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Guerra in Ucraina: crisi umanitaria per circa 3 milioni di persone disabili

La guerra in Ucraina portata avanti dalla Russia non risparmia nessuno, neanche le persone con disabilità. Ecco la situazione

Sarebbero circa 3 milioni le persone con disabilità di varia natura in enorme difficoltà a causa della guerra in Ucraina. È quanto afferma l’AIAS (Associazione Italiana Assistenza Spastici). Invece secondo l’European Down Syndrome Association sarebbero 2,7 milioni.

Numeri che confermano un fatto: la crisi umanitaria è ormai certa, esiste e riguarda anche le persone disabili (come Dimitri, ucraino con disabilità inizialmente bloccato a Chernivtsi e poi salvato), e per loro le difficoltà sono enfatizzate da quelle barriere vissute ogni giorno, ben prima dell’invasione russa, che in moltissimi casi non consentono la fuga dal Paese ucraino.

Guerra in Ucraina: fuggire per chi ha una disabilità non è semplice

Ogni ora che passa, sale l’apprensione per quanto sta accadendo in Ucraina. La guerra sembra ancora lontana da un possibile e definitivo cessate il fuoco, e in molti paventano che questo sia solo l’inizio di un conflitto che gli storici chiameranno Terza Guerra Mondiale.

Questo contesto estremamente incrinato aggrava ancora di più chi presenta fragilità non pienamente accettate da una società: parliamo delle persone con disabilità che, già senza la presenza di un conflitto, dovevano combattere barriere architettoniche e culturali di ogni tipo, che ora mostrano conseguenze disastrose.

A sottolinearlo è la sopracitata EDSA, che in una lettera aperta al Capo delle Istituzioni europee, ai Capi di Stato europei, ai russi, agli ucraini e alla NATO, ha parlato di una crisi umanitaria “spaventosa”: “Ad esempio, i rifugi a Kiev sono inaccessibili, quindi le persone con disabilità sono costrette a rimanere a casa, non sapendo dove possono andare per essere al sicuro. Le persone con sindrome di Down e altre disabilità che vivono negli istituti, sono già tagliate fuori dalle loro comunità, rischiano di essere abbandonate e dimenticate“.

Un quadro agghiacciante, a cui si aggiungono i rischi di violenze, abbandono e morte: “Le donne con disabilità sono maggiormente a rischio di violenza sessuale e i bambini con disabilità sono più esposti ad abusi e abbandono. Le informazioni cruciali sulla sicurezza e l’evacuazione sono spesso inaccessibili e anche i centri di evacuazione stessi sono raramente accessibili, il che significa che le persone con sindrome di Down e altre disabilità vengono troppo spesso lasciate indietro”.

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By twenty20photos da Envato Elements

Ma ci sono anche le storie a confermare una situazione tremenda. Verso al fine di febbraio, l’agenzia ANSA la storia di Tania e suo figlio Lev, diciasettenne con la sindrome di Down, bloccati in casa a guerra in Ucraina iniziata: “Mio figlio, come tanti altri disabili sta vivendo un incubo. Per i ragazzi Down la routine quotidiana è importante e dà loro sicurezza. […] Ora il suo mondo è crollato. Viviamo prigionieri in casa, perché andare in un rifugio è improponibile. Per lui sarebbe troppo dura, non reggerebbe quella situazione e non sarei in grado di gestirlo, è terrorizzato”.

Un’altra vicenda, di cui però conosciamo il lieto fine, vede protagoniste Elena Pastux e la figlia Elisabetta, bambina di 8 anni con disabilità, che da Palermo sono volate a Kiev per raggiungere la sorella maggiore della piccola, Litiia (23 anni). Rimaste bloccate nella capitale proprio a causa dello scoppio del conflitto, l’odissea per riuscire ad abbandonare il Paese è stata immensa, soprattutto perché la disabilità di Elisabetta è tale che deve sedere su una carrozzina.

Come racconta Elena a SkyTG24, la famiglia ha trovato aiuto da tante persone: “In Ucraina un cittadino tedesco che era andato a prendere la moglie ci ha offerto un passaggio sulla sua auto, e cosi siamo partiti, abbiamo viaggiato 21 ore senza mai fermarci. Poi al confine con la Polonia alcuni poliziotti ci hanno accompagnato in un ospedale dove abbiamo passato altri due giorni. Ma dovevamo far presto perché Elisabetta stava male, aveva la febbre. Avevamo finito il cibo, la sua patologia non le permette di mangiare qualsiasi cibo”.

Infine il 2 marzo 2022 l’arrivo all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo, a casa. Di fronte ai giornalisti, Elena ha testimoniato che “le bombe russe stanno uccidendo tanti bambini. Nei rifugi, nella metro, ci sono tante mamme con bambini, anche disabili come la mia Elisabetta, non hanno medicine, rischiano di morire, è terribile”.

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Guerra Ucraina, FISH: “Corridoio urgente per persone con disabilità”

La crisi della guerra in Ucraina è sotto gli occhi di tutti, e ormai anche gli esperti di geopolitica internazionale hanno difficoltà a ipotizzare un futuro certo al quale aggrapparsi. Fatto sta che i morti aumentano ogni giorno, e tra le vittime molto probabilmente ci sono anche persone con disabilità.

Per questo e tanti altri motivi, il presidente FISH Vincenzo Falabella ha inviato una lettera al ministro degli Esteri Luigi di Maio, come fatto precedentemente con la ministra per le disabilità Erika Stefani, in cui chiede “che venga dedicata una priorità ai corridoi umanitari per le persone con disabilità dell’Ucraina, a partire dai minori e dalle donne con disabilità grave […] Proprio le persone con disabilità, infatti, vivono negli scenari di guerra la maggior condizione di vulnerabilità, ritrovandosi spesso senza i servizi e i supporti necessari a salvare la propria vita”.

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Ultima modifica: 12/04/2022

Angelo Andrea Vegliante

Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.