Ogni anno il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, nota anche in inglese come International day of people with disability (IDPwD).
Lo scopo di questa iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dei diritti e del benessere delle persone disabili, e porre l’accento sull’importanze dell’integrazione e inclusione verso la partecipazione politica, sociale, economica e culturale all’interno della società.
Quand’è nata la Giornata Mondiale della Disabilità?
Questa ricorrenza è stata proclamata nel 1981 (Anno Internazionale delle Persone Disabili) dall’Organizzazione delle Nazioni Unite con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul perseguire gli obiettivi di benessere, inclusione e difesa dei diritti dei cittadini disabili.
Nel 2006 tale giornata si è arricchita con la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, la quale ha ulteriormente sottolineato l’esigenza di difendere e salvaguardare la qualità della vita delle persone disabili nei principi di uguaglianza e partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale di una società.
Il 3 dicembre è anche la Giornata Europea delle Persone con Disabilità, decisa nel luglio del 1993 dalla Commissione Europea, con lo scopo di includere e integrare le persone disabili all’interno della società, contro ogni discriminazione e violenza.
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Giornata Disabilità: quando le persone con disabilità sono invisibili
In occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità 2021, abbiamo deciso di porre l’accento sulle condizioni di invisibilità, cioè che nell’immaginario collettivo non sono riconducibili alla carrozzina in senso stretto. Già, perché esistono disabilità che non riguardano esclusivamente l’uso della carrozzina, come erroneamente ci fa pensare anche la simbologia.
È il caso di Graziano Rossi, giornalista e attivista con la Distrofia Muscolare di Becker, la cui condizione non è così evidente all’occhio umano, ma esiste: “A scuola ho subìto tanti anni di bullismo, soprattutto perché la mia malattia non si vedeva. Anche in età adulta mi è capitato purtroppo di subire degli atti di questo genere perché le persone non credono che io abbia una disabilità”.
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