Lingua dei Segni: l’alfabeto, come nasce e come impararla

Redazione:

La Lingua dei Segni è una vera e propria lingua, in quanto per essere funzionale non è necessario semplicemente gesticolare, ma richiede di conoscere, comprendere e comunicare un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimento del corpo.

Viene utilizzata principalmente dalle persone sorde o sordomute, ed è una comunicazione verbale che contiene aspetti non verbali (l’intonazione delle espressioni del viso) e verbali (i segni). Inoltre, la Lingua dei Segni ha una sua sintassi e una sua grammatica precisa.

All’interno di questa guida, scopriamo la storia della Lingua dei Segni, le sue caratteristiche, le lettere dell’alfabeto, se possiamo parlare di linguaggio dei segni e quali sono i segni LIS.

La lingua e il linguaggio dei segni sono la stessa cosa?

La Lingua dei Segni non va confusa con il linguaggio dei segni, anche se possono apparire equivalenti: il perché è da ricercare nel termine “linguaggio”, che indica la capacità innata degli esseri umani di comunicare tra loro attraverso una o più lingue, indipendentemente dal mezzo che si utilizza (voce, mani, corpo). Da qui capiamo che il termine “lingua” riguarda un sottoinsieme specifico del “linguaggio”. Altresì, è erroneo parlare anche di linguaggi dei segni.

La lingua dei segni è universale?

In giro per il mondo esistono diverse lingue dei segni che, a seconda della cultura predominante, determinano una variazione dei segni: così come accade con le lingue vocali infatti, anche le lingue dei segni mostrano differenze tra di loro. Il database internazionale delle lingue Ethnologue elenca ufficialmente 129 diverse lingue dei segni, ad esempio:

  • ITALIA: Lingua dei Segni Italiana (LIS)
  • USA: American Sign Language (ASL)
  • REGNO UNITO: British Sign Language (BSL)
  • FRANCIA: Langue des Signes Française (LSF)
  • NICARAGUA: Idioma de Señas de Nicaragua (ISN)
  • FINLANDIA: Suomalainen viittomakieli (SVK)
  • NUOVA ZELANDA: New Zealand Sign Language (NZSL)
  • BRASILE: Língua Brasileira de Sinais (LIBRA)
  • ROMANIA: Limbaj Mimico-Gestual Românesc (LMG)
  • SUDAFRICA: South African Sign Language (SASL)

A conti fatti dunque, la Lingua dei Segni non può essere considerata una lingua universale poiché ogni paese ha precise differenze, come per qualsiasi lingua vocale. Nel 2017 l’Organizzazione della Nazioni Unite ha dato vita alla Giornata internazionale delle lingue dei segni, che dal 2018 si celebra ogni anno il 23 settembre.

storia lingua dei segni
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Storia della Lingua dei Segni Italiana

In Italia la Lingua dei Segni sembra essere giunta durante la prima metà dell’Ottocento, ma inizialmente fu proibita nelle classi. In base a quanto scrive il National Geographic, la prima scuola italiana per persone sorde venne creata a Roma nel 1784 dal sacerdote Tommaso Silvestri, che l’anno prima si era recato a Parigi per studiare la lingua. Oltre alla componente gestuale, Silvestri sviluppò anche quella orale.

La Lingua dei Segni Italiana, oggi abbreviata con LIS, è stata riconosciuta in Italia per legge solamente nel 2021 ad opera dell’allora ministra della Disabilità Erika Stefani. Fu il Decreto Sostegno Bis a introdurre questa novità, attraverso l’articolo 34-ter.

In pratica, il decreto “riconosce, promuove e tutela la lingua dei segni italiana (LIS) e la lingua dei segni italiana tattile (LIST)”. Inoltre, riconobbe anche le figure d’interprete LIS e LIST. Infine nel 2020 il Festival di Sanremo adottò per la prima volta 15 performer di traduzione LIS per raccontare tutta la kermesse alle persone sorde.

Chi ha inventato la Lingua dei Segni?

L’origine della lingua è un po’ avvolta nel mistero, in quanto sembrano esserci vari filoni che attribuiscano la paternità a uno o a un’altra personalità. Molto probabilmente si è trattata di un’evoluzione storica, un processo che ha visto numerosi protagonisti determinare la nascita di questa lingua.

Basti pensare che ci sono diverse notizie – seppur poco chiare – dell’esistenza di una comunicazione visiva fin dall’antichità. Ma più recentemente, come ricostruisce sempre il National Geographic, la prima persona a tentare di creare una lingua per le persone sorde sarebbe stato il monaco benedettino Pedro Poce de Leòn nel XVI secolo, ma attualmente non esistono tracce scritte della sua opera.

