Esistono diversi film sulla disabilità che possono aiutarci a conoscere meglio le esigenze, i desideri e le storie delle persone disabili. Alcune pellicole sono romanzate, altre attingono da fatti realmente accaduti, altre ancora sono totalmente frutto della fantasia. Tuttavia siamo di fronte a storie che possono aiutarti a comprendere ancora di più la realtà che ci circonda.
“Forrest Gump”
“Non permettere mai a nessuno di dirti che è migliore di te, Forrest. Se Dio avesse deciso che fossimo tutti uguali avrebbe dato a tutti un apparecchio alle gambe”: si tratta di una delle citazioni tratte da Forrest Gump, un film sulla disabilità molto toccante, commovente, divertente, intenso, semplicemente unico.
Tom Hanks veste i panni di Forrest Gump, un uomo nato in America a metà degli anni quaranta con un ritardo cognitivo e una malformazione alle gambe. Grazie a una serie di favorevoli coincidenze, Forrest sarà, nel corso della sua vita, il diretto testimone di importanti avvenimenti della storia americana.
Seduto su una panchina comincia a raccontare la propria vita, spaziando in circa trent’anni di eventi storici degli Stati Uniti: il contributo che ha dato nello stabilire un nuovo clima di pace tra USA e Cina, i celebri personaggi che ha conosciuto, come Elvis Presley ed il presidente J.F. Kennedy. Parla della guerra del Vietnam, di quando è diventato una stella del football, ma senza mai rendersi conto di quanto tutto quello che aveva fatto fosse straordinario e unico.
Diretto da Robert Zemeckis e prodotto dalla Paramount Pictures, la grandezza di questo film è racchiusa nella voglia di vivere di Forrest, una voglia unica ed immensa che lo porterà a superare la sua disabilità fisica, liberandosi di quegli ‘attrezzi’ sulle gambe dei quali da un giorno all’altro decide di non aver più bisogno. Forrest inizia a correre, perché correre gli viene naturale come respirare.
Attraversa l’America dall’Atlantico al Pacifico, più volte. Diventa una leggenda che si porta dietro centinaia di persone che lo seguono, libere da ogni pregiudizio, domanda, obiezione.
“Avatar”
Siamo nel 2154. Jake Sully è un marine costretto su una carrozzina che accetta di trasferirsi sul pianeta Pandora (distante 44 anni luce dalla Terra) come “sostituto” del fratello morto, uno scienziato la cui missione era quella di esplorare il pianeta mediante un avatar.
Essendo l’atmosfera di Pandora tossica per gli esseri umani, per poterci vivere sono stati creati degli umanoidi dalla pelle bluastra chiamati Na’vi che possono essere ‘guidati’ dagli umani al sicuro dalle loro basi. Come se si vivesse in un videogame, in pratica. Il pianeta di Pandora però, oltre ad essere un luogo da studiare, rappresenta soprattutto un enorme giacimento di energia che sulla Terra, con la catastrofe ecologica, si è esaurita.
Il film, co-montato, co-prodotto, scritto e diretto da James Cameron e distribuito dalla 20th Century Fox, si è aggiudicato 3 Premi Oscar per miglior fotografia, miglior scenografia e migliori effetti speciali. Con un guadagno di circa 2,8 miliardi è diventato il film di maggiore incasso nella storia del cinema.
“La Teoria del tutto”
“La Teoria del tutto“ è un film su una persona con disabilità realmente esistita. La pellicola è de 2014, diretta da James Marsh, prodotta dalla Working Title Films e interpretata da Eddie Redmayne nei panni del giovane Stephen Hawking, rinomato fisico, astrofisico e cosmologo.
Nel 1963 Stephen, presso l’Università di Cambridge, sta cercando di trovare un’equazione unica per spiegare la nascita dell’universo e come questo sarebbe stato all’origine dei tempi. Ad una festa conosce Jane Wilde, che diventerà la compagna della sua vita.
Ma la loro storia d’amore ben presto viene ostacolata dalla comparsa della malattia degenerativa di cui Stephen soffre, l’atrofia muscolare progressiva. A risentirne è anche il suo lavoro di scienziato, viste le difficoltà quotidiane a cui è sottoposto, a cominciare dal parlare per finire con la capacità di camminare.
Stephen Hawking è una persona che non si è arresa di fronte alla sua disabilità e, al contrario, ha lottato da sempre per dimostrare a se stesso e al mondo intero che è l’uomo a fare la storia, e non c’è disabilità che possa fermarlo.
