Nel 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato quello che è il primo Rapporto mondiale su violenza e salute, dedicando ampio spazio alla violenza contro le persone anziane disabili e definendo quest’ultima come “uso intenzionale di forza fisica o di potere, minaccioso o reale, contro una persona o un gruppo di persone o una comunità, che risulta o ha un’alta probabilità di risultare in lesione fisica, morte, danno psicologico, non sviluppo o deprivazione”.
Le principali categorie di abuso
Le categorie principali di abuso sugli anziani disabili sono tre:
- Domestico, cioè nell’abitazione dell’anziano o in quella di chi si prende cura di lui;
- Istituzionale, quella che viene praticata nelle case di riposo e nelle residenze assistenziali;
- Auto-inflitto, ossia un comportamento autolesivo da parte dell’anziano, tipico di coloro con difficoltà cognitive e in stato di abbandono.
Gli abusi nei confronti delle persone anziane sono un problema crescente, soprattutto in relazione agli ultraottantenni; questo problema è sottostimato e poco conosciuto, sia in ambito medico che nella società, infatti i pochi studi disponibili riportano che il 4-6% della popolazione anziana subisce abusi all’interno della propria abitazione e, nella maggior parte dei casi, a commettere tali abusi sono i membri della famiglia stessa. All’interno della popolazione, i soggetti più frequentemente colpiti da abusi sono proprio disabili, bambini ed anziani, i quali, essendo fragili, sono soliti divenire un bersaglio di violenza, e questo accade spesso nei luoghi che dovrebbero proprio proteggerli, quali asili nido o strutture socio-assistenziali.
Cosa fare in caso si sospetti un abuso
Qualora si nutrano dei sospetti di abuso nei confronti di una persona anziana disabile è importante eseguire un dettagliato esame fisico sulla presunta vittima. Con questa analisi si deve valutare l’aspetto corporeo dell’anziano, ricercandovi eventuali lesioni, presenza di malnutrizione o scarsa igiene, anche se la parte più importante dell’esame clinico è fornita dalla valutazione dello stato mentale.
È importante che il medico curante compia un’adeguata anamnesi e valutazione clinica, in particolare soffermandosi sui rapporti con i familiari e sulla situazione sociale e domestica, tutto ciò con lo scopo di individuare eventuali forme di abuso, cercando di prevenirle attraverso le valutazione di fattori di rischio. Eseguendo questi esami è opportuno non trascurare il rapporto con colui che si prende cura dell’anziano disabile, ad esempio malato di Alzheimer o affetto da Parkinson, evitando però un confronto diretto con esso e identificando aspetti precisi, come problemi comportamentali della vittima legati alla disabilità che possono aumentare lo stress di colui che assiste l’anziano.
Come porre rimedio agli abusi?
Qualora si ritenga che il proprio familiare sia vittima di abusi da parte di coloro che lo assistono, è anzitutto opportuno prendere dei provvedimenti nei confronti degli abusatori e, successivamente, affidare a qualcun altro l’onere di prendersi cura del fragile anziano disabile.
La legge sulla video sorveglianza
Ormai spesso, nei fatti di cronaca, si sente parlare di abusi sugli anziani disabili nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, ed è proprio per tutelare il benessere di questi soggetti che la Camera ha approvato una legge che promuove misure protettive per prevenire e contrastare i maltrattamenti e gli abusi, anche di natura psicologica, a danno di anziani e disabili ospitati presso strutture assistenziali. Con questa nuova legge sarà possibile installare dei sistemi di video sorveglianza a tutela di questi soggetti che, purtroppo, non sono in grado di difendersi da soli, potendo così fornire dei validi aiuti alle indagini riguardanti casi di denuncia di abuso e maltrattamento nei confronti di disabili ed anziani. Inoltre sarebbe opportuno, oltre che a verificare in modo approfondito che la cultura e la capacità professionale del personale siano adeguate alle difficoltà che questo lavoro comporta, che qualsiasi centro di assistenza fosse costantemente aperto ai familiari degli assistiti in modo tale che questi ultimi, attraverso i propri occhi, possano sorvegliare la persona a loro cara e prevenire questi inammissibili abusi.
Tuttavia le telecamere non impediranno in maniera diretta gli abusi nei confronti di disabili ed anziani, saranno solo utili a documentarli e quindi ad avviare procedure penali nei confronti dei responsabili; l’unica soluzione per salvaguardare le persone più fragili è quella di non isolarle mai, bensì di farle vivere in mezzo a noi, perché è l’intera collettività che protegge le persone con disabilità. In alcuni casi, quindi, la soluzione più congeniale consiste nell’avvalersi dell’assistenza domiciliare di enti che certifichino le referenze dei propri operatori, in modo tale di non incorrere nuovamente in eventuali abusatori. Può capitare infatti che, assumendo una badante per assistere l’anziano disabile, questa presenti innumerevoli referenze, apparentemente vere, ma che talvolta non lo sono, e che colui che sta per affidarle il proprio familiare non vada a controllarne la veridicità.
Gli addetti all’assistenza dell’anziano devono essere in grado di prendersi cura di qualsiasi esigenza del paziente, soddisfacendo i più alti standard qualitativi, in ogni momento nell’arco della giornata. Nei casi più gravi, è consigliabile optare per un’assistenza domiciliare agli anziani, autosufficienti e non, di 24 ore su 24, così da non lasciare mai solo il fragile soggetto, fornendogli assistenza in ogni attività, poiché esso potrebbe incontrare difficoltà anche nello svolgere le operazioni quotidiane più semplici come lavarsi, vestirsi o prepararsi da mangiare.
Ultima modifica: 08/03/2020