L'influenza australiana è la nota influenza stagionale che quest'anno sta colpendo duramente. Scopriamo come mai e quali sono i motivi
Da diverse settimane l’influenza australiana 2022/2023 sta agitando gli esperti, tant’è che c’è chi addirittura ha parlato di una nuova “pandemia” da affrontare, vista la situazione che stiamo vivendo, complice anche gli ultimi due anni di restrizioni dovuti all’emergenza Covid. Oggi spiegheremo di cosa stiamo parlando e quanto dobbiamo preoccuparci.
Partiamo subito spiegando che l’influenza australiana altro non è che l’influenza stagionale. La denominazione “australiana” infatti indica la nota malattia stagionale che ciclicamente si manifesta prima in Australia e poi nei paesi europei – e ciò aiuta gli esperti a ipotizzare se la stagione influenzale che verrà, sarà debole o forte.
Dunque ci stiamo riferendo alla contagiosa patologia delle vie respiratorie causata dai virus influenzali, e in Italia è prevalente nei mesi invernali e particolarmente freddi, spesso gennaio e febbraio – anche se vengono registrati casi eccezionali anche in estate.
Nonostante sia un argomento a noi conosciuto, gli esperti hanno evidenziato preoccupazione per l’influenza stagionale 2022/2023. Il perché è da ricercare nei dati diffusi da Influnet, la rete di sorveglianza integrata dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
Nel bollettino del 9 dicembre 2022 infatti, si legge che lo scenario attuale italiano è caratterizzato da una “forte crescita del numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI)”. Per esempio, nella 48° settimana del 2022, “l’incidenza è pari a 16,0 casi per mille assistiti (13,1 nella settimana precedente) e supera la soglia di intensità alta“. Soglia di massima intensità che è stata superata per ora da 7 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Marche e Abruzzo.
Dichiarando all’Adnkronos, Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, ha evidenziato che siamo di fronte “alla peggiore stagione influenzale degli ultimi 50 anni, non vi è dubbio. Non abbiamo mai visto così tanti casi e soprattutto così presto. Era evidente, era ampiamente previsto”. A Il Messaggero invece il professore ha sottolineato che “siamo di fronte a una nuova pandemia, i dati degli altri paesi europei sono impressionanti”.
Anche il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) non va per il sottile, come riporta una nota: “Le infezioni da RSV in questo periodo dell’anno non sono insolite, ma quest’anno sono più alte e precedenti rispetto al periodo pre-pandemia, e in proporzione colpiscono anche più bambini. Anche i paesi UE/SEE stanno vivendo una stagione influenzale precoce e una possibile recrudescenza del COVID-19 dopo settimane di calo dei casi e dei ricoveri”. Secondo il direttore dell’ECDC, il dottor Andrea Ammon, “la vaccinazione contro l’influenza e il COVID-19 dovrebbe essere una priorità tra i gruppi a rischio”.
Le statistiche di Influnet in Italia confermano questo trend, in quanto “aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpite le fasce di età pediatriche e in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età in cui l’incidenza è pari a 50,2 casi per mille assistiti. (41,2 nella settimana precedente)”. Un quadro fortemente influenzato dagli ultimi due anni di pandemia da Covid: mascherine obbligatorie e distanziamento fisico hanno comunque comportato stagioni influenzali molto deboli, che ora stanno tornando con grande forza.
“Quest’anno il massimo dei contagi è previsto a Natale – ha sottolineato Bassetti a Il Messaggero -, proprio cui il sistema sanitario è più sguarnito di medici per le feste. È qui che possono arrivare i problemi e le strutture sanitarie potrebbero andare sotto stress”.
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Trattandosi della consueta influenza stagionale, i segni li conosciamo ormai da tantissimi anni:
L’influenza è molto contagiosa, e si può trasmettere per via aerea tramite le goccioline di saliva (droplets) o entrando in contatto indiretto con oggetti e superfici infette.
Prima di iniziare qualsiasi terapia, è doveroso contattare il proprio medico di famiglia o di fiducia, che saprà scegliere la soluzione migliore in base al caso somministrato. In linea generale, la soluzione più idonea – soprattutto se si tratta di un’influenza non troppo pesante – è restare a casa, a riposo e al caldo evitando il contatto con altre persone. Bisogna inoltre bere molti liquidi e fare pasti leggeri.
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Ultima modifica: 24/01/2023