Lingua dei Segni Italiana: come funziona e come diventare interprete

Redazione:

La Lingua dei Segni Italiana è, appunto, la versione italiana della Lingua dei Segni, forma di lingua che richiede la capacità di conoscere, comprendere e comunicare attraverso il movimento delle mani e del corpo e le espressioni del viso. In Italia questa lingua è stata riconosciuta solo recentemente.

Come nasce la Lingua dei Segni?

Definire la paternità della Lingua dei Segni è un lavoro piuttosto complesso, in quanto si tratta principalmente di un processo che ha visto diversi protagonisti. Ad esempio, nella seconda metà del 1700 Charles-Michel de l’Épée, considerato il padre dei sordi e ricordato come l’Abbé de L’Épée, è stato fondatore ed educatore della Scuola di Parigi per sordi, dove creeò una Lingua dei Segni per i suoi studenti.

Successivamente Thomas Hopkins Gallaudet, studioso statunitense, insieme a Laurent Clerc, su iniziativa del successore di l’Épée, Ambrogio Sicard, nel 1816 andò in America per per fondare la prima scuola per alunni sordi e divenire il primo professore sordo nel Nuovo Mondo. Infine nel 1960 William C. Stokoe riconobbe la natura linguistica di tale lingua con la pubblicazione del libro “Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf”.

Storia della Lingua dei Segni Italiana

La nascita della Lingua dei Segni Italiana sembra essere ancora avvolta nel mistero, ma ciò che sappiamo è che inizialmente lo studio e la diffusione di questa lingua fu fortemente limitato, e fu solo grazie al libro scritto da Stokoe che le cose cambiarono.

Per anni la cultura italiana aveva accettato l’esistenza di tale lingua, ma la vera scossa fu data nel 2021 dal Decreto Sostegno Bis, quando non solo vennero riconosciute la Lingua dei Segni Italiana e la Lingua dei Segni Italiana Tattile (LIST), ma anche i suoi interpreti.

Come funziona la Lingua dei Segni Italiana?

La Lingua dei Segni Italiana ha una propria sintassi e grammatica, differenti dalle lingue delle altre nazioni. Di fatto esistono diverse lingue dei segni in giro per il mondo:

  • USA: American Sign Language (ASL)
  • REGNO UNITO: British Sign Language (BSL)
  • FRANCIA: Langue des Signes Française (LSF)
  • NICARAGUA: Idioma de Señas de Nicaragua (ISN)
  • FINLANDIA: Suomalainen viittomakieli (SVK)
  • NUOVA ZELANDA: New Zealand Sign Language (NZSL)
  • BRASILE: Língua Brasileira de Sinais (LIBRA)
  • ROMANIA: Limbaj Mimico-Gestual Românesc (LMG)
  • SUDAFRICA: South African Sign Language (SASL)

Anche questa comunicazione si basa su aspetti verbali (segni) e non verbali (espressione del viso) che deve tenere conto anche del movimento del corpo e della mano: di fatto, si basa su un canale visivo-gestuale, ed è composta da:

  • componenti manuali
    • movimento
    • configurazione
    • orientamento
    • luogo
  • componenti non manuali
    • espressione facciale
    • postura
    • componenti orali

Chi è e come diventare interprete LIS in Italia?

Dopo il riconoscimento nel 2021, la normativa italiana ha disciplinato anche il modo in cui diventare interprete LIS. In soldoni, la professione può essere esercitata da coloro che conseguono il titolo universitario del corso di laurea sperimentale ad orientamento professionale in interprete LIS e LIST.

Recentemente poi il Decreto Milleproroghe 2023 ha stabilito che, entro il 31 gennaio 2025, i professionisti – per continuare a essere tali – devono conseguire i seguenti titoli:

  • attestazione rilasciata dalle associazioni professionali iscritte al Ministero per lo sviluppo economico;
  • certificazione di conformità alla normativa tecnica UNI ad opera degli organismi di certificazione promossi dalle associazioni di categoria;
  • attestato in “Tecniche di traduzione e interpretazione” o “Interprete di Lingua dei Segni Italiana (LIS)” rilasciato da enti, associazioni, cooperative con certificazione UNI ISO e che abbiano lavorato negli ultimi 5 anni continuativamente nel campo.
Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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