Film sulla Giornata della Memoria: 10 film per non dimenticare

Redazione:

La Giornata della Memoria, celebrata ogni anno il 27 gennaio, ci invita a riflettere sull’Olocausto e sulle sue devastanti conseguenze. Tra i mezzi più potenti per raccontare questa tragedia e preservare la memoria collettiva, il cinema ha un ruolo fondamentale.

I film sull’Olocausto, attraverso storie di sopravvivenza, dolore e resistenza, ci aiutano a comprendere la portata umana di quegli eventi, trasformando le testimonianze in immagini che parlano al cuore di tutti. Le pellicole che trattano questi temi non solo educano le nuove generazioni, ma ci sfidano a guardare in faccia l’orrore della storia per evitare che simili atrocità possano ripetersi.

In questo articolo esploreremo alcuni dei film più significativi legati alla Giornata della Memoria, cercando di comprendere come il cinema possa essere una potente forma di memoria e riflessione.

La vita è bella

La vita è bella è un film del 1997 diretto e interpretato da Roberto Benigni, che mescola commedia e dramma in una narrazione intensa e toccante. Il protagonista, Guido Orefice (interpretato dallo stesso Benigni), è un uomo ebreo italiano che, con la sua visione ottimistica della vita, conquista il cuore di Dora (Nicoletta Braschi), una maestra, con cui si sposa e ha un figlio, Giosué (Giorgio Cantarini).

Quando la Seconda Guerra Mondiale entra nel vivo, la famiglia viene deportata in un campo di concentramento nazista. Nonostante le terribili condizioni, Guido cerca di proteggere il figlio dalle atrocità del campo, trasformando la brutalità della realtà in un gioco, facendogli credere che la loro permanenza nel campo sia parte di una competizione per vincere un carro armato.

Il film esplora temi come l’amore paterno, il sacrificio e la speranza, e riesce a mescolare momenti di grande tenerezza con la cruda realtà storica, senza mai perdere il tono umano e emozionante. La magistrale interpretazione di Benigni gli valse il Premio Oscar come miglior attore protagonista e il film ottenne numerosi altri riconoscimenti internazionali, diventando una delle opere italiane più celebri nel mondo.

Train de vie – Un treno per vivere

Train de vie – Un treno per vivere è un film del 1998 diretto da Radu Mihaileanu, che racconta in modo originale e toccante la tragedia dell’Olocausto. Ambientato in un villaggio ebraico dell’Est Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, il film segue un gruppo di ebrei che, dopo aver saputo della deportazione imminente, decidono di fuggire per salvarsi.

Il protagonista è Shlomo (interpretato da Lionel Abelanski), un uomo che, per proteggere la sua comunità, architetta un piano folle: costruire un treno e far credere ai nazisti che stiano già viaggiando verso un campo di concentramento, quando in realtà sono in fuga verso la salvezza. Il film è una fusione di dramma e commedia, un racconto di speranza che utilizza il paradosso e l’umorismo per affrontare una delle tragedie più gravi della storia.

Accanto a Shlomo, ci sono altri personaggi, come il giovane medico del villaggio (interpretato da Mihaileanu stesso), che insieme agli altri abitanti partecipa a questa impresa impossibile. La pellicola, pur trattando un tema serio e doloroso, offre una riflessione sul potere della solidarietà e della fantasia nei momenti di disperazione.

Il bambino con il pigiama a righe

Il bambino con il pigiama a righe è un film del 2008 diretto da Mark Herman, tratto dal romanzo di John Boyne. La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale e segue la vita di Bruno (interpretato da Asa Butterfield), un ragazzo di otto anni che vive con la sua famiglia in una casa benestante a Berlino.

Quando suo padre (David Thewlis), un ufficiale nazista, viene trasferito a lavorare come comandante di un campo di concentramento, la famiglia si trasferisce vicino al campo. Bruno, curioso e innocente, esplora i dintorni e incontra Shmuel (Jack Scanlon), un ragazzo ebreo che vive nel campo di concentramento, indossando un pigiama a righe.

