Il presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli ci racconta come il movimento abbia beneficiato dell'attenzione dei media
Nel corso degli anni il linguaggio nei confronti del movimento paralimpico è profondamente cambiato, e lo stesso presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli plaude a una trasformazione che ha influenzato positivamente anche la narrazione sportiva degli atleti con disabilità.
Già lo scorso anno l’atleta Martina Caironi aveva sottolineato quanto di buono era stato fatto, anche in funzione delle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Ma anche questo è il risultato di un percorso iniziato circa 20 anni fa, e su cui in passato aleggiava molto scetticismo.
Il mondo della comunicazione e, più nel dettaglio, del giornalismo hanno un ruolo fondamentale nella narrazione delle dinamiche paralimpiche. Eppure non è sempre stato così, e il CIP ha dovuto lavorare “affinché si uscisse dall’ombra”, come ci dice Luca Pancalli.
Proprio così, perché ai tempi non era semplice per il movimento far parlar di sé. Ma negli anni Duemila iniziò proprio la costruzione di un’idea atta a concretizzare “quello che è accaduto e per il quale stiamo raccogliendo i frutti” (basti pensare al medagliere di Tokyo 2020).
In questo senso, il mondo dei media ha giocato un valore fondamentale in quanto, come ammette il presidente CIP, “ha cominciato ad accorgersi del movimento, e ha intrapreso con noi un percorso di crescita nella capacità narrativa anche di tipo culturale, che fosse rispettosa del movimento sportivo e che perdesse tutti quegli orpelli di attenzione solidaristica e pietistica che caratterizzavano un po’ il passato”.
Tutto ciò è stato reso possibile perché i giornalisti “hanno imparato ad ascoltare le nostre esigenze, ad ascoltare le nostre riflessioni di politica sportiva e a comprendere che noi attraverso lo sport tentavamo di mettere in moto dei meccanismi di comprensione e non compassione”.
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Luca Pancalli è l’attuale presidente del CIP, carica che ricoprirà fino al 2024. Nato a Roma il 16 aprile 1964, la sua gioventù è stata caratterizzata da un’inclinazione particolare per il mondo sportivo, tanto che durante l’adolescenza si fa riconoscere a livello agonistico nel pentathlon moderno. Nel giugno 1981 un grave incidente sportivo gli causa una frattura alle vertebre cervicali, con conseguente tetraplegia. Da questo momento, Pancalli si avvicina al mondo paralimpico, prima come atleta in grado di conquistare numerose medaglie (8 medaglie d’oro, 6 di argento e una di bronzo) poi come istituzione.
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Ultima modifica: 15/06/2022