Il 14 luglio 2021 alla commissione giustizia della Camera è stato presentato un testo base che chiede la legalizzazione della coltivazione domestica della cannabis. Il documento unisce le proposte di Riccardo Magi (+Europa) e Caterina Licatini (M5S) ed è articolato in 5 punti:
- introduzione dei fatti di lieve entità con pene meno severe per i reati di produzione, detenzione e spaccio (art. 73 del Testo Unico sugli stupefacenti);
- coltivazione di 4 piante per uso personale;
- eliminazione della sanzione amministrativa (art. 75);
- nel caso in cui il reato sia commesso da un tossicodipendente, la punizione consisterebbe in lavori socialmente utili invece della detenzione;
- le pene aumenterebbero in caso di associazione a delinquere, se commesso verso i minori e per chi è in possesso di un’autorizzazione a produrre cannabis per fini medici e di ricerca.
Con il testo depositato, adesso si apre la stagione degli emendamenti: i parlamentari potranno avanzare modifiche al documento e, una volta approvate o rifiutate, si andrà al voto. Oltretutto come spiega Licatini sui social, “è stata fissata per la prossima settimana (questa settimana, ndr) la discussione sulle modifiche alla legge 309 del 1990, il testo unico in materia di stupefacenti”.
Leggi anche: Riccardo Magi ci spiega il testo sulla coltivazione domestica della cannabis
Legalizzazione cannabis: qual è la situazione in Italia?
La legalizzazione della cannabis in Italia non è legiferata a dovere, poiché non è né liberalizzata né legalizzata. Ciò ha sempre prodotto diverse ambiguità, con la nascita di sentenze giudiziarie che sono dovute intervenire per definire chiarezza sul tema, come per la vicenda di Walter De Benedetto. Al momento l’impianto normativo italiano si regge su due punti:
- ddl cannabis 242 del 2016, la modifica della cannabis sativa o cannabis light (a baso contenuto di THC, deve essere tra lo 0,2% e lo 0,6%) è legale e la sua coltivazione è consentita in ambito industriale. Per le varietà, invece, si deve far riferimento al Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole. L’uso ricreativo invece non viene normato ma neanche permesso.
- Testo Unico Stupefacenti (DPR 309/1990): è pianta da droga qualsiasi varietà di canapa, indipendentemente dal suo livello di THC, riconoscendo l’eccezione solo “per la produzione di fibre o per altri usi industriali consentiti dalla normativa dell’Unione europea”.
Dal 2007 è comunque consentita l’uso terapeutico della cannabis. Tuttavia il monopolio della coltivazione, preparazione e distribuzione è in mano allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, la cui offerta è nettamente inferiore rispetto alla domanda del pubblico.
Leggi anche: Perché è difficile fare ricerca scientifica sulla cannabis in Italia?