Martina Caironi è un’atleta incredibile, ma soprattutto necessaria. L’Italia e il movimento paralimpico hanno bisogno di esempi simili, non solo per l’enorme talento, ma soprattutto per l’animo sportivo che questa ragazza incarna. Martina è una fuoriclasse che ha vinto e che continua a farlo. Ma non solo: il suo successo dipende anche dalla luce che riesce ad infondere negli altri. Le stessa Monica Contrafatto e Ambra Sabatini sono frutto del suo esempio positivo.
Tokyo 2020, Martina Caironi e la Paralimpiade della Rinascita
“Tokyo 2020 è stata una Paralimpiade eccezionale.” Esordisce così Martina Caironi, che nel suo palmares conta 2 medaglie d’oro e 3 medaglie d’argento ai Giochi Paralimpici, 5 ori ed 1 argento ai Mondiali, 6 ori e 2 argenti ai Giochi Europei oltre a diversi record di categoria.
In una nostra vecchia intervista aveva previsto una paralimpiade di rinascita, di ripartenza, non solo un ritorno alle nostre vecchie vite, ma una vera a propria opportunità per migliorarci e far valere ognuno il proprio talento. È accaduto, proprio così. O almeno, sembra che la sua previsione si sia realizzata se consideriamo i successi italiani cominciati nell’estate del 2021. Dopo “il podio tricolore” e quella gara incredibile, non solo tutto sembra possibile, ma anche l’impossibile sembra ormai essere la normalità.
“Ci siamo emozionati tutti quanti”, è vero, verissimo. Tante emozioni nonostante l’assenza del pubblico, in uno stadio che “rimbomba di silenzio”. Tante emozioni perché Martina non era sola: aveva con sé delle compagne di viaggio, diverse da lei, diverse l’una dall’altra, ma complici di piccole disavventure e grandi risultati. Insieme hanno scritto una pagina importante della storia dello sport. E di fatto, tornate in Italia a Giochi conclusi, arriva il successo. I giornali ne scrivono, le cercano, le chiamano ad eventi, le vogliono come testimonial, le coinvolgono come comunicatrici.
Una meraviglia, un trionfo per tutto il movimento paralimpico e per lo sport. Una conquista per Martina: “Perché quello che io stessa in questi anni ho cercato di costruire era proprio questo, una squadra. Delle persone che amano lo sport e che arrivano. Addirittura siamo arrivate in tre sul podio, è qualcosa che non si ripeterà mai più (spero di sì, in realtà). Adesso ci chiamano a blocco, come se fossimo una cosa unica”.
Da Martina Caironi ad Ambra Sabatini: l’eredità paralimpica
Avere consapevolezza di sé, del tempo che passa e del mondo che cambia intorno a noi è importante per capire quali saranno le nostre scelte. Martina Caironi è una ragazza sveglia e certe cose le sa. La sua consapevolezza è da apprezzare, un segno di grande maturità e altruismo. Parlando del caso del “passaggio del testimone” con l’incoronazione della sua erede, come ribadisce la stessa Caironi: “Lei è Ambra Sabatini e io sono Martina Caironi, quello che ho fatto fin qui c’è, e continuerò a fare altre cose”, senza la presunzione di aver fatto tutto da sola, la bergamasca trapiantata a Bologna riconosce i successi del Comitato Italiano Paralimpico e di Luca Pancalli.
Oltre a raggiungere importanti obiettivi, Martina Caironi è in grado di infondere lo stesso desiderio negli altri stimolandoli ad avere coraggio, a non sentirsi soli in un percorso che spesso si riesce ad intraprendere. Nei prossimi estratti di questa intervista affronteremo infatti: la scalata alla medaglia e il significato tecnico dell’essere atleti paralimpici al giorno d’oggi; presente a futuro dello sport paralimpico, il linguaggio dei media, le difficoltà delle famiglie di figli che vogliono fare sport, e cercheremo di capire come riuscire a favorire la cultura dello sport in Italia.
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