E’ importante sapere che esistono delle sostanze chimiche simili al THC che sono presenti naturalmente nel nostro organismo: i cannabinoidi (sia quelli prodotti dal nostro organismo, sia quelli che introduciamo con l’utilizzo di marijuana) agiscono su un particolare tipo di recettori nel nostro cervello, la cui attivazione regola funzioni come l’appetito, l’umore, la memoria e il dolore. Fino ad oggi sono stati scoperti 104 diversi tipi di cannabinoidi di molti dei quali ancora non si conoscono le caratteristiche farmacologiche.
Il Canada nel 2005 è stato il primo paese ad autorizzare la messa in commercio di un estratto totale di Cannabis sotto forma di spray sublinguale standardizzato per THC e CBD (Sativex) per il trattamento del dolore neuropatico dei malati di sclerosi multipla e cancro (di recente approvato anche in Italia).
Ormai nel lontano 2010, i ricercatori della School of Medicine dell’Università di Washington hanno dichiarato che la cannabis potrebbe rivelarsi un rimedio efficace contro la Sla: i risultati di uno studio sui topi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica American Journal of Hospice and Palliative Medicine. I ricercatori dell’Università di Seattle sostengono che il trattamento con THC sia efficace se somministrato prima o dopo l’esordio dei sintomi. Gli esperimenti effettuati infatti hanno dimostrato che la somministrazione all’inizio dei tremori ha ritardato il disturbo motorio ed ha prolungato la sopravvivenza dei topi trattati con THC rispetto ai controlli (ovvero le persone a cui non è stato somministrato il THC). Gli autori hanno concluso che data la buona tolleranza al THC, esso potrebbe costituire, assieme ad altri cannabinoidi, un nuovo strumento terapeutico per la SLA.
Sono iniziate a fine febbraio scorso le “prove generali” per produrre cannabis terapeutica nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Una serra pilota di 250 metri quadrati sta già coltivando le prime talee di cannabis mentre i laboratori annessi attendono di lavorare il raccolto in un secondo momento. Oggi l’Italia importa dall’Olanda 50-60 chili all’anno di marijuana, che costa più o meno 7-8 euro al grammo: se tutto andasse come programmato a fine 2016 la prima canapa made in Italy – un vero salvavita per i pazienti oncologici, affetti da HIV, malati di SLA o sclerosi multipla – entrerà in commercio.
L’accordo siglato recentemente tra il ministero della Difesa e quello della Salute ha l’obiettivo di garantire un maggiore accesso ai farmaci e produrre in casa la sostanza farmaceutica difficilmente reperibile altrove. Ad oggi, infatti, il prodotto viene acquistato dall’azienda olandese Bedrocan e venduto sui banchi delle farmacie italiane, pubbliche e private, ad un prezzo quasi quadruplicato, circa 40€. Grazie alla produzione italiana, la spesa si abbasserebbe a 15€ il grammo e i pazienti avrebbero a disposizione il farmaco cannabinoide immediatamente. Il fabbisogno terapeutico nazionale stimato è di circa un quintale all’anno. Dalla struttura fiorentina usciranno confezioni di plastica con 5 grammi di cannabis, da spedire in tutto il territorio nazionale.
Il progetto nasce dall’idea di due ragazzi pugliesi, Andrea Trisciuoglio e Lucia Spiri, entrambi affetti da Sclerosi Multipla e attualmente in cura con il Bedrocan (medicinale a base di infiorescenze di canapa) fornito gratuitamente dal Servizio Sanitario Regionale, ai quali si sono aggiunti diventandone parte integrante Salomone Romano (Lallo) e Roberto Bruni (Betto), entrambi paraplegici ed anch’essi in cura con il Bedrocan, in grado di attenuare le sofferenze causate dalle loro lesioni midollari. Lo scopo del progetto è coltivazione indoor di Cannabis Terapeutica su territorio nazionale.
Guarda le interviste ad Andrea Trisciuoglio e Lucia Spiri nel servizio realizzato dalle Iene “Curarsi con la Cannabis” .
Il Decreto:
Un passo avanti e dieci indietro, quindi? Anche se di mezzo ci sono la sofferenza ed il dolore delle persone?
Ultima modifica: 08/03/2020