Quando si parla di invalidità civile 75%, si entra in un discorso molto complesso. Scopri come richiederla, come funziona e chi ne ha diritto.
Quando si parla di invalidità civile 75 per cento, si entra in un discorso molto complesso dove la normativa si aggiorna costantemente. In questi casi è sempre utile rivolgersi ai patronati o a consulenti in grado di fornire informazioni precise, corrette e puntuali. Prima di addentrarsi nello specifico delle esenzioni e delle agevolazioni per gli invalidi al 75 per cento, è necessario spiegare cosa si intende per invalidità civile e come funziona l’iter.
Per essere riconosciuti come invalidi civili bisogna presentare una domanda all’Inps (e non all’Asl, come molti potrebbero pensare). Per capire cosa consegnare, ci si può mettere in contatto con il patronato Acli più vicino. Non esiste un costo, la pratica è gratuita. Il primo passo è l’ottenimento di un certificato medico telematico dal proprio medico di base.
L’invio del certificato medico telematico all’Inps non coincide in alcun modo con la domanda di invalidità civile. Il certificato è solo una parte, la domanda va presentata entro massimo 60 giorni dalla data presente sul certificato. Fate molta attenzione perché non è un semplice cavillo: certificati con la data anteriore ai 60 giorni possono essere un motivo valido per annullare la pratica e richiedere un nuovo certificato.
Quando la domanda è stata presentata, segue una convocazione presso la Commissione Medico Legale per accertare l’invalidità civile: la convocazione purtroppo ha tempistiche diverse a seconda dell’Asl e non avendo carattere d’urgenza non avviene mai in tempi brevi. Ecco perché consegnare la documentazione adeguata è il primo passo per accelerare i tempi.
Al termine dell’accertamento, viene consegnato un verbale. Questo è un documento fondamentale che certifica la condizione e indica le prestazioni alle quali si ha diritto. Per avere informazioni più precise e dettagliate, si consiglia sempre di rivolgersi ai patronati o ai consulenti specializzati.
I dati più importanti contenuti all’interno del verbale sono la valutazione della Commissione Medico Legale (invalido totale, invalido parziale, non invalido), la percentuale di invalidità, la data di decorrenza (in caso di invalidità parziale) e la scadenza prevista per il prossimo accertamento sanitario. Inoltre il verbale di accertamento dell’invalidità contiene informazioni relative alle prestazioni assistenziali:
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Chi è invalido al 75 per cento ha diritto ad alcune agevolazioni economiche e di tipo assistenziale, a partire dall’assegno di invalidità, che spetta solo alle persone che hanno una invalidità riconosciuta e compresa tra il 74 e il 99 per cento. A differenza della semplice indennità di accompagnamento (che viene riconosciuta in ogni caso), l’assegno viene dato esclusivamente alle persone che vivono una condizione di bisogno economico reale.
Per ottenere l’assegno ordinario di invalidità bisogna essere iscritti all’Inps (fondo pensione lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, coltivatori, gestione Separata, ex Inpdap, ex Enpals) ed aver versato almeno cinque anni di contributi (tre devono fare riferimento all’ultimo quinquennio). L’assegno è calcolato in base ai contributi versati ma senza maggiorazioni (come invece avviene per la pensione per assoluta e permanente inabilità a qualsiasi attività lavorativa), e viene diminuito se il reddito supera di quattro volte il trattamento minimo.
L’assegno ordinario d’invalidità è cumulabile con l’attività lavorativa, a differenza della pensione per assoluta e permanente inabilità. In caso di assenza dei suddetti requisiti e se il reddito è inferiore a 4805,19 euro, si ha diritto a un assegno di assistenza: al raggiungimento dell’età pensionabile diventa assegno sociale. Con invalidità civile 75 per cento inoltre si ha diritto all’esenzione totale dal ticket sulle prestazioni specialistiche e di diagnosi strumentale.
L’invalido civile al 75 per cento inoltre, sia che sia dipendente pubblico o che non lo sia, ha diritto di scelta prioritaria tra le sedi di lavoro disponibili e ha diritto al beneficio pensionistico dei contributi figurativi e, per ogni anno lavorato alle dipendenze di un datore di lavoro pubblico o privato, sono accreditati due mesi di contributi figurativi in più sino ad un massimo di cinque anni.
In aggiunta l’invalido al 75 per cento può accedere all’Ape sociale, cioè ad un assegno che accompagna il lavoratore dai 63 anni di età (o dalla posteriore data della domanda di prestazione) sino al raggiungimento dell’età pensionabile. L’assegno è calcolato con gli stessi parametri della pensione ma non può superare mai i 1.500 euro mensili. Per ottenere l’Ape sociale, è necessario aver effettuato dai 30 ai 36 anni di contributi tra tutte le gestioni Inps. Per chi ha un’invalidità del 75 per cento bastano 30 anni di contributi. La prestazione è incompatibile con i sussidi di disoccupazione e con qualsiasi pensione diretta.
Gli invalidi al 75 per cento possono usufruire anche di un congedo per cure relative all’infermità riconosciuta, ma solo per un periodo non superiore a trenta giorni l’anno. A livello lavorativo, si ha accesso ai servizi di sostegno e di collocamento dedicati alle categorie protette.
Ultima modifica: 24/01/2022