Nonostante le barriere sociali e fisiche, i due bambini stringono un’amicizia segreta, senza capire appieno le implicazioni della situazione in cui si trovano. Il film affronta temi come l’innocenza, la disumanizzazione e la crudeltà della guerra, raccontando l’orrore attraverso gli occhi di un bambino.

La storia, purtroppo, ha una conclusione tragica, che sottolinea la potenza devastante delle ideologie razziste e l’innocenza perduta. Il bambino con il pigiama a righe è una pellicola che invita alla riflessione sulla Shoah, sulla guerra e sui pregiudizi, mostrando come l’odio e la separazione siano in grado di distruggere la vita di persone innocenti.

Il pianista

Il pianista è un film del 2002 diretto da Roman Polanski, basato sull’autobiografia del celebre pianista e compositore polacco Władysław Szpilman. Ambientato durante l’occupazione nazista di Varsavia, il film racconta la storia di Szpilman (interpretato da Adrien Brody), un giovane musicista ebreo che cerca di sopravvivere alla brutalità della Seconda Guerra Mondiale.

La sua vita viene stravolta dalla deportazione degli ebrei polacchi, la distruzione della sua città e l’orrore del ghetto di Varsavia, dove il pianista è costretto a nascondersi, combattendo ogni giorno per la sua sopravvivenza.

Il film segue il suo percorso di resistenza fisica e mentale, che lo porta a un’esistenza segreta, fatta di fame, paura e solitudine, ma anche di determinazione a non arrendersi. Attraverso la sua musica, Szpilman mantiene viva la sua speranza. La straordinaria interpretazione di Adrien Brody gli valse l’Oscar come miglior attore protagonista.

Schindler’s list

Schindler’s List è un film del 1993 diretto da Steven Spielberg, tratto dal libro di Thomas Keneally Schindler’s Ark. La pellicola racconta la vera storia di Oskar Schindler (interpretato da Liam Neeson), un imprenditore tedesco che, inizialmente motivato dal profitto, cambia radicalmente il suo comportamento durante la Seconda Guerra Mondiale e si impegna a salvare centinaia di ebrei dallo sterminio nei campi di concentramento nazisti.

Schindler, grazie alla sua posizione di potere come membro del partito nazista e proprietario di una fabbrica, riesce a ottenere il permesso di impiegare i prigionieri ebrei come operai, sottraendoli alla deportazione e alla morte.

Il film esplora la trasformazione di Schindler da un uomo interessato solo ai propri guadagni a un eroe che rischia la propria vita per salvare più di mille ebrei, rendendolo uno dei “Giusti tra le nazioni”. Oltre a Neeson, il cast include Ben Kingsley nel ruolo di Itzhak Stern, il contabile ebraico che aiuta Schindler, e Ralph Fiennes, che interpreta Amon Göth, un comandante del campo di concentramento particolarmente crudele.

Schindler’s List è un’opera che affronta il tema dell’Olocausto in modo crudo e realistico, utilizzando il bianco e nero per enfatizzare la gravità degli eventi. Il film ha avuto un enorme impatto culturale ed educativo, vincendo sette premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. La sua potente narrazione rimane uno dei più forti moniti contro l’intolleranza e l’odio, e un tributo alla forza dell’umanità in un periodo di inimmaginabile atrocità.

La scelta di Sophie

La scelta di Sophie è un film del 1982 diretto da Alan J. Pakula, tratto dall’omonimo romanzo di William Styron. Ambientato nel dopo-guerra, il film racconta la tragica storia di Sophie Zawistowski (interpretata da Meryl Streep), una donna polacca sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

Dopo la fine della guerra, Sophie si trasferisce negli Stati Uniti, dove cerca di ricostruire la sua vita insieme al suo compagno Nathan (Kevin Kline), un uomo con disturbi psichiatrici, e al giovane scrittore Stingo (Peter MacNicol), che si innamora di lei. Sophie, tuttavia, è segnata da un trauma del passato, un’esperienza terribile che l’ha profondamente ferita durante la sua prigionia.

