La Malattia di Lyme o Borreliosi di Lyme è una malattia infettiva, causata dal batterio Borrelia Burgdorferi (appartenente alla famiglia delle Spirochetacee), che la zecca della specie Ixodes ricinus (diffusa in Italia) trasmette all’uomo e agli animali attraverso il morso o la più comunemente chiamata puntura di zecca.
I problemi che la malattia determina abbracciano un ampio quadro clinico. Si parte dal rash cutaneo (eritema migrante), per passare ad interessamenti articolari come nella Malattia di Still, cardiaci, del sistema nervoso periferico o centrale, al coinvolgimento dei nervi cranici e all’infiammazione del nervo ottico.
Descritta nel 1975 a seguito di un’epidemia in un piccolo paese chiamato Old Lyme (da cui il nome) del Connecticut negli Stati Uniti d’America, fu riscontrata in Italia, soprattutto nelle regioni del Friuli, Veneto, Liguria, Emilia Romagna e Toscana, negli anni ottanta.
La zecca è un parassita che vive sulla superficie esterna del corpo dell’ospite nutrendosi di sangue. Ed è così, succhiando il sangue di animali infetti, che la zecca immagazzina il batterio Borrelia Burgdorferi per poi trasmetterlo, attraverso il morso, all’uomo e ad altri animali.
La zecca infetta, per trasmettere l’infezione all’uomo, deve aderire alla cute per oltre 24 ore. Con i morsi ripetuti, ma indolori, trasmette il batterio Borrelia attraverso il rigurgito, le feci o la saliva nel punto del morso stesso.
Gli animali infetti come cervi, ricci, uccelli e roditori, rappresentano il serbatoio di propagazione del batterio Borrelia Burgdorferi. Le probabilità di essere morsi da zecche infette aumentano frequentando aree erbose, boschive, parchi e aree verdi urbane. Chi conduce per motivi di lavoro o ricreativi attività all’esterno, come le guardie forestali, i componente le forze dell’ordine, gli allevatori, i raccoglitori di funghi, le guide turistiche, gli escursionisti etc., hanno elevate possibilità di contrarre l’infezione da zecca. I mesi fra aprile ed ottobre sono quelli in cui si verifica la maggiore incidenza della Malattia di Lyme, con un picco tra giugno e luglio.
Per ridurre i rischi di morso di zecca è indispensabile adottare comportamenti che prevedono di:
E’ possibile diagnosticare la malattia di Lyme valutando i seguenti dati clinici:
una variabile combinazione di:
In comune con altre patologie e meno frequenti, ma non per questo meno importanti, nella Malattia di Lyme sono:
La diagnosi sierologica avviene attraverso test che servono per identificare gli anticorpi anti Borrelia. Il primo, ad elevata sensibilità, è il test ELISA, supportato in caso di positività, da un test ad elevata specificità (immunoblot).
Infine un test di terzo livello, eseguito in biologia molecolare, (solo se i primi due test risultano positivi) è riservato a quei casi in cui è difficile valutare l’andamento degli anticorpi.
Dal momento che la risposta al batterio nell’organismo umano si sviluppa molto tardi, gli esami di laboratorio non risultano del tutto attendibili e devono, quindi, essere integrati con quelli clinici per supportare la diagnosi di Malattia di Lyme.
Dalla Malattia di Lyme, con l’avvio di una terapia antibiotica eseguita correttamente e nei tempi giusti, si guarisce. L’importante è rivolgersi a medici informati e preparati che, una volta diagnosticata la malattia, prescrivino la terapia antibiotica a base di tetraciclina (antibiotico a vasto spettro, con azione batteriostatica in particolare sulle spirochete) nelle forme cutanee e in quelle meno gravi neurologiche. L’impiego di penicillina o ceftriaxone sarà invece indicato come terapia per le forme sistemiche.
Per il trattamento della Malattia di Lyme è importante confrontare i criteri clinici e di laboratorio suggeriti dalle linee guida dell’ISS , ma seguire le indicazioni di base per rimuovere la zecca è altrettanto importante
Ad oggi la Malattia di Lyme è diffusa in tutto il mondo e, secondo il New York Times (autorevole quotidiano statunitense), è la malattia che negli USA ha maggior propagazione dopo l’AIDS.
Molti sono i personaggi famosi che ne soffrono, o ne hanno sofferto. Richard Gere, Alec Baldwin, Bella Hadid, Ben Stiller, l’ex Presidente degli Stati Uniti George W. Bush.
La cantante canadese Avril Lavigne ha contratto la malattia nel 2014 ma il ritardo della diagnosi di ben 8 mesi, le ha prolungato i tempi della guarigione. Definendo quello della malattia come “Uno dei periodi più terrificanti della sua vita”, in una lettera scritta ai suoi fan ha confessato: “Avevo accettato la morte e potevo sentire il mio corpo fermarsi…”
La nostra presentatrice Vittoria Cabello, anche lei vittima di una ritardata diagnosi, per un anno è stata costantemente liquidata come depressa e che il suo era un “problema psicologico”.
Impossibilitata quasi a camminare, ad articolare le parole e soprattutto a ricordare e con il fisico “arrivato allo stremo”, grazie all’aiuto di medici competenti italiani e statunitensi, è riuscita a curarsi e a ritrovare la spinta per tornare alla normalità.
Ultima modifica: 19/05/2020