Paralimpiadi, la prima di Manuel Bortuzzo: “Punto all’eccellenza, anche se non posso vincere l’oro”

Redazione:

Manuel Mateo Bortuzzo fa parte dei 141 atleti italiani paralimpici che disputeranno le Paralimpiadi di Parigi 2024 (qui la guida completa). Per il giovane triestino sarà la prima Paralimpiade della sua carriera sportiva, dopo l’incidente che lo ha reso noto in tutta Italia e dopo le polemiche scaturite da alcune dichiarazioni passate dello stesso atleta.

Prima dei Giochi, Bortuzzo è già sceso in vasca per l’Italia paralimpica, ottenendo finora un 5° posto ai Campionati Mondiali di Manchester 2023 e un 4° posto ai Campionati Europei di Funchal nel 2024, entrambi nei 100 metri rana categoria SB4. In questa breve guida, scopriamo la storia del giovane nuotatore e come si sta avvicinando alle Paralimpiadi francesi.

Chi è Manuel Mateo Bortuzzo?

Manuel Mateo Bortuzzo nasce il 3 maggio 1999 a Trieste, ma da giovane si trasferisce a Roma per inseguire il sogno di diventare un atleta professionista di nuoto. Nel 2019 Bortuzzo resta coinvolto in una sparatoria a Piazza Eschilo, in zona Roma Sud, della quale non ha nulla a che fare:dalle indagini viene fuori che l’atleta è stato confuso con un’altra persona dagli uomini che hanno sparato.

A seguito di questo incidente, Manuel Bortuzzo riporta una lesione midollare con conseguente perdita dell’uso delle gambe. Dopo un periodo di riabilitazione, il giovane decide di intraprendere la strada del professionismo nel nuoto paralimpico. Nel mentre, diventa una personalità nota in Italia tra programmi televisivi e produzioni cinematografiche (come la sua partecipazione al Grande Fratello).

La risposta di Manuel Bortuzzo alle critiche

Manuel Mateo Bortuzzo è spesso stato al centro di alcune critiche per certe dichiarazioni in merito alla sua condizione di disabilità e nei confronti dei Giochi paralimpici. Ad Ability Channel, l’atleta ha più volte spiegato il suo punto di vista.

Ad esempio, in tempi passati l’atleta aveva espresso il desiderio di tornare a camminare, e ciò è stato visto da alcune personalità come un giudizio negativo sulla disabilità. “No, non è assolutamente una pecca perché sono disabile e voglio stare in piedi – ha spiegato in una nostra intervista del 2023 – anzi, penso di star dimostrando abbastanza bene che in realtà ci sono tantissime cose che si possono fare, che si può stare bene, che si può essere atleti, che si può essere belle persone soprattutto”.

L’altra feroce critica mossa nei confronti di Bortuzzo riguarda la sua posizione nei confronti delle Paralimpiadi. In molti infatti hanno fatto notare come alcune parole del giovane triestino potessero indicare un giudizio negati nei confronti dei Giochi paralimpici, rispetto a quelli olimpici.

“Quando uscivano degli articoli dove comunque venivano travisate delle cose che dicevo – ha confessato l’atleta in un nostro podcast a inizio 2024 – , come ad esempio quando mi chiesero qual è il tuo sogno… Non era neanche entrato nel mondo paralimpico, non l’avevo neanche preso in considerazione, ancora non ero neanche tornato in acqua a fare sul serio: ovvio che quando mi avevano chiesto qual è il tuo sogno, appena sparato, appena messo su una sedia a rotelle, io ti dico: ‘Il mio sogno è tornare a camminare e poi un giorno andare alle Olimpiadi’. Ma perché è come un film, il ragazzo che ha il sogno di andare alle Olimpiadi e gli sparano… Ma perché non l’avevo neanche preso in considerazione il mondo paralimpico, perché ero veramente offuscato da tutto il resto che non sapevo neanche che potevo far le gare, ero veramente in un mio loop. E quindi avevo detto questa cosa qua. Ovviamente chi vuole fare un titolo contro, fare un titolo clickbait, dice: ‘Manuel denigra le Paralimpiadi e pensa di andare alle Olimpiadi’. Cosa che poi è tecnicamente e fisicamente impossibile che succeda, quindi stiamo parlando del niente”.

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La prima Paralimpiade per Manuel Bortuzzo

Risolte le critiche, ormai Manuel Bortuzzo è totalmente concentrato sui Giochi paralimpici di Parigi 2024. Sempre nel nostro podcast del gennaio 2024, il giovane ha dichiarato il suo obiettivo: “L’intenzione è puntare all’eccellenza, voglio che il mio focus sia quello, anche se so benissimo che non posso vincere un oro paralimpico. Ma a me non frega niente, vado a provarci, per poter dire di averci provato”.

Una consapevolezza, quella di Bortuzzo, nata dopo essersi addentrato sempre più nel contesto paralimpico. Per l’atleta, l’eccellenza può significare (semplicemente) tirare fuori le proprie potenzialità alla sua prima Paralimpiade, riconoscendo però che al momento la medaglia d’oro è un traguardo difficile, a fronte di campioni paralimpici più esperti di lui.

“Io lo so che quello è veramente forte, io lo so che ancora quello è su un altro pianeta rispetto a me, magari il primo o il secondo – ha confessato nel nostro podcast -. Però a me non frega niente, io vado là per giocarmela alla pari, voglio sentirmi come loro per poter dire di averci provato, e per poter dire ‘Io entro in acqua per poter tirare fuori il meglio’. Non voglio accontentarmi, nonostante appunto abbia la consapevolezza, adesso ce l’ho maggiormente, che so quant’è difficile. Prima magari fino a che non le vedevo certe cose, potevo anche non arrivarci a capirlo. Però adesso che l’ho visto, l’ho conosciuto, anche la facilità con cui fanno cose che io faccio magari con molta più fatica, allora lì dico ‘Ok sì è anche giusto, sono 15 anni che lo fanno, è anche normale che loro siano su un altro pianeta’. Però mi stimola molto, soprattutto perché il primo al mondo, dopo una gara che abbiamo fatto insieme, mi ha detto: ‘Hai guardato, hai visto come si fa?'”.

Una Paralimpiade in cui volente o nolente Manuel sarà protagonista, a causa o grazie al suo valore massmediale, a cui il giovane cerca di dare un valore aggiuntivo: “Voglio portare a far conoscere il movimento sempre di più, ma proprio perché una volta che hai conosciuto le persone stesse… Ma con chiunque parlavo, cioè: ‘Tu meriti il mondo ma perché non hai niente meno di me e di nessun altro, puoi essere di insegnamento a tantissime altre persone'”.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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