In epoca moderna il concetto di “gender gap” è divenuto un argomento centrale nel dibattito pubblico, politico e sociale, richiamando l’attenzione sulla persistente disparità tra generi in vari ambiti della vita. Oggi si parla spesso di gender pay gap, cioè l’enorme differenza salariale tra uomo e donna, che fonda proprio le sue radici sull’argomento oggetto di questa guida.
Questo tema riemerge spesso prepotentemente durante la Festa delle Donne, a sottolineare quanto ancora c’è molto lavoro da fare per eliminare questo concetto. All’interno del nostro approfondimento, miriamo a esplorare il significato, le cause, le conseguenze e le possibili soluzioni per colmare il divario di genere, con un focus particolare sulla situazione in Italia.
Che cosa significa gender gap
Il “gender gap” o divario di genere si riferisce alle differenze sistemiche tra donne e uomini in termini di opportunità, accesso alle risorse, diritti e potere decisionale. Può manifestarsi in vari ambiti, come quelli economici, politici, lavorativi, educativi e sanitari.
Non è solo una questione di disparità salariale, ma abbraccia una gamma più ampia di disuguaglianze strutturali e sociali, che trovano la propria causa principale nel modo in cui una cultura dipinge la figura della donna: in Italia ad esempio la donna viene considerata principalmente una figura di cura e assistenza, il cui ruolo principale è la custodia del focolare domestico.
Come nasce il gender gap e perché esiste
Il gender gap ha radici culturali profonde, ed è un argomento intrinsecamente legato alla lotta al patriarcato. Tradizionalmente i ruoli di genere sono da sempre definiti da confini molto rigidi, per i quali le donne vengono relegate alla sfera domestica e gli uomini a ruoli pubblici e decisionali.
Da ciò capiamo che la donna viene spesso intesa come una figura lontana da posizioni di rilievo nella società, e quasi sempre le viene dipinta addosso un ruolo di cura e di custode del focolare domestico. Sebbene ci siano stati significativi progressi nel corso dei decenni, le residue norme culturali e le strutture sociali continuano a perpetuare le disuguaglianze di genere.
Identificare le cause specifiche del gender gap non è semplice, in quanto ci troviamo di fronte a un fenomeno multifattoriale che si intreccia con la cultura patriarcale, la discriminazione sistemica, i pregiudizi nei confronti delle donne e culture lavorative obsolete.
Inoltre, la mancanza di rappresentanza femminile in posizioni di potere limita la capacità di incidere positivamente su politiche e normative per promuovere l’uguaglianza.
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Qual è la situazione in Italia sulla parità di genere: esiste una legge?
Attualmente in Italia non esiste una legge specifica riguardante il gender gap, ma si parla molto spesso della normativa Golfo-Mosca, in vigore dal 2011, istituita per lottare contro la discriminazione delle donne all’interno dei consigli di amministrazione delle aziende, obbligando le società quotate a riservare un terzo dei posti nei board di controllo alla rappresentanza femminile.
Si tratta comunque di una normativa settoriale, che riguarda il mondo del lavoro, e che non inficia molto di più sul concetto generale del gender gap, che oggi in Italia continua a essere un vero e proprio problema.
In base al Global Gender Gap del 2023, il report mondiale del World Economic Forum in merito a questo tema, l’Italia continua a essere una delle nazioni in cui il divario di genere è preoccupante: basti pensare che, rispetto al 2022, il Bel paese ha perso 13 posizioni, passando dal 63esimo al 79esimo posto su 146 Paesi.
Sebbene il dato sulle opportunità e sulla partecipazione economica delle donne in Italia migliora leggermente, restiamo sempre nel fondo della classifica: nel 2022 l’Italia si attestava al 110esimo posto, mentre nel 2023 è salita al 104esimo posto.
Peggiora invece il livello di istruzione, passando dal 59esimo al 60esimo posto, così come la rappresentanza delle donne in politica, che scivola dal 40esimo posto al 64esimo. Migliora di poco il dato sulla salute e sulla sopravvivenza, passando dalla 108esima alle 95esima posizione.
Il quadro dell’Italia si aggrava ancora di più se vediamo le percentuali di parità di genere raggiunte dagli altri Paesi: a oggi nessuna nazione è riuscita a raggiungere l’eliminazione completa del gender gap, ma nazioni come l’Islanda (91,2%), la Norvegia (87,9%), la Finlandia (86%), la Nuova Zelanda (85,6%) e la Svezia (81,5%) ci sono molto vicino.
Come superare ed eliminare il gender gap
La riduzione del gender gap richiede un approccio multifattoriale, in quanto le politiche devono mirare all’eliminazione delle discriminazioni nei vari ambiti fin qui citati, promuovere la parità salariale e incentivare una maggiore rappresentanza femminile in tutti i livelli decisionali. Inoltre l’istruzione gioca un ruolo cruciale nel cambiare le percezioni e combattere gli stereotipi di genere fin dalla tenera età. Più nel dettaglio:
- Promuovere la parità salariale
- Aumentare la rappresentanza femminile in posizioni di leadership
- Migliorare l’accesso all’istruzione e alla formazione per le donne e le ragazze
- Combattere gli stereotipi di genere
- Fornire supporto per la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata
- Incoraggiare la partecipazione maschile nella lotta al gender gap
- Rafforzare le politiche e le leggi sulla parità di genere
- Sostenere l’imprenditorialità femminile
- Utilizzare i dati per guidare l’azione
- Promuovere la salute e i diritti sessuali e riproduttivi
Il gender gap rappresenta una sfida complessa che richiede impegno costante, politiche informate e un cambiamento culturale profondo. La strada verso la parità di genere è lunga e tortuosa, ma attraverso l’educazione, la legislazione e la partecipazione attiva, è possibile costruire una società dove uomini e donne possono godere delle stesse opportunità e diritti.
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