Dal 25 giugno 2020 è disponibile in Italia una nuova terapia contro l’HIV-1, che consiste in un nuovo regime a 2 farmaci immessi in una sola compressa giornaliera. L’autorizzazione alla messa in commercio del farmaco in Italia era arrivata già a maggio 2020.
HIV: qual è la nuova terapia? Chi può farne uso?
La nuova terapia contro l’HIV-1 consiste nella combinazione di due farmaci, dolutegravir e lamivudina, per un trattamento su pazienti adulti e adolescenti di età superiore ai 12 anni con peso corporeo di almeno 40 kg. Inoltre, come riporta OMAR, gli stessi pazienti non devono avere nessuna resistenza nota o sospetta alla classe degli inibitori dell’integrasi o a lamivudina.
Gli esperti: “Minor numero di farmaci utili per garantire benessere del paziente”
Secondo Carlo Federico Perno, Professore Ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Università degli studi di Milano e Direttore Microbiologia Ospedale Niguarda, siamo di fronte a un “grande avanzamento nel campo della cura dell’infezione da HIV”. Questo anche perché è stato superato lo “schema classico che richiedeva necessariamente tre farmaci per ottenere un effetto antivirale duraturo”.
Ma attenzione, “non tutti i regimi a due farmaci possono però garantire efficacia”, in quanto il virus può “sfuggire” nel caso in cui la protezione risulti “inadeguata” al trattamento antiretrovirale. “Quindi sì alla terapia a due farmaci, ma solo con molecole adeguatamente potenti e in grado di controllare la replicazione”.
Infine Andrea Antinori, Direttore dell’UOC Immunodeficienze Virali, INMI “Lazzaro Spallanzani” IRCCS di Roma, ha spiegato che la disponibilità della terapia è arrivata dopo i risultati “a 96 settimane degli studi GEMINI 1 e 2, che ne hanno valutato l’efficacia e la sicurezza rispetto al trattamento standard a tre farmaci nei pazienti mai trattati in precedenza”.
“Sul fronte della pratica clinica – conclude – questo aspetto è cruciale, in quanto si potrà, fin dall’inizio del trattamento, utilizzare il minor numero possibile di farmaci utili a garantire l’efficacia virologica e il benessere del paziente, aumentando la sicurezza e la tollerabilità”.
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