Uno degli argomenti più ricorrenti a ogni tornata elettorale è la matita copiativa, uno strumento indispensabile per votare, e lo sarà anche per le elezioni politiche 2022. Nonostante sia uno strumento utilizzato in Italia da tantissimi anni, la matita copiativa porta con sé numerosi sguardi storti per i motivi più disparati, che oggi andremo ad argomentare per scoprirne l’effettiva autenticità.
Che cos’e e come funziona una matita copiativa?
Una matita è detta copiativa in quanto composta da blu di metilene o violetto di metile (un ‘impasto solubile in acqua), talco e gomma adragante (il collante che conferisce resistenza), caratteristiche che la rendono in grado di tracciare un segno indelebile – e quindi non è semplice cancellare il tratto con una gomma.
Contrariamente a quanto si pensa, non è necessario bagnare la punta con la lingua per farla funzionare, ma si rischia solamente di raccogliere nella bocca virus e batteri che si trovano sulla matita stessa.
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Perché alle elezioni si usa una matita copiativa e non una penna?
Uno dei dibattiti inerenti questa matita riguarda il perché viene utilizzata al posto di una penna. Come detto precedentemente, il motivo principale riguarda il suo tratto indelebile, e quindi non può essere cancellato per alterare le schede elettorali. Inoltre, le matite sono uguali per tutti, e quindi non è possibile identificare l’elettore dal tratto segnato.
Un’altra delle motivazioni è di natura storica: la matita copiativa infatti è utilizzata in Italia dal 1946, mentre le classiche penne indelebili si sono diffuse solo a partire dagli anni Sessanta. Come se non bastasse, il tratto della penna potrebbe lasciare segni evidenti nel caso in cui un elettore calcasse troppo forte il segno oppure il suo inchiostro potrebbe sporcare la scheda, rischiando l’annullamento della stessa.
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