“Perdiamoci di vista”
Diretto da Carlo Verdone e prodotto da Mario e Vittorio Cecchi Gori, “Perdiamoci di vista” è un film sulla disabilità del 1994 che vede come protagonisti Asia Argento e lo stesso Carlo Verdone.
Gepy Fuxas, presentatore televisivo di grande fama, conduce la trasmissione Terrazza Italiana, dove una serie di “casi umani” vengono trattati con superficialità e cinismo e dati in pasto ad un pubblico famelico.
In seguito ad una polemica sollevata da una giovane ragazza in sedia a rotelle, Arianna, Gepy perde il suo posto. Presto abbandonato da tutti, Gepy scopre di essere solo e che la sua vita era costruita unicamente dalla sua immagine televisiva. Quando avrà modo di conoscere Arianna, si renderà conto di quanto la sia esistenza sia vuota rispetto a quella, varia e interessante, della ragazza. Tra Gepy e Arianna nasce un’intesa, anche se gli eventi fanno sembrare che i due siano continuamente destinati a lasciarsi e a perdersi di vista.
Il film, oltre a denunciare la disorganizzazione del nostro paese in fatto di strutture, sottolinea l’atteggiamento di molte trasmissioni televisive che si servono delle disgrazie per fare ascolto.
“Quasi amici”
Ispirato ad una storia vera, “Quasi amici” racconta della profonda amicizia tra Philippe Pozzo di Borgo, divenuto tetraplegico a seguito di un incidente, ed il suo aiutante domestico Yasmin Abdel Sellou, interpretati rispettivamente da Francois Cluzet e Omar Sy.
Il dolore, le cure, la fatica di comunicare, lo sforzo per dare un senso al vivere quotidiano: tutto passa in secondo piano rispetto alla forza di un legame senza “barriere” , fatto semplicemente da due persone. Una storia vera e commovente, un reale tributo all’amicizia.
“Wonder”
Un altro film sulla disabilità è “Wonder“, che racconta la storia di August “Auggie” Pullman, un bambino di 10 anni con una grave malformazione-cranio facciale data dalla Sindrome di Treacher Collins. A causa di 27 interventi chirurgici, il giovanissimo non è mai potuto andare a scuola, fino però alla prima media, quando inizierà a frequentare la Beecher Prep School.
In questo contesto, Auggie si dovrà confrontare contro gli sguardi dei sconosciuti e i problemi di qualsiasi ragazzo che viene giudicato ‘diverso’ dal prossimo. Ma grazie alla propria morale, all’aiuto dei suoi genitori e alla scoperta di nuovi amici, Auggie riuscirà a vincere le paure e diventare un beniamino della scuola.
“Brutti e cattivi”
Chi l’ha detto che le persone con disabilità sono angeli caduti dal cielo? “Brutti e cattivi” è un film sulla disabilità che ci mostra il lato nascosto delle persone disabili: che sono, appunto, persone, con tutti i crismi del caso.
La vicenda della pellicola si sviluppa nella periferia di Roma. Qui conosciamo il Papero, un uomo privo di entrambe le gambe, che assieme ad altre persone (una ballerina senza braccia, un tossicodipendente e un nano scassinatore), metterà a segno un incredibile rapina, salvo poi venir tradito dai propri compagni. Dopo una serie di numerose peripezie, il protagonista riuscirà a recuperare il bottino andato perduto, ma non senza sacrificare tutto.
“Music”
In questo caso parliamo di una pellicola aspramente criticata da molte persone, ma che comunque porta in auge la storia di una persona con autismo. “Music” è il film della cantante Sia, che ha provato a portare sul grande schermo la vicenda, appunto, di Music, una ragazza con autismo che non riesce a parlare.
“Io prima di te”
In questo caso al centro del film “Io prima di te” c’è la storia di una giovane, Louisa Clarke che accetta il lavoro di caregiver presso Will Traynor, un 31enne di famiglia ricca rimasto paralizzato e quadriplegico a seguito di un incidente stradale. Oltre a un rapporto lavorativo, tra i due nascerà un’intensa storia d’amore, che avrà un finale controverso.
“Il mio piede sinistro”
La pellicola “Il mio piede sinistro” racconta la vera storia di Christy Brown, noto pittore e scrittore irlandese nato con una paralisi celebrale che gli ha risparmiato solo il piede sinistro, grazie al quale riesce a emanciparsi realizzando opere di grande valore. Il film è tratto dall’omonimo libro, che racconta appunto la difficile estrazione sociale dalla quale Brown proviene e tutte le difficoltà combattute a causa della malattia.