Fin dai primi anni mostra una straordinaria intelligenza ed un particolare desiderio di conoscere, leggere, imparare. Riceve un’educazione approfondita in diversi campi del sapere dalle lettere classiche alla scienza, avvalendosi anche della grande biblioteca paterna.
Dal 1809 al 1816 Leopardi si dedica ad uno “studio matto e disperatissimo” della durata di sette anni al quale dedica tutte le sue energie e che gli determina gravi danni alla salute. In questo periodo ha modo di apprendere perfettamente il latino, il greco, l’ebraico e, seppur in modo meno approfondito, il francese, l’inglese, lo spagnolo, il tedesco, il sanscrito e lo yiddish. Compone inoltre opere di grande impegno ed erudizione.
A seguito di una profonda crisi spirituale Giacomo subisce un profondo cambiamento che lo porta ad abbandonare l’erudizione per dedicarsi alla poesia ed inizia a rivolgersi ai grandi classici come modelli di poesia da studiare.
Problemi fisici e disagi psicologici contornano l’intera esistenza del poeta, sin dagli inizi. Inizialmente Leopardi attribuisce i suoi disagi, almeno in parte, allo studio eccessivo ed alle posture obbligate e scomode che assume durante le sue lunghe ore di studio.
Oltre a soffrire di crisi depressive Giacomo è affetto da una malattia, il morbo di Pott, che con il tempo gli causa la deviazione della spina dorsale con dolori e conseguenti complicanze sia di natura cardiaca che respiratoria, una crescita ridotta (sembra che fosse alto circa 1 metro e 40 centrimetri), problemi neurologici, parestesie e febbri ricorrenti.
Per Leopardi il piacere è inesistente e inconsistente. Egli crede che le gioie ed i piaceri siano solo temporanei, che prima o poi le delusioni arrivino e l’unico modo per evitarle sia la morte. La gioia e la felicità caratterizzano soltanto il periodo della giovinezza della nostra vita, e con il diventare adulti arriva l’infelicità poiché in noi vengono meno la fantasia e l’immaginazione.
Il pessimismo è l’aspetto che caratterizza tutta l’opera leopardiana. In particolare, si distinguono 3 fasi del pessimismo leopardiano:
–pessimismo individuale: relativo al periodo della sua adolescenza durante il quale Leopardi pensa che la vita sia malvagia con lui;
–pessimismo storico: nasce dalla malinconia per le epoche passate, che secondo Leopardi sono state migliori di quelle presenti. Durante questa fase la natura è vista da Leopardi come un bene perché è in grado di fornire all’uomo una lieve illusione di felicità;
–pessimismo cosmico: durante questa fase Leopardi cambia la sua visione della natura; improvvisamente la vede come la causa di tutti i mali dell’essere umano. Nel periodo del pessimismo cosmico Giacomo Leopardi sostiene che l’uomo è destinato a soffrire per tutta la vita
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.”
Il giovane favoloso è un film del 2014 diretto da Mario Martone e prodotto da Palomar e Rai Cinema incentrato sulla vita del poeta Giacomo Leopardi ed interpretato da Elio Germano. Un film che colloca Leopardi fuori dal suo tempo, fatto di immagini evocative, citazioni, poesia e che coglie in pieno la figura di un’artista che sapeva guardare oltre i confini che la società impone, al di là di quella siepe “che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude”.
Ultima modifica: 08/03/2020