In Italia si parla ancora di legalizzazione della cannabis, attraverso alcuni ddl: ecco cosa dicono le proposte anti-probizioniste
In Italia il dibattito sulla legalizzazione della cannabis è assai confuso, anche a causa di un impianto normativo che genera diverse ambiguità. Ciò che sappiamo è che oggi la cannabis è legale per uso industriale e terapeutico, ma i cui limiti di coltivazione e utilizzo sono spesso enigmatici. Per gli anti-proibizionisti si potrebbe migliorare la situazione, tanto che sono state presentante nuove proposte per chiedere la liberalizzazione e la legalizzazione della cannabis.
Dal 2007 la cannabis è legale per uso terapeutico, tramite ricetta monouso di breve durata e solo per determinati pazienti con determinate condizioni di salute. Ma la cannabis in senso stretto non è né legalizzata né liberalizzata. Inoltre, il suo utilizzo è considerato come terapia di supporto da introdurre nel caso in cui le cure tradizionali non abbiano dato i risultati sperati. È lo stesso sistema sanitario a fornire la cannabis terapeutica in 2 modalità:
In linea generale, la normativa italiana si regge due punti:
Leggi anche: Cannabis, avvocati di Walter De Benedetto: “Serve normativa chiara”
Attualmente il dibattito sulla legalizzazione della cannabis è tornato in auge per diversi motivi, uno dei quali riguarda la delega per le politiche anti-droga che il Governo Draghi ha consegnato alla ministra delle Politiche Giovanili Fabiana Dadone, sponda anti-proibizionista.
Inoltre esistono alcune proposte di legge che puntano ad allargare la forbice della legalizzazione in Italia sotto vari aspetti. Una delle più note è quella a prima firma di Riccardo Magi (deputato +Europa), i cui principi cardini sono i seguenti:
Al momento l’iter di discussione del ddl Magi è fermo in Commissione Giustizia della Camera dei deputati. Sebbene la discussione ha ripreso il via, sono in molti a pensare che non ci sarà l’approvazione in questa legislatura, in quanto l’attuale maggioranza comprende anche forze politiche contrarie alla completa liberalizzazione della cannabis.
Su un piano simile a quello della proposta di Magi si muove il “Manifesto Collettivo“, depositato alla Camera nel dicembre 2020 da Michele Sodano, ex m5s oggi deputato al Gruppo Misto. Attraverso questo testo, Sodano vorrebbe legalizzare l’autocoltivazione, la commercializzazione e il consumo della cannabis, sul modello USA, con uno scopo anche puramente economico: guadagnare un gettito fiscale nazionale di circa 10 miliardi di euro l’anno.
Prima ancora di queste proposte, nel 2019 il senatore sponda M5S Matteo Mantero presentò il ddl cannabis light, la cui approvazione avrebbe consentito la coltivazione di 3 piantine di genere femminile nella propria abitazione o in forma associata e il possesso di massimo 15 grammi di marijuana all’interno del proprio domicilio e di 5 grammi all’esterno. Durante il Governo Conte I, però, Lega e Forza Italia bocciarono la proposta.
Sul fronte opposto, di chi vorrebbe inasprire le pene, troviamo un testo depositato il 9 ottobre 2019 da Riccardo Molinari (Lega) che prevede:
Leggi anche: Perché è difficile fare ricerca scientifica sulla cannabis in Italia?
Ultima modifica: 29/11/2021