Gemelle siamesi divise grazie a un intervento chirurgico andato in scena all'Ospedale Pediatrica Bambino Gesù
Un intervento durato 18 ore e andato in scena all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha separato con successo una coppia di gemelle siamesi arrivate a Roma dal Centrafrica. L’operazione di neurochirurgia del 5 giugno scorso (prima volta in Italia) ha richiesto oltre a un anno di studio e preparazione, con l’impiego di oltre 30 tra medici e infermieri, per un caso di craniopagi totali posteriori, una condizione rarissima di fusione cranica e cerebrale.
Le due gemelle siamesi (Ervina e Prefina) condividevano nuca, scatola cranica, due membrane fibrose e gran parte del sistema venoso, quest’ultima la sfida più difficile per l’equipe di Neurochirurgia dell’Ospedale Bambin Gesù.
L’operazione è stata resa possibile grazie all’ausilio di sistemi di imaging avanzanto: TAC e risonanze magnetiche tridimensionali, angiografia 4D, software per la ricostruzione 3D, neurosimulatore.
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“È stato un momento emozionante, un’esperienza fantastica, irripetibile – ha sottolineato Carlo Marras, responsabile di Neurochirurgia del Bambino Gesù e dell’equipe che ha seguito le gemelline siamesi -. Era un obiettivo molto ambizioso e abbiamo fatto di tutto per raggiungerlo, con passione, ottimismo e gioia. Condividendo ogni passaggio, studiando insieme ogni minimo dettaglio”.
Dopo l’incontro nel luglio 2018 con la direttrice della struttura ospedaliera romana, Mariella Enoc, in missione in Centrafrica, mamma Ermine e le gemelle siamesi sono arrivate in Italia il 10 settembre 2018 nell’ambito delle Attività Umanitarie Internazionali dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede.
Una volta ricoverate, sono iniziati i tre step per il successo dell’operazione:
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Oggi le bambine stanno bene e il 29 giugno 2020 hanno festeggiato 2 anni. Durante la conferenza stampa, mamma Ermine ha ringraziato l’equipe dell’Ospedale: “Ervina e Prefina sono nate due volte. Se fossimo rimaste in Africa non so quale destino avrebbero avuto. Ora che sono separate e stanno bene vorrei che fossero battezzate da Papa Francesco che si è sempre preso cura dei bambini di Bangui. Le mie piccole ora possono crescere, studiare e diventare dei medici per salvare altri bambini”.
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Ultima modifica: 26/10/2020