Manovra 2025 e disabilità: detrazioni IRPEF per chi ha figli disabili

Nella Manovra finanziaria 2025 ci sono misure dirette alle persone con disabilità. In attesa di scoprire cosa succederà alla Legge di Bilancio, attualmente il testo della bozza prevede diverse voci per le persone disabili (le cui più importanti le abbiamo raccolte all’interno della nostra guida).

Tra le varie misure che potrebbero essere approvate il prossimo anno, salvo eventuali modifiche, ci sono le detrazioni IRPEF per chi ha figli con disabilità nella propria famiglia. All’interno di questo articolo, scopriamo come funzionano.

Disabilità nella Manovra 2025: come funzionano le detrazioni?

Al fine di combattere la crisi della natalità, la Manovra 2025 dell’attuale governo punta a dare maggiori benefici fiscali alle famiglie con figli. Uno degli espedienti è la realizzazione del taglio al cuneo fiscale per chi presenta i redditi oltre i 75mila euro.

Queste detrazioni però saranno cospicue principalmente per chi presenta redditi fino a 100mila euro, mentre chi supera questa cifra avrà una detrazioni inferiore. In particolare:

• la detrazione viene fissata a un massimo di 14mila euro se il reddito è tra i 75mila euro e i 100mila euro;
• la detrazione massima viene fissata a 8mila euro se il reddito va oltre i 100mila euro.

C’è poi da considerare il quoziente familiare: nel caso in cui una famiglia non presenta figli fiscalmente a carico, viene ridotto della metà (0,50); se c’è almeno un figlio fiscalmente a carico, allora passa a 0,70; quando ci sono due figli fiscalmente a carico, si alza a 0,85; infine, con due figli fiscalmente a carico o se è presente in famiglia almeno un figlio con disabilità, allora il coefficiente passa a 1.

Quanto manca all’approvazione della Manovra 2025

L’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2025 è iniziato da pochi giorni, per cui bisognerà aspettare ancora diverse settimane prima della sua approvazione definitiva, che deve avvenire entro il 31 dicembre 2024. Poi, il 1° gennaio 2025, entrerà in vigore.

Prima però, la bozza del testo deve passare alla Camera e al Senato, dove devono essere discussi potenziali emendamenti che punteranno a modificarne il contenuto prima di poter essere avallata.

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