Brazzo è un rapper pugliese trapiantato a Milano che, da qualche giorno, denuncia la necessità di avere mascherine trasparenti per sordi
Brazzo (nome d’arte di Francesco Brizio) è un rapper sordo di Taranto, ora localizzato a Milano. Anche lui, come tutti, ha dovuto accettare qualche compromesso a causa del nuovo Coronavirus. Compromessi che, però, hanno minato la possibilità di comunicare con il prossimo.
“Vi chiedo un aiuto o una collaborazione o di chiedere ai fornitori di produrre delle mascherine trasparenti per facilitare la comunicazione sia per noi (sordi, ndr) sia per voi, perché è bello vedere il sorriso in questo periodo”. Queste le parole di Brazzo (che abbiamo imparato a conoscere su Heyoka) in un video pubblicato su Facebook per far emergere un problema: i dispositivi di protezione individuali non sono pensati per le persone con una certa disabilità.
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Per comprendere meglio questo concetto, abbiamo chiesto al diretto interessato di rispondere ad alcune nostre domande.
“Caratterialmente sono una persona a cui piace stare fuori tutto il giorno e in compagnia, ho avuto un po’ di fatica, non ero abituato a stare chiuso in casa per giorni e settimane. Poi, dopo circa un mese, l’ho superata, è diventata un abitudine. Andare a fare la spesa è stata una felicità, ho imparato a rendere felici anche le piccole cose”.
“La Fase 2 per me è stato un momento liberatorio, sono potuto andare a correre e fare piccole passeggiate al parco. Esco quando è necessario. Purtroppo mi trovo in Lombardia, esattamente a Milano, dove il rischio contagio è alto”.
“Le mascherine senza leggere il labiale ci hanno dato grosse difficoltà. Si stanno muovendo alcune associazioni, ma lo Stato deve capire che la nostra situazione è peggiorata rispetto a prima. Senza sentire e senza leggere il labiale delle persone che parlano, siamo in pieno panico, ci sentiamo tagliati fuori dal mondo”.
“Ho sempre detto che, se fosse riconosciuta la Lingua dei Segni, forse oggi avremmo meno disagio. Siamo più di 60 mila sordi italiani in condizioni sempre più disagiate. La soluzione è usare le mascherine trasparenti con la facilità di leggere il labiale”.
“So che è difficile averle per tutti, ma almeno si potrebbe partire dai colleghi di lavoro dove è presente un dipendente sordo: dai supermercati, dalle banche, dalle poste, dai luoghi pubblici e soprattutto dagli ospedali, dove siamo più preoccupati. E negli ospedali non è possibile portare gli interpreti. Tra l’altro, con le mascherine trasparenti è bello riconoscere una persona e vedere il sorriso di molti”.
“Spero di tornare presto in studio, non vedo l’ora di registrare nuove canzoni e, magari, poter sfruttare la tecnologia, così da fare esibizioni live in streaming. In questo periodo bisogna puntare sull’innovazione e su nuove idee”.
“Spero che ci sia un cambiamento reale e radicale nel mondo della musica. Una nuova rinascita dando più spazio ai disabili. Ci vuole il coraggio di creare un momento di autentica comunicazione e condivisione di emozioni tra persone normali e i disabili”.
“La musica è universale, ci sono tanti non vedenti, sordi o con qualche impedimento fisico che diventano ottimi musicisti. Gli esempi non mancano, da Beethoven a Bocelli e via di seguito”.
Ultima modifica: 29/10/2021