Si chiamano Glassense, a prima vista sembrano semplici occhiali e non sono indirizzati a persone con disabilità visiva, bensì a chi ha problemi uditivi. Possibile? Certo. Prima ancora di Twin, l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova ha realizzato occhiali che migliorano la percezione dei suoni. Si tratta di una tecnologia non proprio recente – il prodotto è in circolazione già dal 2016 -, ma possiamo annoverarla ancora oggi di un’innovazione all’avanguardia.
Pensati esclusivamente per le persone ipoudenti, i Glassense sono stati realizzati come ausilio per i consueti apparecchi acustici. Nel dettaglio, assistono la persona nel capire da dove provenga un qualsiasi rumore in maniera più soft. Sulle stanghette degli occhiali, infatti, ci sono ben 8 microfoni, i quali filtrano i suoni in base proprio alla loro provenienza. In questo modo, l’entità del suono ascoltato dalla persona sarà più forte per ciò che vedrà, mentre i rumori limitrofi saranno ovattati.
Luca Brayda, ingegnere e ricercatore dell’Iit, conferma ampiamente questa caratteristica sul canale Youtube di Sanofi Italia: “Abbiamo costruito un paio di occhiali intelligenti che amplificano i suoni solo dove si sta guardando”. Così, ciò che visivamente interessa alla persona sarà udito “il doppio dell’intensità sonora rispetto a tutte le sorgenti circostanti”.
Siamo di fronte a una “tecnologia di supporto della disabilità sensoriale” che non ha lo scopo di sostituire gli apparecchi acustici. Come sottolinea Brayda, “può essere usata insieme alle protesi acustiche che la persona già possiede”. Un ragionamento avallato in risposta a un forte limite riguardante le stesse protesi: “amplificano indistintamente tutti i suoni intorno a noi”, senza farne capire la provenienza. Con il rischio, magari, che la persona ipoudente non possa “sostenere una conversazione”. Perciò il ricorso a “una tecnologia indossabile, personalizzabile e accettata dal punto di vista sociale”.
Ultima modifica: 17/02/2020