Tra i gatti disabili, Vito figura come il felino bionico italiano per eccellenza, il primo a cui sono state impiantate due protesi al posto delle zampe posteriori. La sua storia è raccontata nel blog di Claudia Rocchini, giornalista e fotografa che ha scoperto questo felino, realizzandone un bellissimo book fotografico.
Gatti disabili, la storia di “Vituzzo”: “Sembrava più morto che vivo, ma ora zampetta per tutta casa”
Il tenero micio di 6 anni fa parte della famiglia di Silvia Gottardi (ex cestista, blogger e videomaker) e Linda Ronzoni (art director). Le due, infatti, hanno accolto Vito (“per gli amici Vituzzo”, come si legge nell’articolo di Rocchini) a Milano dopo che la madre di Silvia è venuta a mancare. Abituato però a scorrazzare per tutta San Vito lo Capo, la morbida palla di pelo era solita andare in giro per il quartiere, fino a “diventarne il boss”.
Lo scorso anno, però, Silvia e Linda sono state ‘costrette’ a interrompere il proprio viaggio di nozze in quanto Vito, lasciato a casa con un’amica, fu investito e ritrovato “più morto che vivo, con entrambe le zampe schiacciate”. In queste situazioni, solitamente, un veterinario opta per la soppressione dell’animale domestico.
Ma Vito si dimostra più forte del destino e, dopo due interventi di amputazione, torna a camminare. È stato “un tentativo estremo”, scriverà Rocchetti. Tentativo basato “sull’inserimento di due protesi, inizialmente temporanee, per verificare le reazioni e permettere a Vituzzo di fare i suoi bisogni da solo”. Dopo un periodo di convalescenza tutt’altro che semplice, il gattone impara a usare le nuove zampe. E ora, è tornato più vispo che mai.
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Nella storia del gatto bionico, un ruolo nevralgico è stato giocato da Massimo Petazzoni, il veterinario che ha deciso di provare il tutto per tutto per salvare il dolce micetto. Adesso, Vito è tornato a camminare grazie all’uso di protesi temporanee.
Tuttavia, per il momento, Silvia e Linda hanno deciso di rimandare l’intervento per quelle definitive – che andrebbero collegate direttamente all’osso. Tutto ciò “secondo la saggia logica che quel che funziona, meglio non toccarlo”, sottolinea la fotografa.
Nonostante un periodo di grande sforzo, in cui le padroncine hanno dovuto seguire il proprio amico a 4 zampe in una graduale ripresa, oggi Vito “zampetta tranquillo per casa, riuscendo anche a fare le scale. Non salta, ovviamente, ma il veterinario sta valutando di progettare protesi con piccole molle per permettergli di far leva imitando le vere zampe”. Insomma, la storia del gatto bionico non finisce qui.
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Foto di Claudia Rocchini