Il cuore del film si concentra sulla “scelta” che Sophie è costretta a fare nel campo di concentramento: una decisione insostenibile che le ha stravolto la vita e che la perseguita. La pellicola esplora i temi del dolore, della colpa e del rimorso, affrontando le conseguenze psicologiche e morali delle atrocità della guerra. Meryl Streep, nella sua interpretazione, offre una performance straordinaria che le valse un Oscar come miglior attrice protagonista, portando sullo schermo la profondità e la complessità del personaggio di Sophie.

La scelta di Sophie è un film intenso che indaga la psiche di una persona che ha vissuto l’orrore del nazismo, e mostra come il passato possa continuare a influenzare la vita di chi è sopravvissuto, anche lontano dalla tragedia. La pellicola è una riflessione sul dolore e sulle cicatrici indelebili che la guerra lascia nell’animo umano.

La signora dello zoo di Varsavia

La signora dello zoo di Varsavia è un film del 2017 diretto da Niki Caro, tratto dal libro omonimo di Diane Ackerman. La storia si basa su eventi reali e racconta le vicende di Antonina Żabińska (interpretata da Jessica Chastain) e suo marito Jan (Johan Heldenbergh), che gestiscono lo zoo di Varsavia prima e durante la Seconda Guerra Mondiale.

Quando i nazisti invadono la Polonia, lo zoo viene distrutto e i suoi animali uccisi, ma Antonina e Jan trasformano il loro giardino zoologico in un nascondiglio per centinaia di ebrei polacchi, rischiando la vita per salvarli dalle atrocità del regime.

Il film si concentra principalmente sulla figura di Antonina, una donna coraggiosa e determinata, che, pur essendo circondata dalla morte e dalla distruzione, cerca di proteggere e dare speranza a chi ne ha più bisogno.

La pellicola esplora il tema della resistenza silenziosa e del coraggio, mostrando come l’amore, la compassione e la solidarietà possano emergere anche nelle circostanze più disperate. Jessica Chastain offre un’interpretazione emotiva e commovente del personaggio, conferendo ad Antonina una forza e una vulnerabilità che rendono il suo ruolo ancora più significativo.

La signora dello zoo di Varsavia è un racconto di speranza e umanità in un contesto di guerra e violenza. La storia di Antonina e Jan Żabiński, che hanno rischiato tutto per salvare degli innocenti, è un tributo al coraggio di chi ha lottato per la giustizia, anche nei momenti più bui della storia.

Ogni cosa è illuminata

Ogni cosa è illuminata (2005) è un film diretto da Liev Schreiber, basato sull’omonimo romanzo di Jonathan Safran Foer. La trama segue Jonathan Safran Foer (interpretato da Elijah Wood), un giovane ebreo americano che intraprende un viaggio in Ucraina per scoprire la verità sulla sua famiglia e, in particolare, su una donna chiamata Augustine, che potrebbe aver salvato suo nonno durante l’Olocausto. Durante il suo viaggio, Jonathan è accompagnato da Alex (interpretato da Eugene Hütz), un eccentrico traduttore ucraino, e dal suo nonno, che non parla molto ma è determinato a seguire il nipote.

Il film è una miscela di commedia e dramma, con elementi surreali e momenti di grande introspezione, incentrati sul tema della memoria e della ricerca delle proprie radici. Jonathan, con il suo desiderio di conoscere il passato, scopre verità dolorose ma essenziali, mentre Alex, attraverso le sue esperienze con Jonathan, inizia a comprendere meglio la sua identità e la storia della sua famiglia. La pellicola esplora le difficoltà di affrontare il passato e la dissonanza tra le percezioni moderne e quelle storiche.

Ogni cosa è illuminata è un film che, pur trattando temi dolorosi legati alla Shoah, lo fa con uno stile unico che alterna la leggerezza alla gravità, creando una riflessione sulla memoria, la famiglia e la ricostruzione del sé. La performance di Elijah Wood è un punto centrale, portando una figura di giovane uomo smarrito che cerca di illuminare i contorni di una storia tragica e complessa.

