Dimitri Yacovetz e la sua famiglia sono riusciti a scappare dalla guerra in Ucraina (che si stima abbia prodotto una crisi umanitaria per circa 3 milioni di persone con disabilità), e ora si trovano sani e salvi a Pavia. Il viaggio dell’ucraino con distrofia muscolare di Duchenne è iniziato da Chernivtsi (nel sud-ovest dell’Ucraina), dove il ventenne, insieme alla madre Maria Yacovetz (42 anni) e alla sorella Anastasia (15 anni), era bloccato e impossibilitato a fuggire.
A Dimitri infatti occorreva un aiuto in più, viste le sue condizioni mediche e la carrozzina. Dall’Italia la Uildm Pavia e la Cooperativa Sociale Sfera di Verona si sono attivate per poter prelevare tutta la famiglia alla frontiera con la Romania, distante 40/50 km dalla città ucraina. Saputo questo, lo stesso Dimitri ha pianto per la felicità, come ci disse in una nostra intervista la nonna paterna Lidiya Popova (64 anni).
Guerra in Ucraina, Dimitri: “Avevo cominciato ad abituarmi alla paura”
“Quando c’è stato l’annuncio della guerra – ci dice il giovane ucraino con disabilità, raggiunto telefonicamente dalla redazione -, noi ci siamo spaventati e continuavamo a guardare la televisione. Dicevano che da oggi tutti i giorni, se sentivamo la sirena, dovevamo spegnere la luce e andare nel rifugio, ma io non potevo andare perché in carrozzina. Mi dicevo che potevo morire perché non potevo nascondermi, avevo cominciato ad anche ad abituarmi alla paura, ma ogni giorno ho pensato a come potevo scappare”.
Una fuga che però sembrava essersi complicata già alla frontiera con la Romania: “Non mi volevano far passare, ho 20 anni e dovrei fare la guerra, ma mia madre ha fatto vedere i documenti che accertano la mia distrofia di Duchenne”. Superato questo ostacolo, il viaggio verso l’Italia è stato curato nei minimi dettagli, anche perché questa distrofia richiede di essere trattata con molta attenzione. “Verso Trieste sono stato male – continua Dimitri – perché non riuscivo a urinare, ho chiesto aiuto e mi hanno chiesto se serviva mettere il catetere, così ci siamo fermati a un ospedale di Trieste e abbiamo messo il catetere”.
Fortunatamente lungo il percorso Dimitri e famiglia non hanno incontrato altre problematiche, e sono potuti arrivare in Italia nei tempi previsti. Adesso, come ci spiega il presidente della Uildm Pavia Fabio Pirastu, i tre profughi dalla guerra in Ucraina sono stati accolti temporaneamente da un albergo accessibile: “Staremo accanto a lui e al suo nucleo familiare”.
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