La prima edizione del Premio USR-Heyoka è conclusa. Tiriamo le somme di quella che è stata una manifestazione dedicata alla disabilità
La quarta edizione di Uno Sguardo Raro, il Festival di cinema internazionale sul tema delle Malattie Rare, è stata l’uscita ufficiale della prima edizione del Premio USR-Heyoka, community creata con l’intento di condividere storie di coraggio ed esperienza di comprensione, libertà, onore, avventura e bellezza riguardante la disabilità. A kermesse conclusa, ripercorriamo le tappe di questa esperienza.
Lo scorso 31 gennaio all’Istituto Roberto Rossellini di Roma è andata in scena la premieré del Premio USR-Heyoka. L’evento ha consegnato agli studenti della scuola di cinema tutti i 6 cortometraggi finalisti, scelti da una giura di esperti. Alla fine della proiezione, è stato invitato sul palco il vincitore della kermesse, Joshua van ‘t Hoff, regista di Accellerate, un corto sulla cardiomiopatia ipertrofica di un uomo che ama correre. “Ho voluto mostrare non una vittima ma un eroe”, ha dichiarato il registra ai nostri microfoni. Claudia Crisafio, direttrice artistica del festival, ha parlato dei corti come di “contenuti assolutamente empatici di libertà e disabilità, andando oltre la parola della diversità”.
La differenza sostanziale tra Accellerate e le altre pellicole sta nel concetto di eroismo e coraggio espresso. Il regista olandese ha mostrato un eroe in grado di perseguire la propria passione di vita affrontando la morte stessa. Altresì tentando di eliminare quella patina sociale che inquadra la diversità come un argomento pietistico e farisaico.
In generale, nessuno dei 6 finalisti ha sfigurato. Magico ricorda l’importanza della fantasia che accomuna tutti i bambini, con e senza disabilità. Goal, mette in scena la questione della disabilità fisica e dello sport, con l’espediente del calcio. Il filmato 14.15., invece, risulta il più trasversale: la musica di una fisarmonica raggiunge le attenzioni di un individuo con disabilità uditiva. Day One consegna un’amara visione della vita, la parte difficile del quotidiano di una persona sordo-cieca realmente esistente. Infine, in poco meno di due minuti, Soul Mate crea un forte impatto con lo spettatore sull’esistenza delle Malattie Rare, mostrando un bambino che si rade la testa per essere uguale al padre malato.
Tuttavia, il fil rouge del concorso si è realizzato nella promozione di una consueta comunicazione emozionale, quella che stringe il cuore, a cui siamo notoriamente abituati. Sì, la disabilità è una condizione che può connotare caratteristiche negative, ma anche con essa c’è chi vive la propria vita pienamente, con spensieratezza e gioia. E, prima o poi, qualcuno dovrà avere il coraggio di raccontarlo.
Infine, domenica 3 febbraio alla Casa del Cinema di Roma, c’è stata la premiazione ufficiale. Anche qui, abbiamo parlato con Joshua, il quale si è detto “onorato” di ricevere il premio a “Roma e in Italia, paese dove ci sono un paio di registri che ammiro come Sergio Leone e Giuseppe Tornatore”.
A margine della manifestazione, abbiamo parlato anche con Gioia Di Biagio, protagonista di un cortometraggio fuori concorso, nel quale si parla della sua malattia, la sindrome di Ehlers-Danlos. “Mi sono emozionata soprattutto per l’inno alla vita – ha detto riguardo a Uno Sguardo Raro -. Nessuno dei film che ho visto era tragico, non ci deve essere questa ricerca del dramma, perché chi conosce questo ambiente sa benissimo che la risposta è l’inno alla vita”.
Ultima modifica: 25/05/2020