Jojo Rabbit

Jojo Rabbit è un film del 2019 diretto da Taika Waititi, che mescola commedia e dramma in un’interpretazione satirica della Seconda Guerra Mondiale. Il protagonista è Jojo (interpretato da Roman Griffin Davis), un bambino di dieci anni che cresce in una Germania nazista, completamente devoto all’ideologia del Terzo Reich.

Jojo ha un amico immaginario, una versione caricaturale di Adolf Hitler (interpretato dallo stesso Waititi), che lo guida nei suoi sogni di diventare un soldato ebreo. Tuttavia, quando Jojo scopre che sua madre Rosie (Scarlett Johansson) sta nascondendo una ragazza ebrea, Elsa (Thomasin McKenzie), nella loro casa, la sua visione del mondo inizia a cambiare radicalmente.

Il film esplora in modo ironico e toccante il conflitto interiore di un giovane ragazzo che si trova a dover affrontare le sue convinzioni e il condizionamento ideologico, mentre entra in contatto con l’umanità e la realtà delle sue azioni. La performance di Roman Griffin Davis nei panni di Jojo è straordinaria, così come quella di Scarlett Johansson, che interpreta una madre amorevole ma determinata.

La figura di Hitler, resa attraverso l’interpretazione comica di Taika Waititi, aggiunge un elemento di surrealismo che stempera la gravità del contesto bellico, ma al tempo stesso offre una riflessione profonda sul pericolo della propaganda e dell’odio.

Jojo Rabbit è una commedia drammatica che, pur trattando temi di guerra e odio, riesce a trasmettere messaggi di speranza, tolleranza e cambiamento. Con il suo umorismo pungente e la sua sensibilità, il film affronta la potenza della crescita personale, della resistenza al pregiudizio e del valore dell’amicizia, anche nelle circostanze più difficili.

Transatlantic

Transatlantic è una miniserie del 2023, creata da Anna Winger, che racconta la storia di un gruppo di rifugiati durante la Seconda Guerra Mondiale, focalizzandosi sulle vicende di un’organizzazione che cercava di salvare le persone perseguitate dal regime nazista.

La trama segue la figura di Varian Fry (interpretato da Cory Michael Smith), un giornalista e intellettuale americano che, nel 1940, giunge a Marsiglia con il compito di aiutare gli ebrei e gli altri rifugiati a fuggire dalla Francia occupata dai nazisti. La sua attività clandestina, che si svolge tra pericoli e compromessi morali, diventa un’operazione di salvataggio rischiosa, ma fondamentale per molte vite.

Accanto a Fry, ci sono altri personaggi chiave, come la coraggiosa funzionaria dell’organizzazione, Madeleine (interpretata da Gillian Jacobs), che gioca un ruolo centrale nell’aiutare i rifugiati a fuggire, e un gruppo di artisti e intellettuali che trovano rifugio in Francia, tra cui persone come Marc Chagall e Max Ernst.

La serie esplora temi di coraggio, sacrificio, speranza e il conflitto tra il dovere e i rischi personali in tempi di guerra. Con il suo mix di dramma, storia e momenti di grande umanità, Transatlantic illustra la complessità della resistenza civile durante uno dei periodi più oscuri della storia.

Transatlantic è un racconto emozionante di come un gruppo di persone si sia battuto contro il regime nazista per salvare chi era condannato alla morte. Con una narrazione ricca e ben strutturata, la miniserie celebra l’importanza della solidarietà e della determinazione in tempi di disperazione.

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Angelo Andrea Vegliante
Da diversi anni realizza articoli, inchieste e videostorie nel campo della disabilità, con uno sguardo diretto sul concetto che prima viene la persona e poi la sua disabilità. Grazie alla sua esperienza nel mondo associazionistico italiano e internazionale, Angelo Andrea Vegliante ha potuto allargare le proprie competenze, ottenendo capacità eclettiche che gli permettono di spaziare tra giornalismo, videogiornalismo e speakeraggio radiofonico. La sua impronta stilistica è da sempre al servizio dei temi sociali: si fa portavoce delle fasce più deboli della società, spinto dall'irrefrenabile curiosità. L’immancabile sete di verità lo contraddistingue per la dedizione al fact checking in campo giornalistico e come capo redattore del nostro magazine online.

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