Con un referendum del 2020 l'Italia ha deciso di modificare alcuni articoli della Costituzioni introducendo il taglio dei parlamentari
Il 20 e il 21 settembre 2020 è stata introdotto il taglio dei parlamentari in Italia. O meglio, un referendum costituzionale ha raccolto esito positivo in merito a questa riforma, per la quale è stata necessaria l’entrata in vigore della legge costituzionale 1/2020.
La materia – all’epoca fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle – peserà moltissimo sulle elezioni politiche 2022 (di cui Ability Channel sta realizzando una guida con le proposte per la disabilità dei partiti in gara). Cerchiamo di capire cosa cambierà precisamente nella nuova legislatura.
Come detto precedentemente, le elezioni politiche 2022 daranno vita a un Parlamento ridotto rispetto al passato di un numero importante di parlamentari. In particolare, il numero dei deputati passa da 630 a 400 (da 12 eletti all’estero a 8 estero) e il numero dei senatori da 315 a 200 (da 6 eletti all’estero e 4 estero). Ciò è stato reso possibile proprio grazie al referendum in materia, che ha modificato gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione Italiana.
Il duplice scopo raggiunto da questa misura è favorire il processo decisionale delle Camere e ridurre il costo della politica (il Dipartimento delle Riforme istituzionali stima un risparmio di circa 500 milioni di euro in una Legislatura). In questo modo, l’Italia non farà parte più dei Paesi europei con il più alto numero di parlamentari eletti direttamente dal popolo (945): ora troviamo solo Germania (circa 700), Gran Bretagna (650) e Francia (meno di 600). Ciò produrrà cambiamenti profondi per ogni regione (come possiamo vedere dal seguente grafico elaborato da Openpolis).
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In aggiunta, adesso il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita anche cittadini che hanno “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. Il numero massimo di persone nominate non sarà superiore di 5.
A ogni modo, è innegabile che il taglio del numero dei parlamentari ridurrà il rapporto tra il numero di abitati e i loro rappresentanti politici. Secondo i dati elaborati da Openpolis, prima della riforma c’era un deputato ogni 100mila abitanti: ora invece si passerà a 0,66 deputati ogni 100mila abitanti. Se dunque venisse solo considerato il numero di persone elette nella Camera dei deputati, l’Italia sarà il paese europeo con il rapporto minore tra deputati e numero di abitanti.
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Ultima modifica: 20/09/2022