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Manovra 2025 e pensioni: cosa c’è nel disegno di Legge di Bilancio

Non ci sarà una riforma strutturale delle pensioni nella Manovra finanziaria 2025, ma qualche conferma per il pensionamento anticipato

Rispetto alle iniziative ipotizzate nelle scorse settimane, la Manovra 2025 non farà cambiamenti strutturali riguardo le pensioni, ma si concentrerà su rivalutazioni e incentivi per restare a lavoro. Questi dettagli sono emersi dopo che il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno della prossima Legge di Bilancio, che ora dovrà essere inviata al Parlamento entro il 21 ottobre 2024.

Tema caldo della Manovra finanziaria restano le pensioni, anche quelle anticipate: inizialmente si discuteva di cambiamenti strutturali (come l’introduzione della Quota 104), l’aumento delle pensioni minime e altro ancora. Tuttavia, in base alle notizie promulgate nelle ultime ore, i cambiamenti della prossima Legge di Bilancio sembrano essere molto pochi.

Pensione anticipata: cosa cambia con la Manovra 2025?

La riforma completa del sistema pensionistico ancora non si farà. È ciò che emerge dalla Manovra finanziaria approvata in CdM, e che ora dovrà essere analizzata in Parlamento. Si delinea invece un quadro già visto lo scorso anno, con la riconferma di misure già note di pensione anticipata e qualche piccolo cambiamento.

Partiamo proprio dalle pensioni anticipate. Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna vengono prorogate per un altro anno, per cui non ci sono sostanziali novità. Grazie a Quota 103, come scrive SKYTG24, i lavoratori potranno andare in pensione in anticipo con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, imponendo però il ricalcolo contributivo.

Pensionioggi.it scrive che Ape Sociale resta identico: un anticipo pensionistico che si basa sui 63 anni e 5 mesi di età, e può essere ottenuto da lavoratori che si trovano in situazione di svantaggio, come i caregiver familiari e le persone con invalidità almeno del 74% e con 30 anni di contributi.

Invece a Opzione Donna, che permette alle lavoratrici un pensionamento anticipato con 35 anni di contributi e 61 anni di età, viene spostato al 31 dicembre 2024 il limite della maturazione dei requisiti.

Come cambiano le pensioni minime nella Manovra 2025?

Uno dei temi anticipati per la futura Legge di Bilancio è quello delle pensioni minime, e il disegno di legge confermerebbe la volontà del governo di alzare l’importo.

Ancora non ci sono conferme sui numeri, ma SKYTG24 ipotizza un passaggio da 614,77 a 625,83 euro. Secondo Pensionioggi.it invece, attraverso una rivalutazione straordinaria intorno al 4%, si dovrebbero raggiungere i 630 euro al mese.

Inoltre Fanpage scrive che dovrebbe migliorare il meccanismo dell’indicizzazione delle pensioni in relazione all’inflazione: si partirà da 3 fasce per la perequazione, con adeguamento al 100% del tasso d’inflazione per le pensioni di importo fino a 4 volte il trattamento minimo; al 90% per le pensioni di importo compreso tra 4 e 5 volte il minimo; al 75% per le pensioni di importo superiore.

Pensioni, incentivi su permanenza a lavoro e previdenza complementare

Se da una parte dunque il sistema pensionistico italiano non subisce trasformazioni, dall’altra nella Manovra 2025 sono apparse misure che puntano ad allungare la permanenza nel mondo del lavoro. In particolare, si parla di incentivi a livello fiscale per chi resta in servizio su base volontaria: si parla di una detassazione del 9,19% in termini di contributi.

Infine la prossima Legge di Bilancio vorrebbe spingere i lavoratori alla previdenza complementare, attraverso l’introduzione di un semestre di silenzio assenso con cui destinare il TFR ai fondi pensionistici. Tutte queste misure però sono ancora da scrivere.

Leggi anche: Manovra 2025, quali sono i bonus a rischio con la Legge di Bilancio?

Ultima modifica: 17/10/2024

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.