L'indice RT calcola la probabilità di trasmissione di un virus tra persone. È un valore che tiene conto solo dei sintomatici. Ecco perché
La diffusione del Covid ha reso famoso l’indice RT, cioè l’indice di riproducibilità che sentiamo spesso parlare insieme al nuovo Coronavirus. Il dato indica la riproducibilità della Sars-CoV-2 in presenza di misure coercitive la diffusione del virus.
Più nel dettaglio, l’indice RT indica la probabilità di trasmissione di un virus (nel nostro caso, il Coronavirus) in valore numerico, mettendo in rapporto gli attuali sintomatici con i possibili nuovi contagi. Più il valore è alto, più sono segnalati nuovi casi di contagio. Viene elaborato e calcolato entro un periodo di tempo certo (ad esempio, di settimana in settimana).
Se il valore RT è superiore a 1, significa che le probabilità di trasmissione aumentano. Poniamo il caso che RT sia uguale 2: ogni persona contagiata può infettare altre 2 persone, che a loro volta possono contagiarne 2 a testa e via discorrendo. Dunque, per avere una gestione controllata della situazione, l’indice dovrebbe essere uguale o minore di 1.
Trattandosi di un indice di probabilità, è complesso avere dei valori reali al 100%. Il rischio di sovrastimare o sottostimare i dati raccolti è dietro l’angolo. Nel caso del nuovo Coronavirus, gli esperti hanno spesso affermato che i numeri raccolti sono minori rispetto a quanto dovrebbero essere. Come mai?
Alla base del problema ci sono gli asintomatici. L’indice RT infatti è calcolato principalmente sui casi sintomatici, in quanto sono più semplici da rintracciare e tracciare, e permettono di stabilire la diffusione del virus con criteri il più possibili reali e stabili nel tempo. Gli asintomatici invece, che costituiscono una grande fetta di positivi, non ci danno una stima certa dell’indice di trasmissione, poiché appunto non presentano sintomi. Se venissero calcolati anche loro, il sistema RT non darebbe un quadro realistico della situazione.
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Con l’indicatore R0 intendiamo la capacità di diffusione del virus: si usa nelle fasi iniziali di una pandemia, cioè quando non si hanno ancora dati sufficienti per eseguire un paragone.
Invece, per quanto riguarda Rt, parliamo dell’indice di riproducibilità del Coronavirus in presenza di misure atte a contrastare la sua diffusione, cioè la probabilità di trasmissione in certe situazioni (lockdown o colori delle Regioni). Sono strumenti equivalenti, ma il primo viene usato all’inizio di una pandemia, mentre il secondo aiuta ad avere valori stabili nel tempo.
Dal maggio 2021 un decreto del Governo Draghi ha cambiato le carte in tavola per il cambio dei colori delle Regioni. Se all’inizio infatti l’indice RT era necessario per comprendere se attuare misure più stringenti contro il Covid, da diversi mesi il suo ruolo è stato ammorbidito. Grazie alla diffusione dei vaccini, oggi sono altri i dati che vengono tenuti in considerazione: incidenza dei contagi e la percentuale dei posti letto occupati in area medica e in terapia intensiva.
Il sito COVIDStat sottolinea l’indice RT aggiornato giorno per giorno.
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Ultima modifica: 27/12/2021