È possibile usufuire di alcuni benefici dell'invalidità civile anche se si superano i 67 anni d'età? Sì, ecco le misure disponibili
L’invalidità civile viene riconosciuta a individui dai 18 ai 67 anni, in quanto viene valutata la loro capacità lavorativa. Ma cosa succede se la soglia dell’età viene superata?
Dopo aver compiuto i 67 anni d’età è ancora possibile rientrare nell’invalidità civile. Tuttavia, non sono più garantiti i benefici di alcune misure, come la pensione di inabilità civile, la pensione di invalidità e l’assegno di assistenza per invalidi civili parziali.
Se dunque dopo i 67 anni si perdono determinati diritti, visto che non si fa più riferimento alla capacità lavorativa, in base a cosa un individuo può rientrare nell’invalidità? Calcolando la capacità di svolgere compiti e funzioni relativi alla propria età. Grazie a ciò, gli invalidi civili con più di 67 anni d’età hanno diritto all’indennità di accompagnamento, all’assegno sociale e alla pensione di cittadinanza.
La normativa che disciplina l’indennità di accompagnamento è la Legge 18 del 1980, e spiega che tale diritto spetta a chi abbia una minorazione, senza tener conto dell’età dell’individuo e senza distinzione tra disabilità e anzianità. I requisiti per ottenerla sono:
Sono esclusi invece:
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Tale beneficio, che può essere riconosciuto indipendentemente dall’invalidità civile e sostituisce la pensione sociale, è una prestazione assistenziale dell’Inps rivolta a chi possiede redditi inferiori a quelli previsti dalla Legge.
Anche la pensione di cittadinanza può essere riconosciuta al di là del riconoscimento di invalidità. Si tratta di una misura di contrasto alla povertà di anziani e persone con disabilità, ed è una prestazione economica mensile che spetta a persone che hanno compiuto l’età pensionabile o non autosufficienti.
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Ultima modifica: 29/03/2021