Gli infortuni sul lavoro sono regolamentati dalla Legge e vedono coinvolti dipendente, datore di lavoro, INPS e INAIL. Ecco cme funziona
A partire dal 1898, il legislatore italiano ha posto le basi per la protezione dei lavoratori contro l’infortunio sul lavoro attraverso la Legge n. 80 del 17 marzo. Questo intervento introdusse l’assicurazione sociale per gli infortuni sul lavoro, primo passo verso una tutela sempre più ampia e definita.
Successivamente, venne introdotta anche la protezione per le malattie professionali con il R.D. n. 928 del 13 maggio 1929. Nel dopoguerra, la normativa di riferimento venne consolidata nel Testo Unico delle disposizioni in materia di assicurazione obbligatoria (D.P.R. 30 giugno 1965 n. 1124), poi modificato dal D.Lgs. n. 38/2000.
Questa complessa disciplina è volta principalmente a regolare il rischio professionale, ossia il rischio connesso all’attività lavorativa. L’integrità fisica del lavoratore non è solo un diritto fondamentale, ma anche un elemento essenziale per il corretto funzionamento dell’impresa.
L’INAIL, istituito nel 1933 in sostituzione della soppressa Cassa Nazionale Infortuni, è l’ente che gestisce l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, garantendo un’indennità ai lavoratori che subiscono lesioni durante l’attività lavorativa.
Sebbene non esista una definizione normativa esplicita, il Testo Unico chiarisce che l’assicurazione copre “tutti i casi di infortunio avvenuti per causa violenta in occasione di lavoro, che abbiano provocato la morte o un’inabilità permanente o temporanea assoluta”. Pertanto, un infortunio sul lavoro si verifica quando un evento nefasto compromette l’integrità psico-fisica di un lavoratore durante lo svolgimento della sua attività lavorativa.
Gli elementi chiave di un infortunio sul lavoro sono:
L’occasione di lavoro implica che l’incidente deve essere connesso con l’attività lavorativa, mentre la causa violenta si riferisce a eventi esterni come movimenti bruschi, esposizione a sostanze tossiche o condizioni ambientali sfavorevoli.
Dopo un infortunio, il lavoratore deve:
Anche il datore di lavoro ha obblighi precisi. Deve avvertire l’INAIL entro due giorni dall’avvenuta notifica dell’infortunio da parte del lavoratore. Se l’infortunio è grave, con prognosi superiore ai tre giorni, il datore deve inviare una denuncia d’infortunio all’INAIL. Questa comunicazione deve essere effettuata telematicamente tramite il modulo disponibile sul portale INAIL.
Il medico o la struttura sanitaria che presta assistenza al lavoratore è obbligato a inviare il certificato medico all’INAIL. Questo certificato contiene informazioni cruciali per l’indennizzo, tra cui la diagnosi e la prognosi. Il lavoratore, a sua volta, deve fornire al datore di lavoro il numero identificativo del certificato medico.
La denuncia d’infortunio è obbligatoria se l’incidente provoca una prognosi superiore ai tre giorni. Il datore deve fornire informazioni dettagliate sull’infortunio, inclusi:
Il datore di lavoro ha 48 ore di tempo per inviare la denuncia all’INAIL se l’infortunio ha una prognosi superiore a tre giorni. In caso di infortunio grave con pericolo di morte, la denuncia deve essere inviata entro 24 ore.
Il ritardo nella denuncia comporta sanzioni amministrative. La normativa prevede multe specifiche per mancata o ritardata comunicazione, come stabilito dall’art. 53 del T.U. e dalle successive disposizioni dell’INAIL.
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In caso di infortunio, l’INAIL garantisce una indennità giornaliera per coprire la perdita di retribuzione del lavoratore. Nei primi tre giorni, il datore di lavoro deve corrispondere:
Dal quarto giorno, l’INAIL eroga un’indennità pari al 60% della retribuzione giornaliera fino al 90° giorno, che sale al 75% dal 91° giorno in poi.
Se l’infortunio comporta una menomazione permanente, il lavoratore ha diritto a un indennizzo basato sulla Tabella delle menomazioni prevista dal D.Lgs. 38/2000. Le menomazioni superiori al 6% ma inferiori al 15% danno diritto a un indennizzo in capitale, mentre per menomazioni superiori al 16% l’indennizzo viene erogato in rendita.
In caso di morte del lavoratore, l’INAIL eroga una rendita ai familiari e copre le spese funerarie tramite un assegno funerario.
Se l’infortunio comporta una prognosi superiore ai 30 giorni o la morte del lavoratore, il datore deve notificare l’incidente alla pubblica sicurezza e alla Procura della Repubblica. La denuncia telematica all’INAIL assolve anche questo obbligo.
Dopo aver ricevuto la denuncia, l’INAIL verifica le circostanze dell’incidente e decide sulle prestazioni da erogare. L’ente ha il diritto di richiedere revisioni mediche per valutare l’evoluzione delle condizioni del lavoratore.
Una tipologia particolare di infortunio, regolata dal Decreto Legislativo n. 38 del 23 febbraio 2000, è l’infortunio in itinere, che copre gli incidenti avvenuti durante il tragitto tra casa e lavoro, tra due luoghi di lavoro o durante lo spostamento per la pausa pranzo, se non è disponibile una mensa aziendale.
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Ultima modifica: 18/10/2024