programma mira a promuovere l’auto-compassione attraverso la mindfulness. Aiuta le persone a sviluppare una relazione più amorevole e compassionevole con se stesse, riducendo l’autocritica e il giudizio.
Acceptance and Commitment Therapy (ACT): ACT è un approccio terapeutico che incorpora elementi di mindfulness. Aiuta le persone a imparare ad accettare le emozioni e le sensazioni spiacevoli e a impegnarsi in azioni significative basate sui propri valori.
Mindfulness-Based Eating Awareness Training (MB-EAT): Questo programma è stato sviluppato per aiutare le persone a sviluppare una relazione più sana con il cibo e la loro alimentazione. Utilizza la mindfulness per aumentare la consapevolezza dei segnali di fame e sazietà e per ridurre l’overeating emotivo.
Mindfulness-Based Relapse Prevention (MBRP): MBRP è stato sviluppato per il trattamento delle dipendenze. Insegna ai partecipanti a riconoscere i trigger e le situazioni a rischio e ad utilizzare la mindfulness per evitare le ricadute.
Mindfulness-Based Childbirth and Parenting (MBCP): Questo programma aiuta le donne in gravidanza e le loro famiglie a utilizzare la mindfulness per affrontare lo stress e l’ansia legati alla gravidanza e all’arrivo del bambino.
Uno dei più noti esercizi di mindfulness è la meditazione classica, in cui ci concentriamo sul respiro e sulle sensazioni del corpo mentre siamo seduti su un cuscino. Ma puoi praticare la mindfulness ovunque, anche nelle tue attività quotidiane. Ad esempio, quando sei in coda al supermercato, al volante in mezzo al traffico o al tuo scrivania al lavoro, puoi “ricentrarti” con questo semplice esercizio: focus sul respiro e ogni volta che la mente fugge, ritorna al respiro.
Non preoccuparti se la tua mente divaga tra preoccupazioni, programmi o idee; è normale. Ogni volta che lo noti, riporta la tua attenzione al respiro. Solo pochi minuti di questo esercizio possono aiutarti a sentirti più connesso con te stesso e rilassato.
Un esercizio di mindfulness piacevole da provare è la meditazione camminata. Prima devi scegliere una distanza ragionevole per camminare, poi scegli un ambiente naturale per aggiungere i benefici del contatto con la natura. Mentre cammini presta attenzione al movimento dei piedi, alle sensazioni corporee, ai suoni e agli odori circostanti.
Non esagerare con la durata; 20 minuti di camminata consapevole possono essere sufficienti se sei alle prime esperienze.
Il body scan è uno degli esercizi più utilizzati nella mindfulness. Oltre a essere un ottimo esercizio porta anche a uno stato di rilassamento molto piacevole. Non bisogna confondere però l’effetto del rilassamento con lo sviluppo (lento e non percettibile) della consapevolezza. Sarebbe come sostenere che lo sciroppo per la tosse ti ha fatto bene perché senti un piacevole sapore alla fragola appena lo hai mandato giù. Si pratica sdraiati per terra su un materassino oppure su un divano o una poltrona. Dura 45 minuti in versione completa e 20/25 in versione breve.
Per praticare il body scan devi iniziare a esplorare le sensazioni fisiche tu tutto il corpo, una parte per volta. E ogni volta che ti distrai e ti ritrovi assonnato oppure che pensi ad altro – riporta l’attenzione sulle sensazioni del corpo. Cerca di rimanere fermo, se vuoi muoverti prova a osservare anche queste sensazioni e rimanere comunque fermo oppure prova ad aspettare qualche secondo. Puoi dirti ecco che percepisco un prurito alla gamba destra, adesso lo osservo per 5 secondi e poi mi muovo’.
Diventa consapevole delle sensazioni delle dita del piede sinistro. Poi della pianta e del collo del piede. Ricordati di respirare e osservare il respiro, senza modificare il modo in cui respiri. Dal piede sali fino alle pelvi, una parte del corpo per volta e poi via con l’altra gamba. Dopo le gambe fai anche tutto il resto del corpo, dedica attenzione anche a tutte le parti della faccia e alla fine prendi qualche minuto per essere consapevole di tutte le sensazioni del corpo assieme.
Leggi anche: Ansia mattutina: cos’è, come si gestisce e come si cura
Ultima modifica: 21/09/2023