La Giornata Mondiale sulla Salute Mentale si celebra il 10 ottobre 2024, ed è necessaria per combattere i pregiudizi sull'argomento
Ogni anno il 10 ottobre si celebra la Giornata Mondiale sulla Salute Mentale, istituita nel 1992 da Richard Hunter, vicesegretario della Federazione mondiale per la salute mentale (WFMH), ed è attualmente supportata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questa giornata è stata resa fondata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della salute mentale, e in particolare sulla necessità di difendere con forza l’equilibrio psicologico di ognuno di noi. Per fare ciò, la Giornata punta a contrastare gli stigmi attorno questo tema e a coinvolgere le istituzioni in iniziative che possano rendere le cure accessibili a tutti.
Nonostante la pandemia da Covid abbia risvegliato nelle società l’esigenza di difendere la salute mentale delle persone, ancora oggi la strada verso la piena consapevolezza sembra assai lontana – principalmente a causa dei pregiudizi.
Nella società moderna la tutela della propria salute mentale è alquanto complessa. Ancora oggi – nonostante crisi economiche e pandemiche – il tema del benessere psicologico viene preso sottogamba, soprattutto perché influenzato da pregiudizi che hanno conseguenze negative sulla vita delle persone.
Appunto, partiamo dagli stereotipi. La salute mentale è condizionata da numerosi stigmi, il più famoso quello sociale: chi vive con un disturbo o una condizione mentale, viene giudicato “diverso” o “debole”. O comunque la propria condizione non viene presa sul serio o al pari di una malattia fisica. La conseguenza più devastante è l’isolamento e l’esclusione sociale, oltre alla discriminazione e, ovviamente, alla stigmatizzazione.
Poi c’è lo stigma personale: chi presenta una salute mentale precaria arriva a riconoscersi in quei pregiudizi ventilati dalla maggioranza, incrementando il proprio senso di colpa, tanto da vergognarsi e isolarsi. Il rischio è vedere i sintomi della propria condizione peggiorare, cosicché chiedere aiuto diventa ancora più complicato.
Anche nel mondo del lavoro esistono pregiudizi nei confronti di questo argomento, complice una cultura lavorativa che esalta i sacrifici estremi e detesta i momenti di riposo. Ciò purtroppo ha comportato a ramificare situazioni molto complesse da gestire, come la Sindrome da Burnout.
Infine, purtroppo, anche all’interno della famiglia la salute mentale può diventare un tema scomodo, così da determinare un luogo dove i pregiudizi possono ramificarsi fino a condizionare la vita delle persone.
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Fin qui abbiamo elencato alcuni ambienti in cui lo stigma riguardo la salute mentale cresce ed evolve, ma non è l’unico problema emerso negli anni, in quanto bisogna segnalare le conseguenze create dai pregiudizi.
Se una persona viene giudicata negativamente per il proprio disturbo, la stessa rischia di nascondere la propria condizione e a temere il giudizio degli altri, e così la richiesta di aiuto arriva troppo tardi (o potrebbe non arrivare mai). In tal senso, il quadro dei sintomi è destinato a peggiorare, aggravando la situazione di isolamento sociale e mancanza di supporto.
Altresì, vi è il rischio che aumentino i casi di suicidio, alimentati da un senso di disperazione e solitudine per svariati motivi. Cala anche la qualità della vita, in quanto può limitare le opportunità sociali, lavorative e relazioni delle persone.
Infine, comporta anche limitazioni nella possibilità di curare la propria salute mentale. Se una società non crede sia fondamentale, si creano situazioni come quella italiana, dove trattamenti per il benessere psicologico diventano privilegi per pochi. Basti pensare all’incapacità del Bonus Psicologo di offrire contributi per sessioni di psicoterapia a tutti e all’assenza di una normativa nazionale per lo psicologo di base.
Stereotipi, stigmi e pregiudizi sono i muri (quasi) invalicabili per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salute mentale. Al tal proposito, al fine di buttare giù questi grandi ostacoli, è fondamentale diffondere informazioni corrette sul benessere psicologico, sfatando miti e promuovendo maggiore comprensione.
È necessario poi attuare un linguaggio inclusivo e rispettoso, che non faccia dello stigma l’unico paradigma culturale con cui guardare a questo tema. Infine, è necessario coinvolgere attivamente le persone che hanno bisogno di aiuto e le istituzioni: le prime devono ricevere un’accesso più diretto alle cure, mentre le istituzioni devono promuovere azioni e politiche concrete per migliorare socialmente le condizioni delle persone con disturbi mentali.
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Ultima modifica: 09/10/2024