Margaret Bourke-White è stata una fotografa statunitense di fama internazionale, in grado di documentare anche la propria malattia
Margaret Bourke-White fu una fotografa statunitense di grande fama, la prima donna a sfidare un contesto lavorativo colmo di uomini. Considerava il proprio lavoro una missione da compiere e perseguire, un’attitudine che la portò a girare il mondo e a conquistare diversi primati, come la prima storica copertina di “Life”. Neanche il morbo di Parkinson riuscì a colmare la sua sete di sapere della verità e di mettersi sempre in gioco.
Margaret Bourke-White nacque a New York il 14 giugno 1904 dall’inventore Joseph White, che condivise con la figlia la passione per la tecnologia, e da Minnie Bourke. Durante il college frequentò i corsi di fotografia di Clarence H. White, fondatore del movimento Photo-Secession, che la aiutarono a intraprendere la carriera professionale di fotografa già in giovane età.
Dal 1927 infatti, la ventenne scattò una serie di fotografie industriali che le resero celebre nel Paese. In quegli anni Bourke-White spinse ancora più in alto l’asticella, fondando a Cleveland un suo studio di fotografia e pubblicità, all’epoca in un contesto lavorativo caratterizzato da soli professionisti uomini. Due anni dopo lavorò col direttore del “Time” Henry Luce per la fondazione di una nuova rivista illustrata, “Fortune“. Da lì in poi la notorietà di Margaret Bourke-White crebbe a dismisura, soprattutto perché figlia di un impegno costante e puntuale da parte della fotografa.
Basti pensare che negli anni della Depressione e della campagna fotografica della Farm Security Administration, Bourke-White documentò i temi sociali del Sud USA, quali siccità e povertà, pubblicando poi il libro-inchiesta “You have seen their face” (1937) realizzato a quattro mani con lo scrittore Erskine Caldwell – il primo di una serie di volumi che vide mai prima d’ora nella storia una collaborazione tra scrittore e fotografa. Il 23 novembre 1936 la sua ascesa professionale le fece conquistare la prima storica copertina di “Life”, dove compare uno dei suoi scatti della diga di Fort Peck (Montana).
Fu anche molto impegnata nella fotografia di guerra: nel 1938 documentò l’invasione della Germania ai danni della Cecoslovacchia, durante la Seconda Guerra Mondiale entrò nel campo di concentramento di Buchenwald il giorno dopo la liberazione dei prigionieri, nel 1944 seguì la battaglia di Cassino (di cui scriverà il libro “Purple Heart Valley. A combat chronicle of the war in Italy”) e nel 1952 fu testimone della guerra di Corea.
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Inoltre fu la prima a scattare un ritratto non ufficiale di Stalin e l’ultima reporter a intervistare Gandhi, poche ore prima della sua morte avvenuta nell’attentato del 1948: celebre il suo scatto mentre il Mahatma filava. Andrà poi in Sud Africa per documentare l’apartheid. Morì il 27 agosto 1971 nella sua casa di Darien a Stamford, nel Connecticut,a 67 anni dopo anni di lotta con il morbo di Parkison
Nel 1953 a Margaret Bourke-White venne diagnosticata la malattia di Parkinson, che qualche anno dopo non le permise più di poter lavorare come fotografa. Così si dedicherà completamente alla scrittura – nonostante provò anche la via di un intervento chirurgico al cervello per ristabilire i suoi movimenti. A ogni modo, la sua sete di verità la portò a parlare anche della sua malattia: nel 1963 pubblicò “Portrait of Myself“, la sua autobiografia, mentre il collega Alfred Eisenstaedt documentò le sue condizioni con un reportage per Life.
“La mia misteriosa malattia cominciò in modo così sommerso che mai avrei immaginato ci potesse essere qualcosa che non andava – dichiarò in quegli anni la fotografa -. Il morbo non colpisce la parte del cervello che controlla il pensiero, ma i centri motori che coordinano i movimenti volontari. E’ come un’Idra inafferrabile, dalle mille spire. Costretta a dedicare il mio tempo agli esercizi, ho scoperto la soddisfazione di misurare i piccoli miflioramento e avere così, di nuovo, la sensazione di poter ancora controllare la mia vita – una consapevoleza per me fondamentale”. Questa dichiarazione è stata presa da “Prima, donna. Margaret Bourke-White“, mostra allestita al Museo di Roma in Trastevere fino al 27 febbraio 2022.
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Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva scoperta nel 1817 dal medico inglese James Parkinson e definita come “forma di paralisi agitante”. Le cause dell’insorgenza del morbo sono tuttora sconosciute, ma si presume abbiano a che fare con questioni ambientali o genetiche. Tara i sintomi riconosciamo stipsi, eccessiva sonnolenza diurna, pressione bassa, compromissione del senso dell’olfatto e del gusto e perdita di espressività.
Ultima modifica: 04/11/2021