E’ friulano di Udine, fa attività ciclistica dal 1983 fino al 2006; nel 2007 subisce un incidente che gli provoca una paralisi cerebrale e dopo due anni comincia la sua carriera di atleta paralimpico. Purtroppo nel 2013, dopo numerose vittorie, mentre era in ritiro con la nazionale subisce un altro grave incidente, ma la sua forza e il suo coraggio lo portano ad essere uno degli atleti paralimpici nel ciclismo più amati d’Italia: Michele Pittacolo.
“Ho avuto una brutta gioventù – racconta Michele Pittacolo – perchè purtroppo a mio papà piaceva alzare il gomito…era molto cattivo e oltre che mia mamma tante botte le ho prese anche io…fino quasi a quarant’anni… Il perdono…faccio fatica a rispondere a questa domanda…con i miei genitori, specialmente con mio papà…quando avevo bisogno in ospedale non si è fatto mai vivo…Andavo via con la testa bassa, non riuscivo a guardare le persone in faccia perchè ero timido per questa cosa… Entrando nel mondo paralimpico sono migliorato tanto ma quando vado in crisi sento che il mio cuore è spezzato…”
“L’amore è una cosa importante – continua Michele Pittacolo – sono 14 anni che conosco mia moglie Raffaella e la sua famiglia… In questi giorni sono due anni che sua mamma ci ha lasciato, però dal cielo mi ascolta ancora. Specialmente durante il secondo incidente, nel 2013 quando ho avuto la frattura di tre vertebre, lei stava facendo la chemio e ci davamo coraggio assieme… Io sono ancora qua e lei mi pensa dal cielo…”.
“Il ciclismo mi ha dato tanto, ho cominciato a correre a 13 anni, fino a 25 ho corso con i dilettanti e ho avuto di correre in qualche gara professionistica infatti ho anche vinto una gara open e poi tutti i tecnici che mi hanno allenato si sono sempre meravigliati perchè con le mie doti non sono riuscito a fare carriera. Forse io lego questa cosa al fatto che non ero sereno con me stesso perchè non avevo l’appoggio dei miei familiari…”
“Quando ho smesso di fare il dilettante sono passato alla mountain bike ho girato l’Italia vincendo parecchie Gran Fondo battendo i professionisti anche se mio papà mi insultava sempre perchè andavo a correre in bici…dentro di me però mi sentivo libero, uscire all’aperto, in mezzo ai boschi, alle campagne, tornavo a casa sereno…”
“Pittacolo ha vinto sei mondiali…grande grinta – dichiara il Commissario tecnico Mario Valentini – era alla Domenica Sportiva e stava raccontando la storia della sua vita, io passo e gli dico: ma ringrazia chi ti ha messo sotto! Quando ci saresti diventato Campione del Mondo!”
“Credo sempre nel destino e come dice il Commissario Tecnico Mario Valentini è tutto scritto sopra di noi: nel 2007 ho avuto questo gravissimo incidente, la mia forza fisica mi ha dato la possibilità di essere qua perchè i miei traumi, anche se non si vedono, sono abbastanza seri…ho lesionato la testa…”
“Pittacolo andava in giro senza casco, ha avuto un brutto incidente…adesso dice agli amici mettetevi il casco…non lo fanno…mettetevi tutti il casco, altrimenti venite tutti in nazionale con me!”
“Mi ricordo l’anno scorso che ho fatto il mondiale in Svizzera, ho avuto una brutta estate, sono stato afflitto dal citamegalovirus e quindi non ero in perfette condizioni fisiche e volevo dimostrare a me stesso di essere forte…questa cosa invece che farmi del bene mi ha fatto molto male: appena partita la gara mi sono saliti molto i battiti, sono andato in iperventilazione, ho dovuto fermarmi e mi hanno portato via in ambulanza… Appena tornati a casa dal mondiale Mario non mi ha abbandonato e mi è stato molto vicino e mi ha detto che potevo dare ancora molto a questo gruppo… Se sono qui è merito anche di Mario…”
“Pittacolo è un atleta sul quale fare sempre affidamento – afferma il tecnico Fanrizio Di Somma – perchè si presenta durante tutto l’anno in una condizione pressochè perfetta! E’ un professionista sotto tutti i punti di vista ed è dotato di uno sprint eccezionale che gli ha permesso negli anni di diventare un campione…”
“Lo sprint…sono sei/sette anni che sono nel mondo paralimpico, ho le doti di velocista puro, e tutte le gare con l’arrivo in volata le ho vinte tutte… questo mi da la grinta per continuare…io sono del ‘7o e corro con i ventenni, con questo spunto veloce non sento la fatica – conclude Michele Pittacolo – madre natura mi ha regalato questa grande potenzialità…”
Ultima modifica: 11/02/2020