Francesco Messori è il ragazzo di Correggio (Reggio Emilia) nato con una gamba sola e con un sogno grandissimo: creare la nazionale di calcio per ragazzi amputati. Una favola che continua quella di Francesco che, dopo esser riuscito a far cambiare le regole del gioco che impedivano ad un ragazzo con le stampelle di poter giocare a pallone, è riuscito a mettere insieme un gruppo di ragazzi e a creare il primo nucleo della squadra. Francesco è un ragazzo straordinario, così come sono straordinarie tutte le persone che gli sono quotidianamente vicino. Ability Channel ha raccolto per te alcune testimonianze per raccontarti la sua vita, un ragazzo coraggioso e determinato, con un sorriso che, come dice la mamma, da’ serenità.
“Arrivai a casa dal lavoro all’ora di pranzo e mia moglie mi disse: “Non ti ho chiamato perché non volevo crearti dei problemi anche sul lavoro però mettiti a sedere perché ti devo dire una cosa”. Così mi ha raccontato di Francesco e del fatto che fosse senza una gamba. È stata dura. Quando ho saputo la notizia – confessa Stefano, papà di Francesco Messori – mi sono messo a saltare per casa su una gamba sola per cercare di capire come poteva essere camminare come avrebbe camminato Francesco”.
“Questo bimbo mi ha reso sempre entusiasta – confida Claudia Andreoli, nonna paterna di Francesco – perché in tutte le cose che ha fatto era sempre pronto, sempre contento, a volte più degli altri. Io ho cinque nipoti e Francesco è uno tra questi, però l’entusiasmo che ha lui è difficile trovarlo negli altri.”
“Mio padre è ancora convinto che io possa iniziare a suonare uno strumento – afferma Francesco Messori – a me piace solo cantare, però se sai cantare devi anche saper suonare uno strumento, secondo mio padre e varie altre persone, però io sono fissato sul calcio e non voglio cambiare idea“.
“Il primo giorno di scuola – prosegue la mamma – in prima elementare…Spiderman. All’epoca aveva Spiderman, era fissato con Spiderman, infatti avevamo comprato lo zaino di Spiderman. L’abbiamo accompagnato in classe, gli avevano fatto l’accoglienza, l’han fatto sedere al banco, dopo un pò l’ho lasciato, mi ha guardato. Quando è arrivato a casa però mi ha confessato: mamma, un pò di mescolíno mi è venuto. Ma io non me ne ero accorta.”
“Io conosco Francesco dalla prima elementare – dichiara il compagno Riccardo Bianchin – siam sempre stati amici, fin dal primo momento. Ci siamo sempre trovati anche fuori da scuola, a vedere sempre le partite della Juve e del Barcellona, facevamo i compiti insieme…”
Sì, anche Francesco ha avuto la fidanzata – continua Riccardo Bianchin – non so come si possa dire…parola grossa…quella lì però in comune non ce l’avevamo…”
“Matilde… – ora sorride Francesco Messori- non era proprio la mia morosa, eravamo amici, un’amicizia stretta, non era la mia morosa, non si può definire così.”
“Ha sempre dimostrato un grande impegno – spiega il suo insegnante Davide Bassoli – sia nello svolgimento del lavoro a casa che nella realizzazione dei compiti assegnati, così come nelle attività proposte in classe durante il regolare orario delle lezioni”.
“Io gli dico sempre che è un tossico – dice la mamma – perché ama troppo questa x-box! Menomale che c’è il calcio così va fuori ad allenarsi, esce come fanno altri ragazzini, pizza, qualche volta paninoteca, gelati, due tiri al pallone, un giro sotto il portico…”
“Poteva fare il nuoto…poteva fare…non so che…ma il calcio per lui è la vita. Quindi sono diventata anche io una tifosa – prosegue la nonna Claudia Andreoli”.
“Quando poi si parla del Barca…quel Messi famoso – continua la nonna Claudia – è una cosa che mi ha portato ad essere entusiasta anch’io. Tante volte mi chiama dicendomi: nonna, stasera sul 240, tipo ieri sera, guarda che c’è la partita dove c’è Messi! Ed io sto bene attenta perché tra un tempo e un altro magari facciamo qualche commento, ci telefoniamo, rimane deluso se dovesse perdere il Barca, è una cosa che per lui è come morire, mi fa quell’impressione, veramente…”
“Sono in campo con lui – prosegue la mamma – sono una delle sue stampelle! Come mamma è anche una rivincita, sicuramente, poterlo vedere in campo a giocare a calcio, cosa che io ho fatto per anni, è una cosa che mi dà molto. E vedere che questo suo sogno si sta pian pianino realizzando e sta prendendo forma è qualcosa che mi fa credere veramente che non ci sono limiti”.
“Spero che riesca a realizzare questo suo sogno – continua Francesca Mazzei – a completarlo, a creare davvero questa squadra, che questa squadra diventi una nazionale per poter competere con gli altri che già esistono, più in alto di così. Credo che Frency sia già molto contento ed io pure perché i sogni dei nostri figli sono i nostri sogni.”
“Io non vorrei avere la fascia da capitano – conclude Francesco Messori – perché ci sono delle persone che hanno più esperienza di me, quindi è giusto che vada a loro la fascia, però io potrei essere il capitano onorario della squadra, quello cioè che l’ha creata e ufficializzata.”
“Nonostante delle situazioni che non sto a raccontare – spiega la nonna – noi avevamo un cuore grande dalla preoccupazione, ma con lui alla fine tutto si calmava, tutto tranquillo, veramente un ragazzino che ci ha insegnato a vivere! Ci ha insegnato a superare le cose con una serenità che direi che non è da tutti.”
“Francesco è un ragazzo normalissimo come tutti i ragazzi della sua età – racconta suo papà Stefano – con le sue paure, le sue voglie, i suoi momenti giù. Mi fa arrabbiare quando è uno zuccone, però sa essere buono di cuore, sa essere altruista e gentile, dolce quando vuole…”
“Gli occhi comunicativi – conclude la mamma di Francesco Messori – poi azzurri, belli, come la sua mamma…e il sorriso…molto espressivo…che dà serenità.”
Ultima modifica: 29/05/2020