La medaglia rappresenta il coronamento di un sogno per qualsiasi atleta. Per tutti è il simbolo della vittoria: sul podio salgono i vincitori, la medaglia d’oro va al più forte del mondo. Ma una medaglia rappresenta anche qualcosa in più, a prescindere che sia olimpica, paralimpica o amatoriale. Martina Caironi ci ha raccontato cosa significa per lei la scalata per arrivare alla tanto ambita medaglia.
La faccenda controversa, poi chiarita ed infine chiusa del “caso doping”; l’isolamento, la pandemia senza potersi allenare. Sportivamente parlando, sono stati anni difficili quelli dopo Rio 2016. “Ma il lieto fine c’è”, per fortuna. Il tempo passato lontano dalla pista si è trasformato in un’opportunità per dedicarsi a se stessa, le accuse sono diventate uno stimolo a dare di più, il tempo sospeso, apparentemente poco utile, si è evoluto in un’occasione per essere più consapevoli. Martina ha continuato così, giorno dopo giorno, con costanza, finché i giorni non sono diventati anni. Il duro lavoro ed i sacrifici hanno dato origine a grandi risultati, sotto tanti punti di vista.
Quando parliamo di successo pensiamo sempre alla fama. Non è così. Per avere successo in qualcosa bisogno avere equilibrio, talento ed un obiettivo ben preciso. Quando lo avremo raggiunto avremo avuto successo. Se c’è anche la fama, ben venga. Fatto sta che è proprio questo il segreto di Martina: aver utilizzato il tempo a sua disposizione per calibrare energie fisiche a mentali, cercando di stare bene come persona, senza snaturarsi, e tenendo il suo sogno sempre vicino a sé.
Torniamo per un attimo a Rio 2016. La paralimpiade brasiliana vide Martina, portabandiera 27enne, conquistare un oro nei 100 metri T42 (14’’98) ed un argento nel lungo con 4.66 metri. Facciamo un salto temporale in avanti di 5 anni: siamo alla conclusione di Tokyo 2020. Abbiamo visto una 32enne Martina Caironi tornare a vincere due medaglie, stavolta entrambe d’argento: nei 100 metri T63 (con un tempo di 14’’46 dopo un record del mondo in semifinale 14’’37), ed un’altra nel salto in lungo (sempre T63 ma con categorie accorpate) saltando in lungo 5,14 metri. Progressi incredibili, eppure risultati leggermente diversi.
“Queste due medaglie sono bellissime, sono uguali ma diverse” aggiunge. Medaglie che, come potete notare, ci fanno capire che il livello della competizione continua a crescere e a richiedere sforzi sempre maggiori. “Ho deciso in maniera ormai ufficiale di proseguire fino a Parigi 2024.” Con questa affermazione capiamo che Martina è una ragazza che nello sport e nella vita non si accontenta, un’atleta sempre pronta a mettersi in gioco.
“C’è del margine per migliorare” dice, mentre coccola i suoi premi e afferma ora di desiderare qualcosa in più, per sé e per l’intero movimento paralimpico. Effettivamente è riuscita a migliorarsi parecchio nelle sue discipline, soprattutto nel salto in lungo, gara in cui impiegherà molte più energie rispetto al passato. Proprio perché crediamo molto in quel “margine” siamo convinti ci regalerà grandi emozioni, soprattutto ora che il livello è così alto.
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Ultima modifica: 01/08/2022