La Legge 40 del 2004 parla di un argomento delicatissimo e in molti casi controverso: la procreazione medicalmente assistita. Scopri cos'è
La Legge 40 del 2004 parla di un argomento delicatissimo e in molti casi controverso: la procreazione medicalmente assistita (PMA), comunemente detta “fecondazione artificiale”. Per fecondazione assistita si intende quindi l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare il concepimento in tutte le coppie nei casi in cui il concepimento spontaneo sia impossibile, remoto o altamente improbabile o nei casi in cui non esistano alternative. La Legge 40 affronta di petto il tema della procreazione, che si avvale di tecniche che comportano la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni per realizzare una gravidanza.
Non esiste un solo modo per realizzare una fecondazione assistita: esistono diverse tecniche (di primo, secondo e terzo livello) in base alla complessità della fecondazione. Nel primo livello, la fecondazione avviene in maniera “naturale” all’interno dell’apparato genitale femminile. Questa pratica è poco invasiva e ben tollerata da ogni corpo femminile. Le tecniche di primo e di secondo livello invece sono più complesse e invasive e prevedono tecniche di fecondazione in vitro.
La Legge 40 regola la fecondazione assistita e nel corso del tempo ha subìto alcune modifiche. Dal 2014 infatti la Corte Costituzionale ha deciso di far decadere il divieto di fecondazione eterologa (fecondazione in cui uno o entrambi i gameti provengono da un donatore esterno alla coppia) e oggi le tecniche si avvalgono di metodi omologhi ed eterologhi.
Non tutti i centri o gli ospedali sono autorizzati all’applicazione delle tecniche di procreazione assistita. Esiste infatti un registro nazionale PMA (in costante aggiornamento) che raccoglie i dati delle strutture autorizzate e le invia al Parlamento. Le evidenze scientifiche dimostrano che il fattore più importante in questo processo è l’età della donna. Le possibilità che una donna possa rimanere incinta dopo i 40 anni sono molto limitate.
Da quando la legge 40 è entrata in vigore, il 10 marzo 2004, non ha mai avuto vita facile. Questo provvedimento, discusso a più riprese in Parlamento e in Senato, ha trovato a volte un ridimensionamento (per non dire smantellamento) nelle aule dei tribunali. Scienza e tecnologia infatti hanno fatto passi da gigante e impongono alla legge di adeguarsi ai tempi moderni. Quando nacque la Legge 40, era il primo tentativo di normare una pratica sanitaria che era già in atto da diverso tempo in tutta Italia.
Prima della Legge, i medici non potevano effettuare la fecondazione assistita alle donne di età superiore ai 50 anni, donne single o in una relazione omosessuale. La norma proibiva il congelamento degli embrioni e obbligava il il medico a impiantare contemporaneamente tutti gli embrioni prodotti. A quel tempo, le tecniche non erano così evolute come ai giorni nostri. Addirittura nella legge originale non era possibile fare alcuno screen genetico sull’embrione (in contrasto con la Legge 194). Un ultimo divieto riguardava gli embrioni utilizzati: non era possibile utilizzarli a fini della ricerca.
Da quando è entrata in vigore, la magistratura ha emesso 48 sentenze di modifica della Legge 40. Il primo intervento sostanziale è stato sugli embrioni: è stato eliminato il tetto massimo e soprattutto l’obbligo di impianto contemporaneo, poiché ritenuto in contrasto con la l’autorità del medico. La seconda modifica corposa alla legge è la cancellazione del divieto di fecondazione eterologa. La terza invece ha sancito che il divieto di effettuare diagnosi preimpianto sugli embrioni va in contrasto con il diritto degli aspiranti genitori a conoscere le condizioni di salute dell’embrione.
Anche se la legge è stata cambiata, contiene ancora divieti e norme che vanno in contrasto con l’evoluzione del diritto e della tecnologia. Ancora oggi, gli embrioni crioconservati non possano essere usati per fini di ricerca scientifica (il che avrebbe ripercussioni favorevoli e positive, sarebbe di interesse collettivo, visti gli eventuali benefici che possono avere sulla salute pubblica). Da quando è uscita la legge inoltre, sono entrate in vigore anche le unioni civili: anche le coppie composte da persone dello stesso sesso sono considerate famiglia. Ad oggi però, la legge 40 proibisce a loro di poter ricorrere alla procreazione assistita.
Un altro divieto della Legge 40 riguarda la maternità surrogata. In questo caso però non sembra esserci l’intenzione, da parte delle forze politiche, di modificarla nel breve periodo. La maternità surrogata è consentita, al momento, negli altri paesi esteri. Sono in molti a chiedersi se sia il caso di riscrivere la Legge 40 da zero. Ormai sono passati diversi anni dalla nascita della legge e diventa difficile emendarla. La scienza e la crescita dei diritti corrono veloci e il testo ormai sembra avere problemi strutturali difficilmente risolvibili.
Ultima modifica: 03/12/2021