Mi chiamo Michela e sono una beauty promoter con SMA, e lavoro in smart working. Ecco come sfido i diversi tabù su questa professione
Ho appena terminato la mia riunione con le clienti. Ho illustrato loro il nuovo catalogo, il prodotto di punta di questo mese, tutte le offerte e ovviamente le anteprime di Natale. Ho anche fatto un paio di consulenze personalizzate e una signora ha acquistato anche per la sua vicina di casa che non poteva essere presente.
Ma tutte, proprio tutte, alla fine avevano le stelline negli occhi, si vedeva proprio che erano felici di aver partecipato. E il mio file Excel me ne dava conferma: 328 € di fatturato! Non male per un’unica ora di lavoro!
E voi direte: ma Michela, sei pazza a creare assembramenti di questi tempi! E poi con la grave disabilità (SMA, atrofia muscolare spinale) che ti ritrovi… Ma non hai paura del Covid? Cosa avete capito? Mica riunione dal vivo, siamo nel 21esimo secolo ed esiste lo smart working!
Lavoro come beauty promoter per una nota casa cosmetica. E subito penserete: ah, uno di quei lavori dove non si guadagna niente. Ma avete mai provato? E voi replicherete: c’è una mia amica che lo fa e non guadagna niente. Ma siete sicuri che la vostra amica sia capace? E allora controbatterete: non è un lavoro serio. E io vi risponderò: ma lo sapete che è regolamentato da una normativa nazionale?
Ci sono un sacco di dicerie su questo tipo di attività, a volte pronunciate con sarcasmo o addirittura cattiveria, perché la maggior parte delle persone vuole fare “il posto fisso” come Checco Zalone: uno stipendio sicuro per dormire fra due guanciali. Non dico che sia sbagliato, ci mancherebbe altro, a chi non piacerebbe?
Esistono però lavori dove tu sei manager di te stesso: decidi tu come dove e quando, ti organizzi la giornata secondo le tue possibilità fisiche o familiari, nessuno che controlla a che ora timbri il cartellino o se ti sei preso troppi giorni di malattia.
È un po’ mettersi in gioco perché in questo lavoro serve organizzazione, costante capacità di reinventarsi, una buona dialettica, molta fantasia e un pizzico di audacia! Non tutti ce l’hanno, ma possono imparare. Io ho iniziato proprio così.
La scorsa estate la mia amica Alessandra mi raccontò di questa opportunità e mi chiese se volevo iniziare lo stesso suo percorso. Su due piedi (anzi, su quattro ruote) mi nascosi dietro tutta una serie di scuse: non sono capace, questo lavoro non fa per me, mi vergogno, non conosco nessuno che potrebbe essere interessato agli acquisti… Tutta una serie di luoghi comuni che nei mesi successivi ho sentito ripetere a decine e decine di persone!
Poi all’improvviso mi scattò la molla. Mi dissi: ho qualcosa da perdere? Mi risposi: no. Mi domandai di nuovo: ho qualcosa da guadagnare? Mi risposi: forse. La decisione era presa: se avessi fatto un tentativo avrei potuto fallire ma avrei anche potuto avere successo, ma se avessi rinunciato in partenza il fallimento sarebbe stato assicurato! E poi io dico sempre che nella vita è meglio sbatterci il muso piuttosto che rimanere a domandarsi cosa sarebbe successo se…
Iniziai con grande titubanza seguendo passo passo i consigli della mia team leader Alessandra. Con grande sorpresa mi resi conto che non solo questo lavoro mi piaceva, ma ero anche brava!
Consapevole comunque dei miei limiti fisici, decisi di fare un ulteriore passo per procurarmi un “paracadute” nel caso la mia attività di beauty promoter si fosse deteriorata nel tempo. Volevo incrementare le mie possibilità di guadagno e così, solo dopo due mesi, intrapresi anch’io la strada della team leader.
Attualmente sto costruendo la mia squadra di collaboratrici, le formo professionalmente e le assisto in ogni situazione, dalla gestione delle clienti alla conoscenza dei prodotti, fino alla risoluzione di varie situazioni tragicomiche. Sì, perché con questo lavoro si creano anche nuove amicizie, si scambiano consigli (lavorativi e non), si trovano soluzioni a problemi apparentemente insormontabili.
Questo è il lavoro di una team leader: essere sempre presente per le sue ragazze (ma anche i maschietti, eh!). L’impegno è notevole, ma il compenso economico è ovviamente proporzionale: i soldi non cadono mai dal cielo e bisogna guadagnarseli!
Non per questo ho abbandonato la mia attività di beauty promoter, quindi mi destreggio tra una consulenza con una cliente, la raccolta di un ordine da un’altra cliente, l’illustrazione dei nuovi cataloghi alle amiche e la ricerca di nuove candidate per il mio gruppo di lavoro!
Il tutto secondo i miei tempi, assecondando la mia stanchezza fisica, decidendo quando interrompere per un po’ di relax, per il volontariato (sono volontaria di ASAMSI, associazione che mi sta particolarmente a cuore, della quale sono anche Consigliere nel Direttivo).
I guadagni sono a provvigione: all’inizio c’è da rimboccarsi le maniche, un po’ per inesperienza, un po’ perché bisogna fare gavetta. Ma se si è bravi in poco tempo le provvigioni aumentano, il numero di clienti aumenta e a fine mese ti ritrovi con qualche soldino in tasca. Non è uno stipendio, all’inizio non ci si avvicina neanche, ma può diventarlo.
Le cifre? Impossibile determinarle a priori: dipende tutto dall’impegno e dalla volontà di arrivare sempre più in alto. Si va per obiettivi: io per esempio all’inizio mi ero prefissata di iniziare… e l’ho fatto. Il secondo obiettivo è stato quello di raggiungere una certa cifra di guadagno… e l’ho fatto.
Il mio obiettivo attuale è quello di crearmi una piccola squadra per incrementare questa cifra, e da come sto lavorando penso ci arriverò abbastanza presto. Poi punterò ad avere una squadra più grande. E poi chissà!
Vi ho incuriositi e volete darvi un’opportunità? Va benissimo anche se già avete un lavoro, questa potrebbe essere un’attività extra per arrotondare, anche perché il ruolo di beauty promoter impegna il tempo che voi deciderete di dedicargli, anche solamente mezz’ora al giorno.
Cercatemi su Facebook e chiedetemi info senza impegno, vi aspetto!
Ultima modifica: 18/12/2020