Nel 1620 poi Juan Pablo Bonet avrebbe pubblicato il primo trattato sull’educazione delle persone con disabilità uditive: “Riduzione delle lettere ai loro elementi primitivi e arte per insegnare ai muti a parlare“. In quest’opera, Bonet proponeva alle persone sorde di imparare a articolare le parole e a costruire frasi dotate di significato, attraverso un processo graduale: ad esempio, ogni lettera era espressa tramite un gesto della mano destra.

Invece a realizzare un sistema ancora più complesso sarebbe stato Charles-Michel de l’Épée, ricordato come l’Abbé de L’Épée: fondatore ed educatore della Scuola di Parigi per sordi, nella seconda metà del 1700 decise di realizzare una Lingua dei Segni per i suoi studenti, aggiungendo dei segni da lui creati che avevano corrispondenza con elementi sintattici e grammaticali della lingua francese.

Il successore di l’Épée, Ambrogio Sicard, continuerà a studiare la Lingua dei Segni, un lavoro che affascinerà Thomas Hopkins Gallaudet, studioso statunitense, che inviterà in America Sicard. Quest’ultimo, come riporta storiadeisordi.it, dirà di avere troppi impegni nella capitale francese, e quindi propose Laurent Clerc come sostituto, che appunto nel 1816 si imbarcò insieme a Gallaudet per fondare la prima scuola per alunni sordi in America e divenire il primo professore sordo nel Nuovo Mondo.

In America la diffusione della lingua per sordi di natura francese diventa capillare: nel Connecticut nasce il primo istituto per sordi, precisamente a Hartford. La LSF, combinata con alcuni segni legati alla cultura locale, darà vita alla Lingua dei Segni Americana (ASL).

La scossa a livello internazionale fu data da William C. Stokoe che nel 1960 scrisse un libro, dal titolo “Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication System of the American Deaf“, attraverso il quale riconobbe la natura linguistica dei segni: in pratica, dimostrò che questo modo di comunicare fosse in grado di esprimere qualsiasi messaggio, visto che si reggeva su un impianto lessicale e grammatico ben definito.

linguaggio dei segni
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Alfabeto Lingua dei Segni

L’alfabeto della Lingua dei Segni è un sistema di segni che permette di rappresentare le lettere dell’alfabeto italiano attraverso gesti e movimenti delle mani. Ogni lettera viene espressa con una specifica configurazione delle dita e una posizione particolare delle mani, adattate alla tridimensionalità dello spazio.

L’alfabeto LIS è un importante strumento di comunicazione per la comunità sorda, che permette di esprimere concetti, emozioni e informazioni in modo immediato e diretto. Il suo uso richiedono pratica e sensibilità, poiché la forma delle mani e i movimenti devono essere precisi e ben visibili per essere comprensibili.

Sebbene l’alfabeto LIS sia una parte fondamentale della lingua, la LIS nel suo complesso si caratterizza per una grammatica propria, con regole sintattiche e semantiche che differiscono dalla lingua parlata. Di seguito l’elenco delle lettere dell’alfabeto.

alfabeto Lingua dei segni

Come funziona la Lingua dei Segni?

Come detto precedentemente, anche questa lingua – come quelle vocali – presenta aspetti verbali e non verbali che la rendono a tutti gli effetti espressione di un linguaggio. Sostanzialmente, non abbiamo la semplice produzione di gesti banali, bensì una forma di comunicazione che deve tener conto del movimento del corpo, delle mani e del viso.

Ad esempio, compiere un gesto con una o due mani può cambiare il significato di una frase. O anche, l’espressione del viso sostituisce il tono della voce. Questo ci fa capire che viaggia su un canale visivo-gestuale. Più nel dettaglio, la comunicazione dipende molto dalla configurazione assunta dalle mani, dal movimento compito e dall’orientamento del palmo e delle dita. In soldoni la Lingua dei Segni è composta da:

  • componenti manuali
    • movimento
    • configurazione
    • orientamento
    • luogo
  • componenti non manuali
    • espressione facciale
    • postura
    • componenti orali

Dove si impara il linguaggio dei segni?

Esistono diverse strutture che accolgono lo studio della Lingua Italiana dei Segni, e possono anche aiutare nel percorso per diventare un interprete LIS. La maggior parte delle sedi di studio si trovano a Roma, ma ci sono anche sedi fuori dalla Capitale. Inoltre esistono anche materie universitarie dove si studia la lingua dei segni, ma dipende dall’offerta formativa dell’Università. In linea generale, è possibile informarsi con:

  • ENS: “Ente Nazionale Sordi”, che eroga corsi in tutta Italia
  • GRUPPO SILIS: “Studio e Informazione sulla Lingua dei Segni Italiana”, Roma
  • AES: “Accademia Europea Sordi”, Roma
  • ISSR: “Istituto Statale Sordi Roma”, Roma

Leggi anche: Come diventare interprete della Lingua dei Segni

Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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