La Lingua dei Segni italiana è riconosciuta in Italia dal 2021, ma la sua storia ha radici lontane. Scopriamo come funziona
La Lingua dei Segni Italiana è, appunto, la versione italiana della Lingua dei Segni, forma di lingua che richiede la capacità di conoscere, comprendere e comunicare attraverso il movimento delle mani e del corpo e le espressioni del viso. In Italia questa lingua è stata riconosciuta solo recentemente.
Definire la paternità della Lingua dei Segni è un lavoro piuttosto complesso, in quanto si tratta principalmente di un processo che ha visto diversi protagonisti. Ad esempio, nella seconda metà del 1700 Charles-Michel de l’Épée, considerato il padre dei sordi e ricordato come l’Abbé de L’Épée, è stato fondatore ed educatore della Scuola di Parigi per sordi, dove creeò una Lingua dei Segni per i suoi studenti.
Successivamente Thomas Hopkins Gallaudet, studioso statunitense, insieme a Laurent Clerc, su iniziativa del successore di l’Épée, Ambrogio Sicard, nel 1816 andò in America per per fondare la prima scuola per alunni sordi e divenire il primo professore sordo nel Nuovo Mondo. Infine nel 1960 William C. Stokoe riconobbe la natura linguistica di tale lingua con la pubblicazione del libro “Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf”.
La nascita della Lingua dei Segni Italiana sembra essere ancora avvolta nel mistero, ma ciò che sappiamo è che inizialmente lo studio e la diffusione di questa lingua fu fortemente limitato, e fu solo grazie al libro scritto da Stokoe che le cose cambiarono.
Per anni la cultura italiana aveva accettato l’esistenza di tale lingua, ma la vera scossa fu data nel 2021 dal Decreto Sostegno Bis, quando non solo vennero riconosciute la Lingua dei Segni Italiana e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST), ma anche i suoi interpreti.
La Lingua dei Segni Italiana ha una propria sintassi e grammatica, differenti dalle lingue delle altre nazioni. Di fatto esistono diverse lingue dei segni in giro per il mondo:
Anche questa comunicazione si basa su aspetti verbali (segni) e non verbali (espressione del viso) che deve tenere conto anche del movimento del corpo e della mano: di fatto, si basa su un canale visivo-gestuale, ed è composta da:
Dopo il riconoscimento nel 2021, la normativa italiana ha disciplinato anche il modo in cui diventare interprete LIS. In soldoni, la professione può essere esercitata da coloro che conseguono il titolo universitario del corso di laurea sperimentale ad orientamento professionale in interprete LIS e LIST.
Recentemente poi il Decreto Milleproroghe 2023 ha stabilito che, entro il 31 gennaio 2025, i professionisti – per continuare a essere tali – devono conseguire i seguenti titoli:
Ultima modifica: 26/10/2023