La mesotelioma è un tipo di tumore che colpisce una specifica membrana che ricopre diversi organi interni. Scopriamo quanto ne sappiamo
Il mesotelioma è una tipologia di tumore che colpisce il mesotelio, un particolare quanto importante tessuto sottile che riveste gran parte dei nostri organi interni, come cuore, stomaco, polmoni e via discorrendo. In base alle informazioni diffuse dall’AIRC, la forma maligna è molto rara e colpisce principalmente gli uomini in Italia (0,8% dei tumori nell’uomo), meno invece le donne (0,3%).
Esiste anche la possibilità di sviluppare una forma benigna, che richiede comunque una rimozione chirurgica del tessuto tumorale. A seconda dell’area coperta, questa membrana può cambiare nome: come pleura nel torace e peritoneo nell’addome. In virtù di questo, lo stesso tumore può cambiare nome a seconda della regione colpita:
Principalmente i sintomi sono legati all’organo che viene colpito. Di seguito l’elenco completo dei segni, che vanno da quelli iniziali fino al momento in cui la malattia è in fase avanzata, e si possono differenziare a seconda della tipologia del tumore:
La principale causa che porta alla nascita di questo tumore è l’esposizione all’amianto, minerale che, se inalato, può danneggiare severamente le cellule a distanza di decenni (parliamo anche di un periodo di tempo di 40-50 anni).
L’amianto può colpire peculiarmente i lavoratori che ci entrano in contatto (ad esempio chi lavora nei cantieri edili e navali e nelle aziende di meccanica), ma può rappresentare un pericolo anche per i familiari, in quanto si può depositare sui vestiti ed essere trasportato in luoghi esterni a quello lavorativo (esposizione passiva).
In base a quanto scritto finora, possiamo intuire che la principale forma di prevenzione sia evitare e limitare al massimo l’esposizione all’amianto, visto che non esiste neanche una linea di soglia entro cui il nostro organismo possa sopportare questo minerale.
Humanitas spiega però che esistono altri fattori di rischio, come il virus SV40 della scimmia, il diossido di torio, le radiazioni a torace e addome e la familiarità per mesotelioma.
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Come abbiamo visto precedentemente, questo tumore presenta dei sintomi che possono essere confusi con altre condizioni, per cui la diagnosi risulta complessa. Se vengono però rilevati segni della forma pleurica, si procede a un’analisi storica del paziente per una sua possibile esposizione all’amianto. In generale però possono essere effettuati i seguenti esami: TAC, toracentesi, radiografia del torace, ultrasonografia, risonanza magnetica, analisi immunoistochimiche o genetiche, stadiazione e diagnosi istologica.
Prima di continuare nella lettura, ricordiamo che qualsiasi trattamento terapeutico va discusso con uno specialista medico, in quanto questo articolo non sostituisce diagnosti e tecniche di cura.
Come detto precedentemente, in caso di tumore benigno, è disponibile un trattamento chirurgico per esportare la massa tumorale, ma tutto dipende dalle condizioni del paziente, in particolare dall’età e dallo stato di salute generale, oltre che dallo stadio della malattia.
Esiste poi la possibilità di ricorrere alla chemioterapia, cioè la somministrazione di farmaci per via endovenosa che ha l’obiettivo di ridurre la massa tumorale prima dell’intervento chirurgico o per bloccarne la crescita, così da migliorare anche i sintomi. La radioterapia invece viene utilizzata a scopo curativo e palliativo, al fine di prevenire e lenire i segni della malattia.
C’è anche un trattamento piuttosto invasivo che consiste nella rimozione del liquido mediante un ago lungo e sottile, che può dare sollievo ma deve essere ripetuto ciclicamente, in quanto il liquido tumorale tornerà a riformarsi.
In base a quanto spiegato dall’Ospedale San Raffaele, la prognosi di un paziente con questo tumore è veramente bassa, e dipende dalla tipologia. Ad esempio nel caso del mesotelioma pleurico si può arrivare a sopravvivere media per 12 mesi dal momento della diagnosi. Invece per la forma peritoneale la sopravvivenza media è di 5,2 mesi. Prognosi ancora più breva poi per la tipologia pericardica. Infine, per quella testicolare, la sopravvivenza media è di circa 23 mesi.
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Ultima modifica: 29/04/2024