Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Si ricorda il brutale massacro delle sorelle Mirabal
La Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, nota anche come Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorre il 25 novembre. Non è un giorno qualunque, in quanto è una data che attinge da riferimenti storici precisi e che ha una storia tragica da raccontare.
La ricorrenza del 25 novembre è stata sancita dalle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999 come “una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, persistenti e devastanti che, ad oggi, non viene denunciata, a causa dell’impunità, del silenzio, della stigmatizzazione e della vergogna che la caratterizzano”.
Questa dichiarazione fa il seguito a quella presente nell’articolo 1 del 1993 che parla di violenza in termini di “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”.
La data del 25 novembre non è casuale e ricorda le sorelle Mirabal. Erano tre sorelle attiviste nella Repubblica Dominicana massacrate per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Stiamo parlando di un crimine inaccettabile, che ancora oggi suscita terrore e indignazione in tutti le parti del mondo.
Era il 25 novembre 1960. Patria, Minerva e Maria Teresa erano dirette verso la progione per far visita ai loro mariti, detenuti dal regime perché oppositori politici. Sulla strada verso la prigione, vengono rapite e portate in un luogo appartato. Qui inizia una escalation di violenza spaventosa: vengono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone, strangolate e poi lanciate in un precipizio a bordo della loro auto. L’obiettivo del regime era simulare un incidente.
Il dittatore pensava di essersi liberato del problema, invece aveva firmato egli stesso la sua condanna a morte. Quei tragici omicidi, nonostante la censura, non passarono inosservati e diventarono il motivo scatenante di una rivolta che culminò con la morte del dittatore nel 1961. Il decesso del despota dominicano non cancellò naturalmente la fine tragica delle sorelle, che diventarono un simbolo eterno di quello che non sarebbe mai più dovuto accadere.
Da quel giorno, il 25 novembre diventa la data di celebrazione delle sorelle Mirabal e ottiene un primo riconoscimento nel 1981. Durante il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico a Bogotà, si decide di denominarlo Giornata internazionale della violenza contro le donne. Un altro passo viene fatto 10 anni dopo al Center for Global Leadership of Women (CWGL), che propone 16 giorni di attivismo contro la violenza dal 25 novembre al 10 dicembre. Oggi è una delle ricorrenze più celebrate.
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Dal 2009, uno dei simboli della giornata internazionale sono le scarpe rosse. Questo nasce dall’intuizione di una artista messicana, Elina Chauvet, che decise di creare un’installazione di forte impatto: scarpe da donna di colore rosso o dipinte di rosso sistemate per le strade per dire stop alla violenza di genere. Un messaggio forte, autentico, indimenticabile. Chauvet voleva ricordare i tanti femminicidi compiuti a Ciudad Juàrez, una cittadina nel nord del Messico condizionata da stupri e violenze.
Le scarpe rosse in Italia hanno avuto un successo incredibile e sono sfociate nel progetto panchina rossa: i comuni interessati, in occasione del 25 novembre, possono mettere inserire una panchina rossa con una targa, un numero antiviolenza ed eventualmente un elenco delle donne uccise in quel territorio. In Italia è nata anche l’Associazione “Il Nastro Rosa” contro la violenza sulle donne e di genere.
La stragrande maggioranza di tutti gli episodi di violenza sono compiuti contro le donne. Nel 2017 l’Istat riconosceva 5 tipi di violenza sulle donne: fisica, psicologica, economica, sessuale e stalking (molestie e persecuzioni). In Italia manca ancora una vera e propria legge che tuteli le donne.
Nel 2021 in Italia sono state uccise due donne a settimana per un totale di 93 donne. Sono 63 le donne morte per colpa del partner. I numeri sono in diminuzione (l’anno prima erano 99), ma sono ancora inaccettabili. Ogni tre giorni infatti si registra la morte di una donna per violenza. Ma non è tutto. La maggior parte di queste violenze avviene all’interno del nucleo familiare.
Per far emergere questo substrato di violenze e vessazioni, nel 2019 lo Stato Italiano ha introdotto 21 articoli nella Legge 69, nota come “Codice Rosso”, e 4 nuovi reati che tutelano le donne: il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (il cosidetto revenge porn), il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (come le deturpazioni con l’acido), il reato di costrizione o induzione al matrimonio e infine violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
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Ultima modifica: 25/11/2022