Ipertensione, problemi alle coronarie, emicrania, arterite, turbe della vista, morbo di Parkinson, ipospadia (la malformazione del meato uretrale) e, a quanto pare, anche spina bifida occulta. Questo cocktail di patologie, secondo lo psichiatra americano Frederick Redlich che ne ha studiato a lungo i documenti clinici, spiegherebbe molto del comportamento di Adolf Hitler contravvenendo alle teorie che volevano più semplicemente il Fuhrer uno psicopatico e schizofrenico.
Certamente uno degli elementi meno conosciuti è che il dittatore nazista era afflitto dalla spina bifida occulta, la forma più leggera di spina bifida caratterizzata dall’incompleta chiusura della parte terminale di alcune vertebre ma molto spesso asintomatica. Non solo: il Fuhrer era il terzo di sei fratelli, uno dei quali, Otto Hitler, morì dopo appena una settimana dalla nascita a causa dell’idrocefalo, una grave patologia cerebrale.
I crimini commessi contro l’umanità quindi non furono la conseguenza di malattie mentali: se dal punto di vista psicologico – conclude lo psichiatra americano – Hitler era ”un narcisista, un depresso, un paranoico, un ipocondriaco” nel proprio agire purtroppo fu sempre ”lucido e cosciente”.
Come si evince dagli studi del Dottor Redlich, l’uomo che sosteneva la purezza della razza ariana, che con il programma Aktion T4 arrivò a pianificare l’eliminazione sistematica dei disabili era lui stesso, in qualche modo, fisicamente disabile.
Ultima modifica: 17/02/2020