Con la riapertura delle scuole in tempo di pandemia da Coronavirus, la condizione d’incertezza in cui vive l’insegnante di sostegno si fa sempre più acuta. A dirlo è l’ultimo dossier di TuttoScuola: la rivista specializzata, infatti, ha analizzato dati dal fronte scuola per gli alunni disabili e il quadro che ne viene fuori non è proprio rassicurante.
Insegnante di sostegno, Tuttoscuola e i dati della “vetta dello scandalo”
In base a quanto diffuso dalla rivista, stiamo toccando “la vetta dello scandalo” poiché 170 mila alunni disabili (il 59% del totale) non avranno l’insegnante di sostegno che gli era stato assegnato l’anno precedente, con il rischio di avere a che fare con una figura non specializzata per la propria patologia.
“Una roulette del tutto casuale”, commenta Tuttoscuola, a cui va aggiunta la statistica allarmante del numero di insegnanti di sostegno in Italia (185 mila), troppo pochi rispetto al numero degli studenti con disabilità diffusi nelle scuole italiane.
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Presenza alunno disabile e insegnante di sostegno: incremento parallelo
Lo scenario – alquanto incrinato – si caratterizza di altre criticità: sia gli alunni con disabilità sia gli insegnanti di sostegno sono aumentanti vertiginosamente. Per quanto riguarda gli alunni disabili – come abbiamo visto recentemente -, negli ultimi 22 anni sono praticamente raddoppiati (+138%) e non viene stimato un rallentamento: anzi, si ipotizza che presto nelle scuole vi sarà un alunno disabile ogni 25, rispetto all’1 ogni 28 di oggi e all’uno ogni 67 del 1998.
L’incremento degli studenti con disabilità è seguito da quello degli insegnanti di sostegno: +190% in poco più di 20 anni, facendo passare così i posti dai 59 mila dell’anno scolastico 1997-98 ai 173 mila del 2019-20.
Ma c’è anche l’allarme nell’allarme: l’insegnante di sostegno è un lavoro precario. Quest’anno, infatti, si stima che circa 83 mila unità vivranno questa situazione (45% del totale), oltre al fatto che saranno assegnati a una nuova scuola rispetto a quella precedente.
Quanto costa l’insegnante di sostegno?
Eppure, in termini economici, l’Italia investe molto in questa figura lavorativa. Dai 3,3 miliardi di euro del 2009-10 siamo passati ai 6 miliardi del 2019-20, che dovrebbero diventare 6,3 miliardi l’anno prossimo. Una cifra a cui va aggiunto un miliardo e mezzo per gli Assistenti Educativi Culturali (AEC).
Insomma, c’è più un problema sistematico che culturale. In totale, poi, solo di stipendi per l’insegnante di sostegno, l’Italia spende quasi 8 miliardi di euro l’anno. Per ogni studente con disabilità, invece, la cifra arriva a 27 mila euro l’anno. Investimenti che, se stimati sul rapporto tra costo e beneficio, sono “insoddisfacenti”.
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Insegnante di sostegno, verso il concorso straordinario: i casi del Lazio e dell’Emilia-Romagna
In questo contesto si avvicina sempre più il concorso straordinario voluto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che secondo Tuttoscuola non avrà gli effetti sperati. La data d’inizio è fissata per giovedì 22 ottobre 2020, ma in alcuni casi si dovrà aspettare novembre.
In particolare, per il concorso straordinario per il sostegno di scuola secondaria di I e II grado i test verranno svolti a metà novembre, ma le USR di Emilia-Romagna e Lazio hanno già pubblicato i calendari delle prove, e così possiamo già conoscere alcuni numeri su cosa ci aspetta per il futuro.
In Emilia-Romagna, ad esempio, ci sono 322 posti per la figura di insegnante di sostegno nelle medie, ma i candidati sono soltanto 74 (23%). Dimensione simile per le superiori: 205 posti per 68 candidati (33%). Nel Lazio la musica cambia leggermente. Per le medie abbiamo 564 posti e 173 candidati (30%), mentre per le superiori abbiamo 346 candidati contro i soli 43 posti. La previsione? In Emilia-Romagna rimarranno scoperti 385 dei 527 posti previsti dal concorso (un vuoto del 73%); nel Lazio, le medie avranno 391 posti vacanti.
“C’è il timore che il caso dell’Emilia e del Lazio non sia diverso da quello delle altre regioni”, commenta Tuttoscuola. La paura per altri posti scoperti è concreta, e così verrà a mancare il diritto allo studio per tantissimi alunni con disabilità.
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